Il Rapporto SDGs 2019 costituisce lo strumento statistico che permette di valutare il posizionamento del nostro Paese lungo la via dello sviluppo sostenibile, secondo gli Obiettivi dell’Agenda ONU al 2030.
Il 17 aprile 2019, nel corso di un Convegno dedicato, l’Istat ha presentato i contenuti del secondo Rapporto https://www.istat.it/it/files//2019/04/SDGs_2019.pdf sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Rapporto SDGs 2019) e un aggiornamento degli indicatori utilizzati dai vari Paesi per monitorare il percorso di avvicinamento agli stessi.
I Sustainable Development Goals (SDGs) sono gli obiettivi adottati nel 2015 dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda 2030, un programma di azione per i 193 Paesi membri, che ha lo scopo di ridurre la povertà e le forme di disuguaglianza, garantendo una crescita economica duratura e sostenibile.
A partire dal dicembre 2016 l’Istat rende disponibili con cadenza semestrale molti indicatori per l’Italia sulla piattaforma informativa dedicata del sito, costruita in collaborazione con diversi enti del Sistema Statistico Nazionale (SISTAN).
Si tratta di un lavoro in continua evoluzione, che tiene conto dei miglioramenti nella produzione delle misure statistiche nell’ambito del SISTAN e della progressiva estensione e articolazione dell’attività di “mappatura” degli indicatori proposti dalla Commissione statistica dell’ONU (UN-IAEG-SDGs), che sono ora 123, per un totale di 303 misure statistiche nazionali (di cui 273 diverse), tutte disponibili sul sito www.istat.it..
Ecco in estrema a sintesi il quadro riassuntivo.
1.Sconfiggere la povertà. In Italia la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 28,9%, in diminuzione rispetto all’anno precedente, ma le disparità regionali sono molto ampie.
2 .Sconfiggere la fame. In Italia, un bambino su tre (6-10 anni) è in sovrappeso, ma la tendenza è al miglioramento. In agricoltura, continua ad aumentare la superficie investita in coltivazioni biologiche e diminuisce l’impiego dei fitofarmaci, ma aumentano anche le emissioni di ammoniaca, tornate ai livelli del 2010, e non diminuisce l’impiego dei fertilizzanti.
3. Salute e benessere. L’Italia ha da tempo raggiunto l’obiettivo definito dalle Nazioni Unite per la mortalità neonatale e per la mortalità sotto i 5 anni, collocandosi tra i Paesi con la più bassa mortalità infantile in Europa. Nel 2017 sono 58,7 gli anni attesi di vita in buona salute alla nascita nel nostro Paese, ma circa un sesto delle persone di 15 anni e più ha assunto comportamenti a rischio nel consumo di alcol.
4. Istruzione di qualità. Gli ultimi dieci anni hanno portato un diffuso avanzamento sul fronte dell’istruzione inclusiva, ma l’Italia è ancora agli ultimi posti in Europa per numero di laureati, tasso di abbandono e competenze. Permangono consistenti differenze territoriali a svantaggio del Mezzogiorno e dei maschi.
5. Parità di genere. Diminuisce la violenza contro le donne, ma ne aumenta la gravità e rimane stabile la violenza estrema. Il divario di genere è ampio, pur se in diminuzione nel lavoro domestico e di cura non retribuiti. Riguardo alle donne nei luoghi decisionali, economici e politici, emergono segnali positivi, ma la presenza resta bassa.
6. Acqua pulita e servizi igienico sanitari. L’Italia presenta il maggiore prelievo di acqua per uso potabile pro capite tra i 28 Paesi dell’Unione europea. L’efficienza della rete di distribuzione dell’acqua potabile è in peggioramento. Nel 2018 il 10,4% delle famiglie italiane lamentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle loro abitazioni. Nel 2015, è pari al 59,6% la quota di carichi inquinanti di origine civile confluiti in impianti di tipo secondario o avanzato, che rappresentano il 44,2% del parco depuratori.
7. Energia pulita e accessibile. L’Italia, storicamente caratterizzata da una contenuta intensità energetica primaria, ha visto diminuire l’indicatore, tra il 2000 e il 2016. Dopo il rallentamento segnato tra il 2013 e il 2015, nel 2017, torna a crescere il contributo delle fonti rinnovabili ai consumi di energia complessivi, ma non per l’energia elettrica. Benché in calo a partire dal 2013, la quota di popolazione che ha problemi a riscaldare l’abitazione, si mantiene al di sopra dei valori pre-crisi e su livelli doppi rispetto alla media dell’UE.
8. Lavoro dignitoso e crescita economica. Il tasso di crescita annuo del PIL reale pro capite mostra un miglioramento negli ultimi 3 anni, ma la dinamica della produttività del lavoro resta debole. Pur restando al di sopra dei livelli pre-crisi, il tasso di disoccupazione continua a calare (10,6% nel 2018; -0,6 rispetto al 2017), ma il tasso di mancata partecipazione al lavoro è quasi doppio rispetto all’UE. Nel 2017, diminuisce la quota di spesa pubblica per misure occupazionali e per la protezione sociale dei disoccupati, sia rispetto alla spesa pubblica sia rispetto al PIL.
