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Plastic tax: quella europea decorre dal 1° gennaio 2021

Mentre l’Italia si appresta a differire ancora la data di entrata in vigore della plastic tax sui prodotti in plastica e monouso, dal 1° gennaio 2021 si applicherà quella europea,calcolata sulla base dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, la prima delle risorse aggiuntive al bilancio dell’Unione secondo l’Accordo di Consiglio UE sul Piano di ripresa post-pandemia.

In attesa che la Legge di Bilancio 2021 definisca l’eventuale ulteriore posticipo della plastic tax italiana pari a 0,45 euro al kg. sui prodotti realizzati in plastica e monouso (ne sono esclusi prodotti farmaceutici e medicali, quelli realizzati con plastica riciclata e biodegradabile) che era già stata introdotta nella Legge di Bilancio 2020 per  adeguamento alla Direttiva 2019/904/UE, la cui adozione, però, era stata differita al 1°gennaio 2021 in seguito al Decreto “Rilancio”, la plastic tax europea pari 0,80 euro al Kg decorrerà 1° gennaio 2021.

Lo prevede la Decisione del Consiglio europeo del 14 dicembre 2020 (GUUE, L 424 del 15 dicembre 2020) relativa al sistema delle risorse proprie dell’Unione europea, con l’obiettivo di allineare gli strumenti di finanziamento dell’Unione alle sue priorità strategiche, e di recuperare risorse aggiuntive per sostenere il cosiddetto Recovery Fund, secondo il Programma Next Generation EU concordato nel Consiglio fiume di luglio 2020, .

Comunque nel giugno 2017 la Commissione UE aveva già adottato un documento di riflessione sul futuro delle finanze dell’UE, proponendo una serie di opzioni in cui le risorse proprie sarebbero state collegate in modo più visibile alle politiche dell’Unione, in particolare al mercato unico e alla crescita sostenibile, riducendo al contempo i contributi basati sul reddito nazionale lordo (RNL) che gli Stati membri versano al bilancio annuale dell’Unione.

Come primo passo sarebbe stata introdotta una nuova categoria di risorse proprie basata su contributi nazionali calcolati sulla base dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, fornendo anche un incentivo a ridurre il consumo di prodotti di plastica monouso, a promuovere il riciclaggio e dare impulso all’economia circolare.

Per plasticasi intende un polimero a cui possono essere stati aggiunti additivi o altre sostanze”.
Per imballaggio: “tutti i prodotti composti di materiali di qualsiasi natura, adibiti a contenere e a proteggere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, e ad assicurare la loro presentazione”.
Per rifiuti di imballaggio: “ogni imballaggio o materiale di imballaggio rientrante nella definizione di rifiuti della Direttiva 75/442/CEE, esclusi i residui della produzione”.

Il peso dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclatiè calcolato come differenza tra il peso dei rifiuti di imballaggio di plastica prodotti in uno Stato membro in un determinato anno e il peso dei rifiuti di imballaggio di plastica riciclati nello stesso anno.

La plastic tax si applicherà a decorrere dal 1° gennaio 2021, ma entrerà in vigore il primo giorno del primo mese successivo al ricevimento da parte dell’UE dell’ultima notifica da parte degli Stati membri dell’adozione della decisione.

Comunque, la plastic tax europea non avrà, come peraltro anche quella italiana, grossi impatti sull’industria italiana, essendo il nostro Paese uno dei maggiori riciclatori e riutilizzatori di plastica riciclata, come attesta anche l’ultimo Rapporto “Italia del Riciclo” di Fise-Unicircular e FoSS, presentato la scorsa settimana, mentre i vantaggi delle risorse messe a disposizione dell’Italia dal pacchetto di ripresa post-pandemia sono ingenti.

L’introduzione della plastic tax è solo il primo passo. Secondo il compromesso raggiunto sul Bilancio pluriennale dell’UE (2021-2027), la Commissione UE si appresta a presentare entro il primo semestre 2021 un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera per contrastare il rischio di una rilocalizzazione della produzione in Paesi che applicano norme meno severe per quanto riguarda le emissioni, vanificando gli sforzi di riduzione delle emissioni. Entro la primavera 2021 verrà riesaminato il sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE (EU-ETS), da estendere eventualmente ai trasporti aerei e marittimi. Entro giugno 2021 verrà definito un prelievo sulle entrate generate dalla fornitura di servizi digitali che partirà non oltre il 1° gennaio 2023.

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