Un briefing dell’Agenzia Europea dell’ambiente (EEA) che fornisce una prima panoramica dell’inquinamento da PFAS nelle acque europee mostra che la maggior parte dei fiumi monitorati, delle acque di transizione e costiere e una gran parte dei laghi in Europa è inquinata da almeno uno dei tanti composti chimici estremamente persistenti che sono considerati dannosi per le persone e la natura. In particolare, i livelli di PFOS hanno superatolo standard di qualità ambientale (EQS) nel 57% dei fiumi.
La maggior parte dei fiumi monitorati, dei laghi, delle acque di transizione e costiere d’Europa sono inquinati da almeno uno dei tanti composti chimici delle PFAS, estremamente persistenti che sono considerati dannosi per le persone e la natura.
L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha pubblicato il 9 dicembre 2024 il briefing “PFAS pollution in European waters”, che fornisce una prima panoramica sulla presenza nelle acque superficiali dell’Europa delle PFAS (sostanze perfluoroalchiliche), le cosiddette “sostanze chimiche eterne“.
Le PFAS sono un vasto gruppo di sostanze chimiche costituito da circa 10.000 composti diversi, le cui estreme persistenze nell’ambiente erano note da molto tempo ma negli ultimi anni altre proprietà preoccupanti per l’ambiente e la salute di questi composti sono state meglio comprese e raggruppate in alcuni sottogruppi in base a:
– potenziale di bioaccumulo negli organismi viventi;
– elevata mobilità in acqua, suolo e aria;
– potenziale di trasporto a lungo raggio;
– effetti (eco)tossicologici che hanno un impatto sull’uomo e sull’ambiente.
In particolare, il perfluoroottansulfonico (PFOS), uno di tali composti sintetici. non biodegradabile adatto a respingere l’acqua, sulla base dei dati del 2022 provenienti da circa 1.300 siti di monitoraggio in Europa, ha superato lo standard di qualità ambientale (EQS) nel 59% dei siti nei fiumi, il 35% dei siti nei laghi e il 73% dei siti nelle acque di transizione e costiere.
L’EEA osserva che è ancora difficile trarre conclusioni sulla portata del problema in Europa, a causa delle incertezze e delle lacune nei dati riportati. Per comprendere meglio la portata del problema dell’inquinamento da PFAS in Europa, sono necessari metodi analitici più sensibili e un ampliamento della gamma di sostanze e della copertura geografica.
Tuttavia, i risultati evidenziano una sfida nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Piano d’azione dell’UE di inquinamento zero per un ambiente privo di sostanze tossiche e del buono stato chimico per i corpi idrici entro il 2027, ai sensi della Direttiva quadro sulle acque. Le prove supportano, inoltre, anche la Strategia europea per la resilienza idrica, annunciata dalla Presidente della Commissione UE nelle Linee programmatiche per la nuova Legislatura, esposte nel luglio scorso al Parlamento europeo, per “garantire una corretta gestione delle risorse, parare la carenza d’acqua, aumentare il vantaggio della nostra industria idrica in termini di competitività e innovazione e adottare un approccio basato sull’economia circolare”.
Secondo la recente valutazione ” Lo stato delle acque in Europa” dell’EEA, solo il 29% delle acque europee ha raggiunto un buono stato chimico nel periodo 2015-2021.
In copertina: Fiordo norvegese Fonte: Safe Food Advocacy Europe)
.