OCSE, UNEP e WB hanno presentato al G20 argentino, come richiesto, il Rapporto sul finanziamento delle azioni per gli obiettivi climatici da cui emerge che per il loro conseguimento deve essere adottato quanto prima un radicale programma di investimenti infrastrutturali.
Nel corso del recente G20 (Buenos Aires, 30 novembre – 1° dicembre 2018 , l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economici (OECD), il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e Banca Mondiale (WB) hanno presentato il Rapporto “Financing Climate Futures” (Il finanziamento delle future azioni per il clima), dove si sottolinea la necessità di adottare un programma radicale di investimenti in infrastrutture a basse emissioni di carbonio e resilienti al clima, se vogliono conseguire l’obiettivo previsto dall’Accordo di Parigi, che prevede l’azzeramento delle emissioni di gas serra alla metà del secolo.
Il Rapporto era stato richiesto alle 3 organizzazioni dal G20 di Amburgo (2017) al fine di illustrare i flussi finanziari pubblici e privati coerenti con gli obiettivi di Parigi.
L’OCSE aveva precedentemente redatto per la Presidenza tedesca del G20 il Rapporto “Investire nel clima, investire nella crescita” che metteva in evidenza come l’azione per il clima e quella per la crescita possano andare di pari passo, purché le politiche per il clima siano integrate da riforme fiscali e strutturali.
“Investire in infrastrutture a basse emissioni di carbonio e resilienti ai cambiamenti climatici è vitale per il futuro del pianeta e può anche stimolare la crescita economica – ha affermato Gabriela Ramos, Capo di Gabinetto del Segretario Generale dell’OCSE e Sherpa al G20 – La sfida infrastrutturale crea incentivi per le riforme che possono offrire prestazioni migliori su entrambi i fronti. Stiamo perdendo tempo però; se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo, dobbiamo muoverci molto più rapidamente e ottenere uno spostamento sistematico di trilioni di dollari in investimenti verdi“.
L’OCSE stima che fino al 2030 siano necessari 6,9 trilioni di dollari l’anno per realizzare gli obiettivi relativi al clima e allo sviluppo e che le attuali infrastrutture del settore energetico, dei trasporti, dell’edilizia e delle risorse idriche contribuiscono per oltre il 60% alle emissioni di gas a effetto serra. Per realizzare gli obiettivi mondiali relativi al clima e allo sviluppo è necessaria una trasformazione senza precedenti dei sistemi infrastrutturali esistenti. Oggi più che mai l’azione volta ad allineare i flussi finanziari con percorsi di sviluppo a basse emissioni e resilienti diventa cruciale per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e per realizzare l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Il Rapporto delinea le 20 azioni chiave in 6 aree di trasformazione per guidare gli investimenti pubblici e privati in linea con gli obiettivi di Parigi.
– Pianificazione. Pianificare infrastrutture per un futuro a basse emissioni e resiliente, ripensando la pianificazione a tutti i livelli di governo per allineare gli attuali piani di progettazione di infrastrutture con gli obiettivi di lungo termine del clima e dello sviluppo, evitare il cosiddetto carbon lock-in e fare in modo che la resilienza sia una regola nelle decisioni sulle infrastrutture.
– Innovazione. Dare il via libera all’innovazione per accelerare la transizione, applicando politiche mirate e accelerando la diffusione delle tecnologie, dei modelli imprenditoriali e dei servizi esistenti, trasferendo rapidamente la prossima generazione di soluzioni dal laboratorio al mercato e promuovendo la diffusione internazionale delle tecnologie per fare in modo che tutti traggano vantaggio dall’innovazione.
– Bilanci pubblici. Garantire la sostenibilità fiscale per un futuro a basse emissioni e resiliente, diversificando le fonti di entrate pubbliche per ridurre il legame con il carbonio, allineando gli incentivi fiscali e di bilancio con gli obiettivi climatici e sfruttando il potere delle gare d’appalto e della spesa delle istituzioni pubbliche, garantendo al tempo stesso una transizione inclusiva lungo l’intero percorso di trasformazione.
– Sistema finanziario. Riorganizzare il sistema finanziario in linea con i rischi climatici di lungo termine e le opportunità, ovviando agli incentivi distorti, alle lacune di capacità e a un’inadeguata diffusione delle informazioni sui rischi climatici e determinazione delle tariffe che stanno frenando lo stanziamento di risorse finanziarie per le basse emissioni e le infrastrutture resilienti.
– Finanziamenti per lo sviluppo. Ripensare i finanziamenti per lo sviluppo in funzione del clima, garantendo che le istituzioni finanziarie per lo sviluppo abbiano le risorse, i mandati e gli incentivi necessari per realizzare azioni di trasformazione a favore del clima, per attrarre nuovi investitori e aiutare i Paesi a progredire nei propri programmi per il clima e a costruire ambienti favorevoli e “mercati per il clima”.
– Città. Dare la possibilità alle Amministrazioni di costruire società urbane a basse emissioni e resilienti, sviluppando la capacità per programmare e finanziare più efficacemente le infrastrutture opportune, allineando le normative fiscali nazionali e locali ai fabbisogni di investimenti e costruendo capacità di finanziamento in relazione al clima e a progetti a livello urbano.
“Non possiamo ignorare la nuova realtà di eventi meteorologici estremi che minacciano posti di lavoro, residenze, sicurezza alimentare e altre aspetti basilari della nostra vita – ha sottolineato Kristalina Georgieva, Amministratore delegato WB – L’infrastruttura che viene costruita oggi deve essere pronta a far fronte al clima che cambia di domani. Abbiamo bisogno di giusti incentivi e regolamenti per accelerare urgentemente i finanziamenti a questi progetti”.
La relazione finale di Inchiesta, durata 4 anni, sulla progettazione di un sistema finanziario sostenibile (Making Waves: Aligning the Financial System with Sustainable Development) dell’UNEP – Finance Initiative, pubblicata ad aprile, ha rilevato che la sostenibilità sta diventando una pratica diffusa all’interno delle Istituzioni finanziarie e degli Organismi di regolamentazione e il numero e la gamma di misure politiche per far avanzare la finanza sostenibile è passato da 139 nel 2013 a 300 nel 2017.
Tuttavia, c’è ancora molto da fare, in particolare nelle infrastrutture.
La Banca Europea degli Investimenti (BEI), ha emesso in settembre obbligazioni sostenibili (SAB) per un ammontare di 500 milioni di euro finalizzate a progetti infrastrutturali per le risorse idriche.
“Abbiamo solo 12 anni per evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici, per cui c’è bisogno di una rapida riforma delle nostre economie e società, compreso il passaggio a infrastrutture a basse emissioni di carbonio – ha dichiarato Joyce Msuya, Direttore esecutivo ad interim dell’UNEP, dopo le dimissioni di Erik Solheim – Il potere economico e l’influenza politica del G20 saranno cruciali per sbloccare gli investimenti di cui abbiamo bisogno per realizzare questo cambiamento“.
Ma non pare che gli inviti siano stati ascoltati da tutti i membri del G20, viste le dichiarazioni di qualche Capo di Stato e di Governo e da quel che si può leggere nella dichiarazione finale.