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Modello di crescita europeo: per un’economia verde, digitale e resiliente

In vista della riunione informale del Consiglio europeo dei capi di Stato o di governo (10-11 marzo 2022), la Commissione UE in una Comunicazione ha riassunto gli obiettivi per un modello di crescita europeo nell’ambito delle transizioni verde e digitale e del rafforzamento della resilienza sociale ed economica, illustrando i principali investimenti e riforme necessari.

Conseguire gli ambiziosi obiettivi verdi, digitali e di resilienza che l’UE si è prefissata richiede uno sforzo costante che coinvolga tutti i soggetti a livello europeo, di Stati membri e a livello privato, con l’obiettivo comune di costruire un futuro equo e inclusivo per tutti gli europei.

Al fine di fornire un contributo alle discussioni sul modello di crescita economica europeo che avranno luogo alla riunione informale di Consiglio europeo dei Capi di Stato e di governo (10-11 marzo 2022) , la Commissione UE ha presentato il 2 marzo 2022 una Comunicazione sul modello europeo di crescita, che riprendendo gli obiettivi comuni che vedono impegnati l’UE e gli Stati membri nell’ambito delle transizioni verde e digitale e del rafforzamento della resilienza sociale ed economica, illustra i principali investimenti e riforme necessari.

Investimenti e riforme alla base del modello di crescita europeo
Vi è un ampio consenso sulle priorità del modello di crescita economica europeo; ciò comprende le transizioni verde e digitale, la necessità di rafforzare la resilienza economica e sociale dell’UE e la sua preparazione agli shock. È necessario trasformare l’economia dell’UE per salvaguardare la prosperità e il benessere dei suoi cittadini, in particolare nell’attuale contesto di instabilità geopolitica e delle sfide globali emergenti. Tali sviluppi evidenziano la necessità di intensificare il programma di riforme e di rafforzare la cooperazione con i partner internazionali per affrontare le sfide comuni, al fine di promuovere la pace e la stabilità. Il mercato unico, che rappresenta la principale fonte di resilienza dell’Unione e la sua risorsa economica più preziosa, sarà determinante per conseguire tali obiettivi.

Questa trasformazione dell’economia europea si basa su due pilastri di pari importanza: investimenti e riforme. Gli investimenti, fondamentali per una crescita sostenibile e sostenuta e prerequisito per accelerare le transizioni verde e digitale, devono essere accompagnati, tuttavia, da riforme volte a garantire che tutte le norme dell’UE siano in linea con i suoi obiettivi fondamentali, creando un adeguato contesto economico e sociale e i giusti incentivi affinché le famiglie e le imprese possano contribuirvi pienamente.

Verso un’economia verde, digitale e resiliente
La transizione verde rappresenta l’opportunità di portare l’Europa su un nuovo percorso di crescita sostenibile e inclusiva. Oltre a contrastare i cambiamenti climatici, contribuirà a ridurre le bollette energetiche e la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, migliorando in tal modo la sicurezza energetica e delle risorse dell’Unione. Per realizzare il Green Deal europeo nei prossimi dieci anni, l’UE deve aumentare gli investimenti annuali di circa 520 miliardi di euro rispetto al decennio precedente. Di questi investimenti aggiuntivi, 390 miliardi di euro corrisponderebbero alla decarbonizzazione dell’economia, in particolare nel settore dell’energia, e 130 miliardi di euro all’anno agli altri obiettivi ambientali. Affinché la transizione verde abbia successo, deve mettere al primo posto le persone e occuparsi di chi ne subirà maggiormente le conseguenze. A tal fine la Commissione ha posto l’equità al centro delle proprie politiche collegate al Green Deal europeo, compreso il Pacchetto “Fit for 55” .

La pandemia di COVID-19 ha accelerato la trasformazione digitale delle nostre società e ha evidenziato l’importanza delle tecnologie digitali per la crescita economica dell’Europa in futuro. La Bussola per il digitale proposta dalla Commissione UE stabilisce gli obiettivi digitali dell’Unione per il 2030. Per realizzare tali ambizioni bisogna intensificare gli investimenti nelle tecnologie digitali fondamentali, tra cui la cibersicurezza, il cloud computing, l’intelligenza artificiale, gli spazi di dati, la blockchain, il calcolo quantistico e i semiconduttori, nonché nelle competenze collegate a tali ambiti. Nel 2020 si è calcolato che per promuovere la transizione digitale saranno necessari investimenti aggiuntivi pari a circa 125 miliardi di euro all’anno. Una trasformazione digitale equa ha il potenziale di aumentare l’innovazione e la produttività dell’economia dell’UE, offrendo nuove opportunità ai cittadini e alle imprese. La transizione digitale contribuirà anche agli obiettivi verdi, con sinergie in svariati settori dell’economia circolare intelligente.

