Economia e finanza Smart city Sostenibilità

Smart Home: le case degli italiani sempre più intelligenti e connesse

Sono stati presentati i risultati della Ricerca Smart Home 2018-2019 dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del POLIMI, che confermano il mercato IoT italiano tra quelli a maggior crescita in Europa, anche se in valore è ancora molto distante da Germania, Gran Bretagna e Inghilterra.

Le case degli italiani sono sempre più intelligenti e connesse e il mercato delle soluzioni per le Smart Home si è attestato nel 2018 a 380 milioni di euro (+52%), uno dei tassi di maggior crescita in Europa, ma come valore è superiore soltanto alla Spagna (300 milioni di euro, +59%), mentre è ancora ampio il divario con Germania (1,8 mld, +39%), Regno Unito (1,7 mld, +39%) e Francia (800 mln, +47%). 

La quota della filiera tradizionale (produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori) scende dal 70% al 50% del mercato, perdendo terreno a favore dei retailer online e offline, che pesano per il 40% (+160%). In lieve crescita anche assicurazioni, telco e utility.

Un ruolo importante, continua a essere giocato dalle startup che sviluppano soluzioni di “casa connessa”: si moltiplicano le collaborazioni con i grandi player e continuano a crescere i finanziamenti erogati dagli investitori istituzionali. 

Il 41% degli italiani possiede almeno un oggetto smart, con le soluzioni per sicurezza (come sensori per porte e finestre) in prima posizione, ma ben il 42% di chi possiede un oggetto connesso non ne usa le funzionalità più avanzate, perché non le ritiene utili o perché troppo complesse.

Il 51% è preoccupato per i rischi legati alla privacy e ai cyber attacchi da parte di malintenzionati. 

Sono questi i dati più interessanti emersi dai risultati della ricerca Smart Home 2018-2019, presentati nel corso del Convegno dal titolo “Smart Home: senti chi parla!” (Milano, 15 febbraio 2019) dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano (POLIMI), nato nel 2011 per rispondere al crescente interesse di aziende pubbliche e private verso le potenzialità offerte dal nuovo paradigma dell’Internet of Things (IoT).

Il mercato delle soluzioni per la casa intelligente cresce a un ritmo molto elevato, trainato dallo sbarco in Italia degli smart home speaker che, oltre a generare buoni volumi di vendita, hanno anche trascinato le vendite di tutto il comparto – ha affermato Angela Tumino, Direttrice dell’Osservatorio Internet of Things – La filiera tradizionale dei produttori e installatori non è stata per il momento in grado di sfruttare appieno le opportunità offerte dalle nuove soluzioni IoT per la casa, perdendo terreno nei confronti di retailer (tradizionali e online), produttori, assicurazioni, utility e telco, che insieme valgono ormai il 50% del mercato. Si intravedono tuttavia alcuni segnali di maggiore integrazione per il futuro”.

Nonostante la buona crescita del mercato, sono ancora pochi i consumatori che si dichiarano interessati ad acquistare prodotti per la Smart Home in futuro: poco più di uno su tre (35%), e fra questi il solo il 10% prevede di comprare nei prossimi dodici mesi; mentre il 25% entro tre anni.

La principale novità degli ultimi mesi è stata il lancio anche in Italia dei tanto attesi smart home speaker: Google Home e Amazon Echo, nelle loro differenti versioni. Pur pesando attualmente per il 16% del valore di mercato (circa 60 milioni di euro), essi hanno trainato, direttamente o indirettamente, buona parte della crescita complessiva.

Un’altra famiglia di soluzioni che ha fatto registrare una buona crescita nel 2018 è quella degli elettrodomestici, che hanno raggiunto quota 14% del mercato complessivo (circa 55 milioni di euro). Sono le lavatrici – connesse, controllabili via App e dotate in alcuni casi anche di assistente vocale – che continuano a trainare le vendite del comparto.

Tra gli altri numerosi impieghi dell’IoT in contesti domestici la quota maggiore di mercato continua a essere legata alla sicurezza (35%, pari a circa 130 milioni di euro). Queste soluzioni puntano sempre di più sui servizi offerti, con l’attivazione di centrali operative e pronto intervento 24 ore su 24 in caso di tentativi di infrazione.

Seguono, in termini di incidenza sulle vendite (12%, con circa 45 milioni di euro), le caldaie, i termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione. La loro crescita è dovuta alla progressiva integrazione con gli assistenti vocali e alla possibilità per il consumatore di ottenere benefici importanti in termini di risparmio energetico e comfort.

A seguire troviamo le soluzioni per la gestione dell’illuminazione (lampadine connesse), trainate anche in questo caso dal lancio di numerose offerte che prevedono un insieme di prodotti (bundle) con gli home speaker.

Ben più indietro troviamo invece le funzionalità più tradizionali, non legate al controllo di oggetti smart, che vanno dalla possibilità di ricevere informazioni in tempo reale (7%), alla gestione dell’agenda personale (7%), fino alla possibilità di effettuare acquisti online (4%) o prenotare cene, taxi e alberghi (4%).

Man mano che i consumatori italiani familiarizzano con gli oggetti connessi, cresce la sensibilità nei confronti della privacy. Dal 2014 a oggi la percentuale di consumatori diffidenti riguardo alla condivisione dei propri dati personali è quasi raddoppiata, passando dal 27% al 51%, anche perché spesso non ne colgono i vantaggi.

L’Intelligenza Artificiale (IA) darà luogo a innumerevoli applicazioni per la Smart Home in grado di generare nuove opportunità di business per le imprese e di fornire un supporto concreto alle persone all’interno dell’abitazione.
Sono tre i ruoli principali che l’AI può giocare in questo mercato – ha osservato Giovanni Miragliotta, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things – Gli algoritmi di machine learning possono agire dentro gli oggetti connessi, migliorandone le funzionalità ed elaborando i dati senza la necessità di passare dal cloud. L’AI, poi, può migliorare ulteriormente il funzionamento e la capacità di comprensione degli assistenti vocali e si candida, infine, a diventare una vera e propria governante delle nostre abitazioni. I tre approcci non sono mutualmente esclusivi, ma anzi possono (e devono) essere sviluppati in maniera congiunta e integrata tra loro per liberare appieno il potenziale dell’Intelligenza Artificiale all’interno delle nostre abitazioni”.

 

 

Articoli simili

Caricamento....