Verrà presentato anche un Rapporto in merito realizzato da FoSS ed ENEA.
Uno degli eventi più attesi ad Ecomondo 2012 è senza dubbio lo svolgimento degli Stati Generali della Green Economy, nel corso del quale sarà presentata “Una proposta di sviluppo della Green Economy per contribuire a far uscire l’Italia dalla crisi” (7-8 novembre 2012).
Nati da un’idea del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Corrado Clini con l’obiettivo di dar vita ad un evento nazionale unitario delle numerose e diversificate imprese ed organizzazioni di imprese la cui attività economica ha una rilevanza ambientale, con l’ambizione di promuovere un nuovo orientamento dell’economia italiana per aprire nuove opportunità di sviluppo sostenibile ed indicare la via d’uscita dalla crisi
economica e climatica.
“La green economy – ha affermato Clini – è lo strumento più appropriato per la crescita sostenibile. Gli Stati generali saranno un’occasione significativa per presentare a livello nazionale il programma per la crescita verde dell’Italia, arma efficace per combattere la crisi. Nel nostro Paese ci sono molte potenzialità che vanno fatte emergere. Oltre
al Decreto Sviluppo, stiamo finalizzando altre misure per aiutare le energie rinnovabili, grazie anche al contributo delle Regioni e delle autonomie locali. Come Ministero siamo impegnati per trovare le risorse per sostenere le nuove tecnologie, per rendere le nostre imprese più competitive, tutelare le risorse idriche e gestire in modo efficiente il suolo”.
Per elaborare la proposta sono stati impegnati 300 esperti suddivisi in 8 gruppi di lavoro su temi strategici, circa 2.000 tecnici e rappresentanti della società civile, 39 organizzazioni di imprese.
I Gruppi di Lavoro hanno preparato le bozze dei documenti per la consultazione sui temi degli 8 Settori strategici, così individuati:
1. Sviluppo dell’ecoinnovazione
L’ecoinnovazione è stata definita (UE-2011) “qualsiasi forma di innovazione che riduce impatti negativi per l’ambiente aumenta la resistenza alle pressioni ambientali e consente un uso più efficace e responsabile delle risorse naturali”.
Sfide ambientali sempre più impegnative e risorse sempre più limitate, hanno determinato una crescente domanda di tecnologie, prodotti e servizi ambientali. Con lo sviluppo della ricerca, della formazione, la valorizzazione economica e la diffusione dell’ecoinnovazion, si potrà contribuire a migliorare le prestazioni ambientali con soluzioni al tempo stesso efficienti in termini di costi e valide per le imprese, le città (Smart cities) e la società nel suo complesso. L’ecoinnovazione è strettamente collegata al nostro mododi utilizzare le risorse naturali e ai nostri modelli di produzione e consumo. I vantaggi attesi in termini ambientali,sociali ed economici dalla diffusione dell’ecoinnovazione sono considerevoli.
2. Sviluppo dell’ecoefficienza, della rinnovabilità dei materiali e del riciclo dei rifiuti
Negli ultimi decenni, la produttività del lavoro si è sviluppata molto più velocemente rispetto alla produttività delle risorse: secondo le stime i costi del lavoro rappresentano meno del 20% di un prodotto e i costi delle risorse rappresentano il 40%. Nel quadro dell’aumento della domanda di materie prime a livello globale, che causa rilevanti impatti ambientali ed economici, cresce la necessità di usarle in modo più efficiente, di ridurne i consumi e di promuovere le materie prime rinnovabili migliorando le performance e gli impatti ambientali. Il riutilizzo, il riciclaggio dei rifiuti e l’uso dei materiali riciclati, la riduzione dell’uso delle risorse – anche attraverso standard più elevati di qualità dei prodotti e il principio dell’uso prolungato del prodotto, l’uso di tecnologie verdi e di materiali rinnovabili – saranno fondamentali per la competitività, la sostenibilità e la sicurezza dell’approvvigionamento di materiali a medio e lungo termine.
3. Sviluppo dell’efficienza e del Risparmio energetico
L’energia di origine fossile è sempre più costosa (la bolletta pagata per l’importazione dei combustibili fossili è aumentata di oltre 23 miliardi di euro dal 2000) e con impatti molto gravi sul clima. L’era dell’energia abbondante e a basso costo è finita. Siamo avviati all’era del risparmio e dell’efficienza energetica per far fronte ai fabbisogni di sette miliardi di persone, mentre sul nostro futuro incombe il rischio della crisi climatica. I potenziali di sviluppo delle attività di risparmio e di efficienza energetica sono enormi, in numerosi settori: degli edifici e dei trasporti, delle apparecchiature, dell’illuminazione e dei processi industriali. Investimenti per il risparmio e l’efficienza energetica in tali settori producono rilevanti vantaggi ambientali, economici e occupazionali, con positive ricadute sia sulla competitività economica, sia sulla sicurezza del futuro approvvigionamento energetico.
4. Sviluppo delle fonti Energetiche Rinnovabili
L’energia di origine fossile è sempre più costosa (la bolletta pagata per l’importazione dei combustibili fossili è aumentata di oltre 23 miliardi di euro dal 2000) e con impatti molto
gravi sul clima. L’era dell’energia abbondante e a basso costo è finita. Siamo avviati all’era del risparmio e dell’efficienza energetica per far fronte ai fabbisogni di sette miliardi di persone, mentre sul nostro futuro incombe il rischio della crisi climatica. I potenziali di sviluppo delle attività di risparmioe di efficienza energetica sono enormi, in numerosi settori: degli edifici e dei trasporti, delle apparecchiature, dell’illuminazione e dei processi industriali. Investimenti per il risparmio e l’efficienza energetica in tali settori producono rilevanti vantaggi ambientali, economici e occupazionali, con positive ricadute sia sulla competitività economica, sia sulla sicurezza del futuro approvvigionamento energetico.
