Economia e finanza

Ottimizzare il contributo dei fondi strutturali e di investimento europei

ottimizzare contributi fondi strutturali

L’Italia sta iniziando una debole ripresa economica dopo una lunga e profonda recessione che ha allargato ulteriormente il divario dei risultati economici rispetto al resto dell’Europa. La disoccupazione è estremamente elevata tra i giovani e le donne e nelle regioni meridionali. La crisi economica ha aggravato la disparità socioeconomica di lunga data tra il nord e il centro dell’Italia, da un lato, e il sud del Paese, tradizionale destinatario principale dei fondi SIE, dall’altro. I fondi SIE aiuteranno ad affrontare varie questioni indicate nelle raccomandazioni strategiche formulate nell’ambito del semestre europeo, soprattutto quelle concernenti l’istruzione e il mercato del lavoro, i porti e la logistica, l’amministrazione pubblica, il sistema giudiziario e la gestione dei fondi”.

È questa la premessa della Scheda dedicata all’Italia sulle questioni chiave per ciascun Stato membro dell’Allegato II alla Comunicazione “Investire nella crescita e nell’occupazione – ottimizzare il contributo dei Fondi strutturali e di investimento europei”, adottata dalla Commissione UE e dedicata al contributo a Europa 2020, strategia decennale per la crescita e l’occupazione che l’UE ha varato nel 2010 per conseguire entro il 2020 cinque obiettivi quantitativi (occupazionericerca e sviluppoclima e energiaistruzioneintegrazione sociale e riduzione della povertà), da parte dei 5 Fondi strutturali e di investimento europei (SIE) che operano congiuntamente a supporto dello sviluppo economico di tutti i Paesi dell’Unione europea:

– Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR);
– Fondo sociale europeo (FSE);
– Fondo di coesione (FC);
– Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR);
– Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

Esistono enormi possibilità di combinare i fondi SIE e il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) del piano di investimenti, ma le autorità locali e regionali potrebbero non esserne al corrente – ha affermato Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per il portafoglio “Occupazione, crescita, investimenti e competitività” – Per questo motivo la Commissaria Crețu [la Commissaria UE per la Politica regionale] ed io formuleremo prossimamente orientamenti sulla complementarità dei fondi, affinché gli Stati membri sfruttino appieno queste nuove opportunità”.

Per esempio, nel periodo 2014-2020 i fondi investiranno 121 miliardi di euro in Ricerca e Innovazione, Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) e sostegno alle PMI in tutta Europa.

I fondi sosterranno direttamente 2 milioni di imprese per accrescerne la competitività e aumentarne la capacità di ricerca e innovazione. Quasi 15 milioni di famiglie avranno accesso alla banda larga ad alta velocità grazie al FESR, mentre con il sostegno del FEASR quasi 20 milioni di persone nelle zone rurali disporranno di nuovi o migliori servizi e infrastrutture TIC.

Con 193 miliardi di euro (il più alto bilancio dell’UE che sia mai stato assegnato a investimenti in energia, ambiente, biodiversità, clima, gestione del rischio e trasporto sostenibile, i programmi dei Fondi ESI guideranno l’Europa sulla strada verso un’economia a basse emissioni di carbonio, creando al contempo opportunità di business e posti di lavoro verdi in settori che hanno un significativo potenziale di crescita.

Grazie agli investimenti dei Fondi ESI, 875.000 famiglie potranno beneficiare di lavori per la ristrutturazione termica, oltre 57.000 aziende opereranno con maggiore efficienza energetica, e 3,3 milioni di utenti di energia supplementari saranno collegati a reti energetiche intelligenti. Nel complesso, i programmi contribuiranno ad una diminuzione delle emissioni annuali stimate di gas a effetto serra per circa 30 milioni di tonnellate di CO2 e sosterranno la produzione di più di 7.500 MW di ulteriore capacità da energia rinnovabile, circa la capacità totale di energia elettrica della Slovenia e Croazia messe insieme.

Un totale di 120 miliardi di euro saranno assegnati per occupazione, inclusione sociale, istruzione e formazione, in particolare per misure volte a lottare contro la disoccupazione giovanile. Nel corso del periodo 2014-2020, il FSE contribuirà a far migliorare a 10 milioni di disoccupati le loro possibilità di trovare un lavoro, e 400.000 PMI (comprese le imprese cooperative e le imprese dell’economia sociale) dovrebbero ricevere finanziamenti per investire nello sviluppo del capitale umano e nelle competenze.

Inoltre, 4,2 miliardi di euro saranno investiti per l’efficienza della Pubblica Amministrazione, per rendere le istituzioni più solide, moderne e collegate tra loro in tutta Europa.

A tal riguardo, la Commissione UE ha pubblicato delle Linee guida che contengono le indicazioni per i funzionari pubblici coinvolti nella gestione dei Fondi strutturali e di investimento europei affinché evitino gli errori frequenti e di adottare le migliori pratiche per l’esecuzione delle procedure d’appalto. Per facilitare l’uso della guida sono infine stati inseriti punti di allerta ed elementi interattivi con link ai pertinenti testi legislativi e ad altri documenti utili.

Con la diminuzione degli investimenti nazionali e regionali, i fondi SIE sono sempre più necessari – ha sottolineato Corina Crețu, Commissaria per la Politica regionale – Mirando ai settori più promettenti, accrescendo la coesione e la convergenza nell’UE ed aiutando le regioni e le città a sfruttare i talenti e le idee dei propri cittadini, essi sostengono energicamente il ritorno dell’Europa ad una prosperità durevole. Spetta ora agli Stati membri gestire con efficienza e investire i fondi in modo tale che possano raggiungere gli obiettivi descritti nella comunicazione”.

Secondo la Commissione UE, i Fondi ESI e il Fondo per gli investimenti strategici (FESI), istituito nel luglio scorso nell’ambito della Banca europea per gli investimenti (BEI) per rivitalizzare gli investimenti aggiuntivi verso l’economia reale in settori come quelli delle infrastrutture, dell’istruzione, della ricerca, dell’innovazione, delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, possono essere combinati insieme, specie per Paesi o settori in cui i rischi di investimento sono percepiti come troppo elevati, rendendo improbabile la concessione del sostegno del Fondo FESI senza la presenza di contributi del Fondo ESI. Per questo motivo, la Commissione UE pubblicherà prossimamente delle Linee guida sulla complementarietà di tali fondi, per far sì che le Autorità di gestione sfruttino appieno queste nuove opportunità.

Inoltre, al fine di garantire la massima trasparenza per il pubblico, la Commissione ha inaugurato contestualmente una nuova Piattaforma aperta dei dati relativi ai fondi SIE per illustrare i progressi compiuti nell’attuazione dei programmi, in cui è possibile attingere a tutti i finanziamenti Paese per Paese, e dal quale emerge che per i 75 programmi nazionali e regionali l’Italia per il periodo 2014-2020 beneficerà di quasi 43 miliardi di euro (solo la Polonia ne avrà a disposizione di più), distribuiti nei vari settori.

La Comunicazione passa ora al vaglio del Parlamento europeo, del Consiglio, del Comitato delle Regioni e del Comitato economico e sociale europeo, per fornire al riguardo le loro osservazioni.

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