Il VII Rapporto Raccolta differenziata e Riciclo 2016 della Banca Dati Anci-Conai evidenzia come la raccolta dei rifiuti da imballaggio coinvolga ormai il 99,5% della popolazione italiana, confermando la capillarità dell’Accordo tra l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e il Consorzio Nazionale Imballaggi, basato su convenzioni per la raccolta differenziata e l’avvio a riciclo dei rifiuti da imballaggio.
Nel 2016 la raccolta differenziata dei rifiuti ha riguardato il 97,7% dei Comuni italiani (7.813) e il 99,5% della popolazione (60.314.369), con il 2% in più rispetto al 2015.
Il dato emerge dal VII Rapporto Raccolta differenziata e Riciclo 2016, basato sulle informazioni della Banca dati Anci – Conai e presentato il 15 febbraio 2018 a Roma presso la sede dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Complessivamente si può affermare che in Italia la raccolta differenziata si svolge quasi esclusivamente nell’ambito e grazie all’Accordo Quadro tra l’Anci e il Consorzio Nazionale Imballaggi (Conai), che si conferma uno strumento operativo e consolidato, capillare e ramificato, attraverso il quale il sistema consortile garantisce ai Comuni italiani la copertura dei maggiori oneri sostenuti per fare le raccolte differenziate dei rifiuti di imballaggi.
Attraverso le Convenzioni previste dall’Accordo, ciascun Comune, direttamente o tramite un soggetto terzo, si impegna a conferire i rifiuti di imballaggio al Consorzio di Filiera che, a sua volta, si impegna a ritirare il materiale e a garantire il suo successivo avvio a riciclo, riconoscendo dei corrispettivi, variabili in funzione della quantità e della qualità del materiale conferiti, che costituiscono i maggiori oneri della raccolta differenziata.
La diffusione delle convenzioni differisce sensibilmente a livello territoriale e per tipologia di Consorzio:
– a convenzionarsi di meno sono i Comuni del Sud (94% dei Comuni sul totale dei Comuni delle Regioni del mezzogiorno) e quelli con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti;
– ci si convenziona soprattutto per beneficiare dei contributi per il riciclo della plastica (Consorzio Corepla) e del vetro (Consorzio CoReVe) che interessano rispettivamente quasi il 99% e 91% della popolazione nazionale; minore è la diffusione territoriale delle Convenzioni per il recupero di alluminio (Consorzio CiAl) e legno (Consorzio Rilegno) che interessano circa il 64-65% della popolazione.
La percentuale media dei rifiuti di imballaggio sul totale della carta, plastica, vetro, metallo e legno raccolti si attesta attorno al 52% in peso (fonte Ispra 2017) sul totale della raccolta urbana. Sebbene il dato nazionale di raccolta degli imballaggi risulti in leggerissima crescita (+0.4%) rispetto al 2015, segno di una raccolta ormai sostanzialmente stazionaria, la loro intercettazione differisce molto a livello territoriale e risulta tanto più significativa quanto più le Regioni presentano percentuali di raccolta differenziata basse.
I Comuni più virtuosi hanno comunque migliorato la quantità pro-capite e la qualità della raccolta differenziata, come dimostrano i Comuni del Veneto, Trentino, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna.
Dove la raccolta differenziata è ancora molto bassa il contributo delle frazioni Conai diventa particolarmente strategico, se si punta a raggiungere gli obiettivi nazionali di riciclo, ulteriormente rivisti a rialzo dalle recenti modifiche alle proposte di Direttive (55% al 2025, 60% al 2030 e 65% al 2035).
“Il Rapporto conferma gli importanti risultati raggiunti, ma ci dà anche la fotografia di un’Italia a due velocità – ha dichiarato il delegato Anci ai rifiuti, Ivan Stomeo – Un Nord sempre più veloce ed un Sud, invece, molto meno. Da questo quadro bisogna ripartire nello scrivere il nuovo accordo con il Conai. Dobbiamo sforzarci tutti quanti a portare tutte le regioni d’Italia allo stesso livello. Altro tema è il costo del servizio: è necessario potenziare il principio del “chi inquina paga”, perché attualmente il costo di gestione degli imballaggi non viene pagato da chi li produce ma dalla collettività, con la Tari. Abbiamo di fronte una bella sfida nello scrivere il nuovo accordo: una sfida in cui le nostre comunità dovranno essere protagoniste”.
Il Nord si conferma la macro area con le più elevate performance quantitative e qualitative di raccolta gestita dai Consorzi di filiera: qui si intercetta il 54% di tutta la raccolta conferita al Conai e si concentra il 56% degli importi totali riconosciuti dai Consorzi di Filiera. Molto simili risultano le performance di raccolta del Centro e del Sud: una resa media pro-capite pari rispettivamente a 86 kg/ab/anno e a 77 kg/ab/anno. Fanalino di coda le Regioni delle Isole, in cui si registra il contributo minore alle raccolte conferite al Conai (6,2% del totale %) e la resa media pro-capite più bassa (50 kg/ab/anno).
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), il cui Accordo di Programma Anci -CdC RAEE sarà a breve oggetto di rinnovo, il quantitativo totale di RAEE ritirati dai punti di raccolta sul territorio nel 2016 è stato di 283.075 tonnellate, con una riduzione dello 0,4% rispetto al 2015, e le tonnellate di RAEE trattate dichiarate dagli impianti sono state circa 358.300. Rispetto al target di raccolta dei RAEE fissato dal D.Lgs. 49/2014 (pari al 45%, in peso, del quantitativo immesso al consumo nei tre anni precedenti per il 2016 e al 65% per il 2019).
Nel 2016 il sistema dovrebbe aver raggiunto poco più del 96% del target, essendo il tasso di intercettazione pari al 40,9% (dati tratti dal portale del CdC RAEE). Anche per questa categoria di rifiuti i risultati della raccolta variano sensibilmente sul territorio, sia dal punto di vista dei quantitativi che della composizione: le regioni del Nord-Ovest intercettano il 30% del totale nazionale (la Lombardia, da sola, quasi il 19%).
Per quanto riguarda infine i Premi di efficienza erogati ai Sottoscrittori dai Sistemi Collettivi, il loro importo totale nel 2016 è stato di 14,3 milioni di Euro (in media 50,53 euro/tonn.): ancora una volta la Lombardia a fare la parte del leone, sebbene l’importo medio più elevato si registri in Sicilia, dove la scarsa capillarità dei punti di raccolta favorisce l’efficienza in termini di peso del carico ritirato.
“Il Rapporto dimostra che quando c’è la volontà si possono raggiungere risultati importanti in materia di raccolta differenziata e di riciclo dei rifiuti – ha sottolineato Filippo Brandolini, il Vice presidente di Utilitalia, la Federazione che riunisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas – Questi risultati sono il presupposto migliore per la sfida che ci pone il pacchetto per l’economia circolare circolare. La filiera tra comuni, consorzi e aziende di gestione è un punto di partenza per lo sviluppo industriale del comparto. Sono questi stessi soggetti a poter testimoniare l’effettivo bisogno di impianti industriali e a poter valutare insieme i processi che possono portare alla loro realizzazione”.