9. Imprese innovazione e infrastrutture. Il sistema produttivo è in costante trasformazione, con una diminuzione, tra il 1995 e il 2017, del peso del settore manifatturiero in termini di incidenza sul totale, sia di occupazione sia di valore aggiunto. Il sistema della R&S italiano sconta un ritardo strutturale rispetto a quello dell’UE, anche se crescono l’incidenza di imprese che introducono innovazioni tecnologiche e la percentuale di valore aggiunto delle imprese manifatturiere.
10.Ridurre le disuguaglianze. Dal 2008, a causa della crisi economica, sono state osservate flessioni più marcate per i redditi relativamente più bassi. L’effetto negativo della crisi sui redditi più bassi si arresta soltanto nel 2016, quando la crescita del reddito è più marcata per le famiglie con i redditi più bassi. Passata l’epoca delle migrazioni per lavoro, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una crescente rilevanza di flussi in ingresso di persone in cerca di asilo e protezione internazionale.
11.Città e comunità sostenibile. Battuta d’arresto nella riduzione del livello di inquinamento atmosferico da particolato. Generale miglioramento dei fattori di disagio abitativo. Un terzo delle famiglie è ancora insoddisfatta per l’utilizzo dei mezzi pubblici. Prosegue la diminuzione della quota di rifiuti urbani conferiti in discarica. La spesa pubblica pro capite per la protezione delle biodiversità e dei beni paesaggistici si è ridotta di circa venti euro pro capite negli ultimi dieci anni.
12..Consumo e produzione responsabili. L’Italia si colloca in posizione virtuosa in UE per il contenuto consumo di risorse naturali. Il consumo di materia torna però a crescere in concomitanza con la ripresa delle attività produttive. Nonostante i numerosi segnali positivi relativi alla gestione dei rifiuti, l’Italia è ancora indietro rispetto ai target di raccolta differenziata stabiliti dalla normativa. La diffusione del GPP è molto variabile a seconda della tipologia di bene/servizio acquistato. Ancora in crescita l’incidenza del turismo sui rifiuti, a seguito della ripresa dell’intensità turistica degli ultimi tre anni.
13.Lotta contro i cambiamenti climatici. Le emissioni di gas serra ed altri gas climalteranti pro capite sono in diminuzione dal 2005. I tre quarti sono generate dalle attività produttive ed un quarto dalla componente consumi delle famiglie. La dissociazione tra la dinamica delle emissioni delle attività produttive e il PIL presenta fasi alterne. L’intensificarsi di calamità, anche a causa dei cambiamenti climatici, provocano eventi a cascata multirischio. Le anomalie di temperatura nel 2017 sono pari a 1,30 °C rispetto ai valori climatologici normali. La superficie percorsa dal fuoco è stata di 5,4 per mille km2 e le regioni del Sud hanno subìto i maggiori impatti.
14. Vita sottacqua. In Italia, la superficie delle aree marine protette è pari complessivamente a 3.020,5 km2, e per i tre quarti si trovano in Sardegna, Sicilia e Toscana. La maggior parte degli stock ittici è in sovra sfruttamento.
15. La vita sulla Terra. Il 31,6% del territorio nazionale è coperto da boschi, con una crescita media annua dello 0,6%. Il sistema delle aree naturali protette copre circa l’80% delle Aree chiave per la biodiversità, il 35,1% delle aree forestali e il 21,6% dell’intero territorio nazionale. Il consumo di suolo, tuttavia, continua ad avanzare e continuano a diffondersi le specie alloctone invasive. Aumentano, a parità di controlli effettuati, le violazioni delle norme sui traffici illeciti di specie protette.
16. Pace, Giustizia e Istituzioni solide. Il tasso di omicidi si riduce per gli uomini nel corso degli anni, mentre rimane stabile per le donne. La quota di popolazione vittima di aggressioni o rapine consumate è pari all’1,4%. Il 4,1% delle donne e lo 0,7% degli uomini in età compresa tra i 18 e i 29 anni sono stati vittime di violenze di tipo sessuale prima dei 18 anni. Il 7,9% delle famiglie è rimasto coinvolto in almeno un caso di corruzione nel corso della vita. La durata media per l’espletamento dei procedimenti civili dei tribunali ordinari rimane molto elevata, 429 giorni in media nel 2018, con grandi differenze a livello territoriale.
17. Partnership per gli obiettivi. La quota di reddito nazionale lordo destinata dal nostro Paese all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo continua a crescere anche nel 2017, mentre l’andamento di quello ai Paesi meno sviluppati è stabile. L’Italia rimane comunque molto distante dai target al 2030 stabiliti dall’Agenda.