27 Marzo 2023
Biodiversità e conservazione Fauna Friuli Venezia Giulia Regioni

27 maggio 2011, rilasciato in Friuli un esemplare di lince

rilasciato in Friuli esemplare di lince

Catturato e rilasciato in Friuli con un radiocollare un esemplare di lince.

Il 27 maggio 2011, la TV di Stato ci ha mostrato le immagini di una lince eurasiatica (Linx linx) che, dopo esser stata sedata per effettuare il rilievo dei principali parametri biometrici (lunghezza totale, lunghezza arti, lunghezza coda, collo, distanza tra i canini superiori ed inferiori, ecc.) e le foto identificative su entrambi i lati del corpo e del muso, veniva liberata in un prato ai margini del bosco. Barcollando, perché ancora non completamente sveglio, dopo aver guardato con circospezione gli operatori dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Tarvisio (UD) del Corpo Forestale dello Stato (CFS), del Progetto Lince Italia (PLI) e dell’Università di Udine, Dipartimento di Scienze Animali nell’ambito di un progetto di cooperazione transnazionale Interreg III A Italia – Slovenia, “Gestione sostenibile transfrontaliera delle risorse faunistiche”, coordinato dalla Direzione centrale risorse agricole naturali, forestali e montagna della Regione, l’esemplare di felide (un maschio di 8-9 anni di età, dal peso di 23 kg) si è allontanato deciso dalla parte opposta verso il bosco, dove scompariva.

L’evento si è verificato il 5 maggio 2011, quando, dopo mesi e mesi di monitoraggio con trappole fotografiche che testimoniavano il passaggio certo su un sentiero della lince, la trappola predisposta, munita di una trasmittente, segnalava la cattura, consentendo di intervenire in tempi brevi.

Il personale incaricato si è avvicinato alla trappola (una cassa dalle dimensioni di 120X115X250 cm, in legno per evitare rischi di lesioni agli artigli e ai denti nel tentativo di liberarsi) per procedere alla sedazione della lince mediante tele narcosi.
Dopo aver appurato che l’anestetico avesse fatto effetto, il personale ha estratto l’animale dalla cassa e l’ha posto all’interno di una rete per consentirne la pesatura e, quindi, adagiato su una piazzola, dove era stata attrezzata un’area di intervento.
Scopo principale della cattura è stata l’apposizione di un radiocollare, un trasmettitore GPS che garantisce 1.500- 2.000 localizzazioni, a seconda delle diverse condizioni di temperatura e che consente l’identificazione dell’animale sul campo mediante radioriceventi. Prima di fissare definitivamente il collare si è verificato che lo stesso non possa sfilarsi e nello stesso tempo che non possa creare disagi al felino. Va precisato, inoltre, che qualora fosse necessario per salvaguardare l’integrità dell’animale, inviando un segnale dalla postazione di controllo, sarà sempre possibile sganciare a distanza il collare liberando l’esemplare istantaneamente dalla trasmittente senza doverlo nuovamente catturare.

Il risultato di questa operazione, eccezionale sia perché avvenuta in pieno giorno sia perché nessuno vi era riuscito prima nel nostro Paese, permetterà di comprendere meglio il comportamento del felino, come e dove si sposta, che contatti ha con gli altri individui della sua specie e in che modo può espandersi.
Scomparsa dall’arco alpino agli inizi del XIX secolo, nel 1989 nelle foreste della Carnia un guardiacaccia di Pontebba riuscì a fotografare una lince comune o eurasiatica mentre predava una marmotta. Attualmente i due areali di distribuzione della lince, due sottopopolazioni che hanno avuto origine da reintroduzioni effettuate negli anni ’70 del secolo scorso si trovano uno nelle Alpi occidentali (Svizzera, Francia) e l’altro nelle Alpi slovene in espansione verso l’Italia e l’Austria.

