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Net Zero E-conomy: i vantaggi socio-economici, sociali e ambientali per l’Italia

Durante il 48° Forum The European House – Ambrosetti, è stato presentato il rapporto “Net Zero E-conomy”, realizzato in collaborazione con Enel, che evidenzia come l’accelerazione verso la decarbonizzazione garantisca investimenti più efficaci e maggiori benefici economici, sociali e ambientali.

L’accelerazione nell’introduzione di politiche che favoriscano la transizione energetica e il raggiungimento di un’economia a emissioni zero entro il 2050 consentiranno, oltre al rafforzamento dell’indipendenza e della sicurezza energetica del Continente europeo, maggiori opportunità di creazione di valore e di occupazione rispetto a scenari con ambizioni ridotte, soprattutto per l’Italia.

È quanto emerge dallo StudioNet Zero E-conomy 2050 “realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti e presentato nell’ambito del 48° Forum di  Cernobbio (2-4 settembre 2022).

Due anni dallo scoppio della pandemia COVID-19 e le sue rilevanti implicazioni sull’economia globale, la guerra in Ucraina ha reso più che mai urgenti le preoccupazioni sulla sostenibilità dell’attuale sistema energetico – ha commentato Francesco Starace, CEO e General Manager di Enel – Seppure la necessità di affrontare il cambiamento climatico sia da sola una ragione più che sufficiente per perseguire una transizione energetica, la vulnerabilità delle nostre economie, dipendenti dal gas e dal petrolio, ha reso tale urgenza più che mai impellente. Questo studio mostra molto chiaramente l’eccessiva dipendenza dal gas di alcune economie dei paesi UE, in primis la grande dipendenza dell’Italia, e i vantaggi molto chiari che un‘accelerata riduzione dell’uso delle fonti energetiche fossili può portare proprio a chi oggi ne fa un uso eccessivo”.

Lo Studio analizza le traiettorie della transizione energetica in Italia e in Spagna e quantifica i gap rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, di diffusione delle rinnovabili e di miglioramento dell’efficienza energetica.

L’andamento delle emissioni globali di CO2 che nel 2021 hanno continuato a crescere raggiungendo, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) il record di 36,3 miliardi di tonnellate ha evidenziato più che mai la necessità di ripensare l’attuale sistema energetico.

L’UE si è posta l’obiettivo di diventare “neutrale dal punto di vista climaticoentro il 2050. Sia in Italia sia in Spagna, tuttavia, si registrano alcune criticità nel processo della transizione energetica. In particolare, rispetto alle emissioni di gas serra, le performance sono insufficienti sia nel breve che nel lungo periodo. Per l’Italia il divario tra il trend inerziale e gli obiettivi della Strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra nel 2050 sarebbe di circa 151,2 milioni di tonnellate CO2-eq.

Sono stati elaborati due scenari per valutare l’impatto della penetrazione delle varie tecnologie sull’economia e sul mercato del lavoro:
– lo scenario “Low Ambition” che si basa sui dati aggiornati del PNIEC;
– lo scenario “Net Zero” che include le ambizioni del “Fit for 55” al 2030 e gli impatti economici e ambientali della pandemia di COVID-19.
Entrambi gli scenari sono stati confrontati con uno scenario Controfattuale che rappresenta l’attuale proiezione business as usual.

È oggi più che mai necessario mettere in atto decisioni e azioni tempestive per favorire un rapido cambiamento di rotta – ha sottolineato Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti – Lo Studio ‘Net Zero E-conomy 2050’ va proprio in questa direzione. Infatti, le analisi hanno individuato due scenari di decarbonizzazione (‘Low Ambition’ e ‘Net Zero’). Lo scenario ‘Net Zero’ prevede in Italia investimenti per 3.351 miliardi di euro nel periodo 2021-2050, meno degli investimenti necessari per lo scenario ‘Low Ambition’. Lo scenario ‘Net Zero’ prevede non solo minori investimenti ma anche maggiori benefici. Infatti, se confrontati con uno scenario Controfattuale, gli scenari ‘Net Zero’ sono associati a benefici rilevanti entro il 2050, in termini di ritorni economici (+328 miliardi di euro), di occupazione (+2,6 milioni di posti di lavoro), riduzione dell’inquinamento (-614 miliardi di euro di costi connessi alla salute e alla minore produttività) e risparmio sulle spese per combustibili fossili (-1.914 miliardi di euro). Rispetto ad oggi, inoltre, lo scenario ‘Net Zero’ garantisce benefici in termini di sicurezza energetica entro il 2050, abilitando una riduzione dell’intensità dell’utilizzo di gas (-94% nell’indice di intensità di gas sul PIL rispetto al 2020) e della dipendenza energetica (-73,5 p.p. rispetto al 2020)”.

L’attuale crisi energetica, con l’impennata dei prezzi sui mercati energetici internazionali e lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, ha ulteriormente messo in luce la vulnerabilità e la dipendenza energetica dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili. L’UE dipende per il 57% dalle importazioni di energia e nel ventennio 2000-2020 questa quota è rimasta pressoché invariata. L’Italia è il 2° nell’indice di dipendenza dal gas naturale tra i Paesi dell’UE.

Lo studio evidenzia come lo scenario “Net Zero” sia associato a rilevanti benefici sociali, economici, ambientali e di sicurezza energetica. Per quanto riguarda i risparmi sulle spese per i combustibili fossili, nel periodo 2021-2050 il beneficio nello scenario “Net Zero” rispetto a uno scenario Controfattuale sarebbe pari a 1.914 miliardi di euro (contro 851 miliardi di euro nello scenario “Low Ambition”). Inoltre, lo scenario “Net Zero” consentirebbe una significativa riduzione dell’intensità di gas sul PIL, che potrebbe diminuire del 94% rispetto ai dati attuali (contro il -76% dello scenario “Low Ambition” nel 2050).

Sintesi degli impatti degli scenari “Net Zero” e “Low Carbon”

Lo scenario “Net Zero”, infine, consentirebbe un’ulteriore riduzione dell’indice di dipendenza energetica rispetto alle proiezioni del Piano nazionale, dal 73,5% nel 2020 allo 0% nel 2050 in Italia (31,3% nello scenario “Low Ambition”)

Per accelerare il percorso verso un’economia a zero emissioni, lo studio ha messo a fuoco 2 prerequisiti e 5 proposte di policy: una proposta riguarda trasversalmente tutti i settori economici analizzati, mentre le altre quattro sono iniziative specifiche per ogni settore.

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