Uno studio condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, coordinato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN) e al quale hanno partecipato anche scienziati del CNR e dell’Università Federico II di Napoli, evidenzia che la pianificazione sistematica della conservazione (SCP) può arrestare la perdita di biodiversità e conseguire di obiettivi del GBF Kunming-Montreal.
La Pianificazione Sistematica della Conservazione (Systematic Conservation Planning – SCP) rappresenta un elemento chiave per un approccio integrato per affrontare i molteplici obiettivi delle politiche internazionali, come Global Biodiversity Framework, in particolare, per raggiungere in modo efficiente l’obiettivo “30 × 30” ovvero di proteggere il 30% di terra e mare entro il 2030.
È quanto emerge dallo Studio “Advances in systematic conservation planning to meet global biodiversity goals”, pubblicato il 28 gennaio 2025 in Trends in Ecology & Evolution e condotto nell’ambito del Progetto Horizon Europe MarinePlan da un gruppo internazionale di ricercatori di varie istituzioni e organismi tra cui la Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Università degli Studi di Napoli Federico II, coordinati da Sylvaine Giakoumi del SZN -Sicily Marine Center di Palermo.
I ricercatori, evidenziando il ruolo della Pianificazione Sistematica della Conservazione nel conseguimento degli obiettivi concordati nel Quadro Globale per la Biodiversità Kunming-Montreal (GBF) per arrestare la perdita di biodiversità e ripristinare gli ecosistemi, forniscono anche raccomandazioni ai decisori politici per colmare il divario tra scienza e pratica della SCP, come la standardizzazione della comunicazione dell’incertezza della pianificazione e corsi di formazione per l’applicazione pratica.
L’approccio SCP negli ultimi 30 anni si è evoluto in una strategia vincente per guidare gli investimenti nella conservazione, tramite l’utilizzo di algoritmi più veloci e accurati che migliorano le soluzioni di pianificazione, l’integrazione dei servizi ecosistemici e delle molteplici componenti della biodiversità, come la diversità genetica e funzionale, approcci che tengono conto del cambiamento climatico in maniera intelligente, per una resilienza a lungo termine nella conservazione, strumenti in grado di dare priorità ad azioni multiple di conservazione e che migliorino il coinvolgimento delle parti interessate e maggiore accessibilità grazie a piattaforme gratuite e open-source, che ne favoriscono un’ampia adozione.

Strumenti importanti come i software Marxan e Zonation sono stati fondamentali nell’avanzamento della SCP, offrendo soluzioni scalabili per sfide di conservazione ad alto livello di complessità. Questi strumenti sono progettati per adottare i principi dell’SCP, tra cui completezza, adeguatezza, rappresentatività e connettività, garantendo la persistenza della biodiversità e fornendo opzioni pratiche per i decisori politici.
Per favorire l’adozione della SCP su larga scala da parte di decisori politici e professionisti del settore, lo studio propone alcune raccomandazioni chiave:
– Standardizzare i metodi di comunicazione dell’incertezza, per migliorare la fiducia e la trasparenza;
– Promuovere programmi di formazione, per rafforzare l’applicazione pratica;
– Favorire la collaborazione tra scienziati, enti pubblici e stakeholder, per allineare le strategie di conservazione con le esigenze della società.

“Le decisioni che verranno prese nei prossimi dieci anni avranno impatti profondi e duraturi sul pianeta – affermano i ricercatori – La pianificazione spaziale, supportata da solide basi scientifiche, sarà essenziale per una gestione equa ed efficace degli ecosistemi terrestri, d’acqua dolce e marini”.
In copertina: Una foca sulla spiaggia (fonte: © Thünen-Institut/Birgit Suer)