Indizi significativi della sua presenza sono testimoniati anche in Appennino, in particolare nel Parco Nazionale d’Abruzzo, dove, pur non escludendo ipotesi di immissioni o liberazioni clandestine, potrebbero essere sopravvissuti piccoli nuclei relitti (2-3 coppie).
La specie, estremamente elusiva, si colloca al vertice della “piramide alimentare”, essendo un predatore (gli ungulati sono le sue prede elettive che caccia all’agguato), e, quindi, la sua presenza indica un ambiente integro di particolare valore naturalistico ed ecologico e di una gestione della fauna corretta e sostenibile.

Lince Eurasiatica (Linx linx)
Morfologia
Altezza al garrese: 55-75 cm
Lunghezza testa-coda (dalla punta del naso alla base della coda): 90 – 110 cm
Lunghezza coda: 15-20 cm
Peso maschio: 20 – 30 kg
Peso femmina: 15 – 22 kg

Struttura corporea
È un felino di taglia medio-grande, dall’aspetto snello ed elegante. Portamento “alto sul posteriore” e torace piuttosto stretto. Testa relativamente piccola e muso rotondo con barba facciale (fedine sulle guance) costituita da peli bianchi e lunghi. Occhi in posizione quasi perfettamente frontale (visione binoculare), adattati alla visione notturna. Orecchie triangolari, sottili e carnose con i caratteristici ciuffi apicali di peli neri, folti e duri (lunghi circa 5 cm). La coda è corta (20 cm) e munita di una caratteristica banda nera apicale. Zampe larghe, come adattamento alla locomozione sulla neve.

Mantello
D’estate il colore del mantello è giallastro – rossastro con maculature evidenti sul dorso, d’inverno tende al grigio con maculature poco evidenti. Il ventre, la faccia interna delle cosce, gola, labbra, contorno degli occhi e interno delle orecchie sono bianchi, i ciuffi auricolari sono neri; la coda presenta l’estremità e la base nere, nella porzione intermedia sono visibili degli anelli rossi più o meno sbiaditi. Le maculature sono molto variabili e, anche nelle nostre aree, possiamo trovare individui con mantelli spotted (maculature rotondeggianti), mantelli tabby (con pseudo-striature) ed infine mantelli con colorazione quasi omogenea.

Fisiologia
Età della maturità sessuale: femmine 20 – 24 mesi, maschi 33 – 36 mesi;
Stagione degli accoppiamenti: da fine gennaio a marzo;
Durata della gestazione: 67 – 69 giorni;
Epoca del parto: da aprile ai primi di giugno;
Numero di cuccioli: in media 2 (da 2 a 4);
Peso dei cuccioli: circa 200 – 250 g;
Svezzamento: circa a 12 settimane.

Habitat
I fattori che influiscono maggiormente sulla vocazionalità di un territorio sono principalmente la densità di prede (ungulati di media taglia), la strutturazione del bosco atta alla predazione, la presenza di altri predatori competitori, la quantità e qualità delle precipitazioni nevose, ecc. Generalmente l’ambiente classico della lince è la foresta mista ricca di piccole radure dove si concentrano gli ungulati. La lince generalmente si porta ai margini di queste radure e preda all’agguato (pochi metri di scatto rapido verso la preda). Per quanto concerne l’altitudine la lince compie enormi spostamenti che vanno dalle vallate sino ai margini superiori del bosco oltre i 2000 m. È un animale con comportamento fortemente territoriale, in particolare verso gli individui dello stesso sesso. L’home range (spazio familiare) medio delle linci è di 100 Km2. Il territorio di un maschio può estendersi sino a 250 – 300 Km2 mentre quello delle femmine tende ad essere più limitato (50 -100 Km2 ). Tali estensioni del territorio sono paragonabili a quelle misurate nei grandi felini solitari (puma, giaguaro, leopardo, ecc.).

Rifugi
La lince non scava tane ma utilizza, in particolare per il parto, delle cavità naturali sotto grosse rocce o altri ripari. Le tane non sono mai profonde e la lince durante l’allevamento della prole tende a spostare di frequente i piccoli in nuovi ripari.

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