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Rifugiati: sono oltre l’1% della popolazione mondiale

A due giorni dalla Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno 2020), l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR) ha presentato l’annuale Rapporto sui flussi migratori di donne, uomini e bambini in fuga da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani, che testimonia come nel 2019 risultava essere in fuga 79,5 milioni di persone (oltre l’11% in più sul 2018), un dato che l’Agenzia non aveva mai registrato prima.

Alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno 2020) che celebra l’approvazione nel 1951 della Convenzione sui profughi da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), ha presentato il “Global Trends 2019“, l’annuale Rapporto che costituisce la principale indagine a livello mondiale sui flussi migratori di uomini, donne e bambini in fuga da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.

Quest’anno la Giornata cade in un momento critico per l’umanità, segnato dalla pandemia da COVID-19 e dal protrarsi dei conflitti in tutto il mondo che aggravano l’attuale crisi umanitaria. In questo contesto l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, ha deciso di promuovere la campagna #WithRefugees, che vuole diffondere un messaggio di solidarietà ed inclusione, ricordando ricordando che tutti possiamo fare la differenza per rendere il mondo un posto più sicuro e solidale.

“A volte serve una crisi come quella da COVID-19 per ricordarci che abbiamo bisogno di essere uniti – ha dichiarato Chiara Cardoletti,Rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino – In un momento in cui il mondo vive un periodo di grande vulnerabilità la nostra forza è la solidarietà: nessuno è al sicuro se non lo siamo tutti. Ognuno di noi può fare la differenza e contribuire a trovare delle soluzioni per andare avanti”.

Come dimostra il Rapporto, gli esodi forzati oggi riguardano più dell’1% della popolazione mondiale (1 persona su 97), mentre continua a diminuire inesorabilmente il numero di coloro che riescono a fare ritorno a casa. Alla fine del 2019, risultava essere in fuga la cifra di 79,5 milioni di persone, un dato che l’UNHCR non aveva mai registrato prima.

Il Rapporto, inoltre, rileva come per i rifugiati sia divenuto sempre più difficoltoso porre fine in tempi rapidi alla propria condizione. Negli anni Novanta, una media di 1,5 milioni di rifugiati riusciva a fare ritorno a casa ogni anno. Negli ultimi dieci anni la media è crollata a circa 385.000, cifra che testimonia come oggi l’aumento del numero di persone costrette alla fuga ecceda largamente quello delle persone che possono usufruire di una soluzione durevole.

Siamo testimoni di una realtà nuova che ci dimostra come gli esodi forzati, oggi, non soltanto siano largamente più diffusi, ma, inoltre, non costituiscano più un fenomeno temporaneo e a breve termine – ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo GrandiNon ci si può aspettare che le persone vivano per anni e anni una condizione precaria, senza avere né la possibilità di tornare a casa né la speranza di poter cominciare una nuova vita nel luogo in cui si trovano. È necessario adottare sia un atteggiamento profondamente nuovo e aperto nei confronti di tutti coloro che fuggono, sia un impulso molto più determinato volto a risolvere conflitti che proseguono per anni e che sono alla radice di immense sofferenze”.

Il Global Trends 2019 mostra che dei 79,5 milioni di persone che risultavano essere in fuga alla fine dell’anno scorso, 45,7 milioni erano rifugiati all’interno dei propri Paesi. La cifra restante era composta da persone fuggite oltre confine, 4,2 milioni delle quali in attesa dell’esito della domanda di asilo, e 29,6 milioni tra rifugiati (26 milioni) e altre persone costrette alla fuga fuori dai propri Paesi.

L’incremento annuale, rispetto ai 70,8 milioni di persone in fuga registrati alla fine del 2018, rappresenta il risultato di due fattori principali:
– il primo riguarda le nuove preoccupanti crisi verificatesi nel 2019, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, nella regione del Sahel, in Yemen e in Siria (al decimo anno di conflitto e responsabile dell’esodo di 13,2 milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni, più di un sesto del totale mondiale);
– il secondo è relativo a una migliore mappatura della situazione dei venezuelani che si trovano fuori dal proprio Paese, molti non legalmente registrati come rifugiati o richiedenti asilo, ma per i quali sono necessarie forme di protezione.

Dietro a tutte queste cifre ci sono storie di sofferenza individuale profonda. Il numero di minori in fuga (stimato intorno ai 30-34 milioni, decine di migliaia dei quali non accompagnati), per esempio, è più elevato di quello dell’intera popolazione di Australia, Danimarca e Mongolia messe insieme. Contemporaneamente, la percentuale di persone in fuga di età pari o superiore ai 60 anni (4%) è estremamente inferiore a quella della popolazione mondiale (12%): una statistica che attesta lo strazio, la disperazione, i sacrifici e la separazione dai propri cari.

I dati essenziali sulle persone in fuga

Almeno 100 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case negli ultimi dieci anni, in cerca di sicurezza all’interno o al di fuori dei propri Paesi. Si tratta di un numero di persone maggiore di quello dell’intera popolazione dell’Egitto, il 14° Paese più popoloso al mondo.

Il numero di persone in fuga è quasi raddoppiato dal 2010 (41 milioni allora contro 79,5 milioni oggi).

– L’80% delle persone in fuga nel mondo è ospitato in Paesi o territori afflitti da insicurezza alimentare e malnutrizione grave, molti dei quali soggetti al rischio di cambiamenti climatici e catastrofi naturali.

Oltre i tre quarti dei rifugiati di tutto il mondo (77%) provengono da scenari di crisi a lungo termine, per esempio quella in Afghanistan, ormai entrata nel quinto decennio.

Oltre otto rifugiati su 10 (85%) vivono in Paesi in via di sviluppo, generalmente in un Paese confinante con quello da cui sono fuggiti.

Due terzi delle persone in fuga all’estero provengono da 5 Paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar.

– Il Rapporto Global Trends considera tutte le principali popolazioni di sfollati e rifugiati, compresi i 5,6 milioni di rifugiati palestinesi che ricadono sotto il mandato dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (United Nations Relief and Works Agency/UNRWA).

– L’impegno a “non lasciare indietro nessuno” sancito dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ora include esplicitamente i rifugiati, grazie a un nuovo indicatore sui rifugiati approvato dalla Commissione statistica delle Nazioni Unite a marzo di quest’anno.

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