5. Sviluppo dei Servizi Ambientali
Le risorse ambientali e il territorio sono diventate risorse scarse, recuperare, risanare, bonificare aree inquinate è necessario per ragioni ambientali, per risparmiare consumo di nuovo territorio, ed anche per crescenti ragioni economiche. L’ambiente fornisce risorse e servizi rilevanti per la nostra qualità della vita e per la nostra economia: acqua, suolo fertile, tutela idrogeologica, aria sana, materie prime ecc. Recuperare, mantenere, tutelare queste risorse, investire per utilizzarle in modo ecosostenibile e sobrio significa assicurare anche le basi per lo sviluppo durevole del Paese, con positive ricadute occupazionali, sociali ed economiche.
6. Sviluppo di una Mobilità Sostenibile
L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di veicoli privati per abitante e fra gli ultimi per utilizzo dei mezzi pubblici e del trasporto ferroviario. Il trasporto, da solo, produce un quarto delle emissioni totali di CO2. Le città europee più avanzate, che uniscono benessere economico e qualità ambientale, hanno già sviluppato innovative iniziative per una mobilità sostenibile che coinvolge diversi e integrati aspetti: di gestione, di reti e mezzi, di scelte e politiche urbanistiche ecc. È necessario investire su una mobilità sostenibile anche in Italia, che abbatta l’inquinamento e la congestione del traffico, che migliori la qualità del trasporto dei passeggeri e delle merci, riducendo gli impatti ambientali, con rilevanti ricadute sulla qualità di un’economia e sulla competitività del sistema paese.
7. Sviluppo delle filiere agricole di qualità ecologica
Occorre tenere conto della filiera corta come modello organizzativo più efficiente intermini di riduzione della incidenza dei trasporti, della qualità dei materiali e della riduzione degli sprechi. Gli indirizzi della politica comunitaria verso la multifunzionalità di un’agricoltura che diventa anche un fattore di cura e gestione del territorio, il peso crescente dell’agricoltura biologica e lo sviluppo delle agroenergie rinnovabili, stanno attribuendo una forte e strategica valenza ambientale a questo settore. L’indirizzo green dell’agricoltura può assicurare una migliore redditività delle sue attività, una migliore qualità del territorio e delle produzioni. Anche l’industria agroalimentare può trarre occasioni di sviluppo puntando su una qualità ecologica sempre più elevata dei suoi prodotti e dei suoi processi produttivi.
8. Sviluppo di una finanza e un credito sostenibili per la green economy
Il mondo della finanza, dove sono maturate crisi gravi e pesanti, è entrato in una spirale di sfiducia che può diventare un fattore di aggravamento della crisi stessa. I rischi di crisi ambientali, la volatilità dei prezzi e l’incertezza dei mercati delle materie prime, sono fattori rilevanti per l’instabilità economica e finanziaria. Indirizzare il credito verso la green economy e lo sviluppo sostenibile favorirebbe gli investimenti in molte attività che altrimenti non decollerebbero, contribuirebbe ad un recupero di fiducia e a ridurre quei colli di bottiglia che ostacolano una ripresa solida e durevole. Il sostegno della finanza sarà tanto più efficace quanto più integrato lungo tutta la filiera finanziaria. Occorre infine attivare strumenti di riforma fiscale che siano coerenti con una strategia di sviluppo sostenibile e orientino produzioni e consumi verso una green economy.
I lavori preparatori, iniziati nel mese di Maggio, hanno portato all’elaborazione di una bozza di piattaforma programmatica per lo sviluppo di una green economy in Italia, che è stata sottoposta a consultazione tramite la convocazione di Assemblee pubbliche, una per ogni settore strategico, che si sono svolte nei mesi di luglio e settembre.
“Per affrontare la recessione italiana – ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e del Comitato organizzatore – servono idee e iniziative per innovare, convertire, differenziare produzioni di beni e servizi per rilanciare nuove possibilità di sviluppo. La green economy è, in particolare in Italia, fra le poche possibilità concrete per aprire le porte a nuove prospettive. Per non perdere questo treno è necessaria una visione delle dinamiche in atto su scala ormai globale, perché se non si sa dove andare,non si coglierà mai alcun vento favorevole. Occorre inoltre favorire con continuità, senza arresti e ripensamenti che alimentano un clima di incertezza, lo sviluppo di settori strategici dalla diffusione dell’ecoinnovazione delle nostre produzioni manifatturiere allo sviluppo del riciclo e della chimica verde, dallo sviluppo delle energie rinnovabili al risparmio energetico, dalle filiere agricole di qualità ecologica ai mezzi e sistemi per una mobilità sostenibile”.
A Rimini, il Programma sarà presentato e discusso con rappresentanti dell’Unione europea (sarà presente il Commissario dell’Ambiente Janez Potočnik), dell’OCSE, dell’UNEP, delle principali organizzazioni delle Imprese e dei Sindacati, del mondo Politico e Parlamentare, delle associazioni Ambientaliste e dei Consumatori, dei rappresentanti di Enti territoriali.
Nell’occasione verrà presentato un Rapporto sulla Green Economy, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con l’ENEA.