Al tempo stesso, l’UE deve affrontare una serie di rischi e di incertezze, in particolare nel contesto dell’attuale instabilità geopolitica. Sebbene la maggior parte delle imprese e delle catene di approvvigionamento abbiano mostrato un elevato grado di resilienza e adattabilità durante la pandemia, la crisi e la successiva ripresa hanno messo in luce una serie di vulnerabilità in alcuni settori. Tra questi figurano le strozzature a livello della logistica e della catena di approvvigionamento, la carenza di manodopera e di competenze, le minacce informatiche e le preoccupazioni in materia di sicurezza dell’approvvigionamento legate a settori chiave dell’economia, come avviene attualmente nel settore dell’energia. Per consolidare ulteriormente il vantaggio tecnologico dell’Europa e sostenerne la base industriale, l’UE dovrà anche aumentare gli investimenti nelle industrie spaziali europee in quelle della difesa e continuare a rafforzare le sue capacità di gestione dei rischi e di risposta alle emergenze in caso di shock o pandemie futuri

Promuovere un’azione coordinata a tutti i livelli
Come indicato nella comunicazione, affinché gli investimenti e le riforme contribuiscano pienamente agli obiettivi prioritari dell’UE, è importante garantire un’azione coordinata da parte di tutti i soggetti interessati: le autorità pubbliche a livello europeo, nazionale e regionale e il settore privato. In tal modo, le azioni si rafforzeranno a vicenda, evitando differenze tra Stati membri e rafforzando il mercato unico.

Gli investimenti necessari per completare la duplice transizione e rafforzare la resilienza dovranno provenire principalmente dal settore privato; l’UE e le autorità nazionali dovrebbero dunque garantire un contesto imprenditoriale favorevole che attiri gli investimenti. Ciò si può realizzare rafforzando il mercato unico, completando l’Unione bancaria e progredendo rapidamente verso l’Unione dei mercati dei capitali. Anche altre politiche trasversali, quali la fiscalità, gli scambi commerciali e la politica della concorrenza dovrebbero continuare a sostenere il contesto imprenditoriale favorevole dell’Unione e contribuire ad attrarre investimenti per attuare con successo le priorità politiche dell’UE.

Se è vero che i fondi privati rappresenteranno la quota maggiore degli investimenti, potrebbe essere necessario anche un intervento pubblico, ad esempio per ridurre i rischi legati ai progetti innovativi o per superare i fallimenti del mercato. Il sostegno pubblico a livello nazionale e dell’UE dovrebbe essere oculatamente mirato al fine di mobilitare investimenti privati. Gli investimenti dell’UE hanno inoltre l’effetto di inviare un segnale importante. Il bilancio dell’UE e lo strumento per la ripresa NextGenerationEU, con un importo congiunto di oltre 2.000 miliardi di euro, rappresentano una notevole capacità a sostegno della crescita a lungo termine. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), congiuntamente ai PNRR, è stato determinante per allineare le priorità nazionali e dell’UE in ambito di riforme e investimenti attorno a una serie di obiettivi comuni. In particolare, il Regolamento relativo al dispositivo per la ripresa e la resilienza impone a ciascuno Stato membro di destinare almeno il 37 % della dotazione totale del proprio piano per la ripresa e la resilienza agli obiettivi in materia di clima e il 20 % agli obiettivi in materia di digitalizzazione. Tuttavia, per poter raggiungere gli obiettivi, tali investimenti e riforme dovranno essere sostenuti nel corso del tempo, sia a livello nazionale che dell’UE.

Immagine: Quota dei fondi per la ripresa e la resilienza che contribuiscono a ciascun pilastro politico. Gli importi si riferiscono ai 22 Piani di ripresa e resilienza adottati nel 2021. Le parti più scure delle colonne rappresentano le misure che sono state etichettate e assegnate al pilastro come area di intervento primario, mentre le parti più chiare rappresentano le misure contrassegnate come area politica secondaria (fonte: Servizi della Commissione UE).


Quota dei fondi per la ripresa e la resilienza che contribuiscono a ciascun pilastro politico. Gli importi si riferiscono ai 22 Piani di ripresa e resilienza adottati nel 2021. Le parti più scure delle colonne rappresentano le misure che sono state etichettate e assegnate al pilastro come area di intervento primario, mentre le parti più chiare rappresentano le misure contrassegnate come area politica secondaria (fonte: Servizi della Commissione UE)

Gli investimenti pubblici e le riforme, se di ottima qualità e volti a sostenere la crescita, possono contribuire positivamente alla sostenibilità del debito. Le strategie di riduzione del debito, per essere efficaci, dovrebbero concentrarsi sul risanamento di bilancio, sulla qualità e sulla composizione delle finanze pubbliche e sulla promozione della crescita. La revisione del quadro europeo di governance economica, attualmente in corso, permette di migliorare l’efficacia delle norme di bilancio dell’UE e di garantire che esse svolgano un ruolo adeguato nell’incentivare le politiche di investimento e di riforme degli Stati membri, in linea con le nostre priorità comuni, salvaguardando al contempo la solidità delle finanze pubbliche. In tale contesto, sarà importante garantire la coerenza tra la sorveglianza di bilancio e il coordinamento delle politiche economiche e allineare le politiche di investimento e di riforme negli Stati membri nonché gli obiettivi nazionali e dell’UE.

Garantire una trasformazione economica equa e inclusiva
La trasformazione dell’economia europea avrà successo solo se sarà equa e inclusiva e se tutti i cittadini potranno trarre vantaggio dalle opportunità offerte dalla duplice transizione verde e digitale. In assenza di misure di accompagnamento, gli effetti della digitalizzazione e della decarbonizzazione saranno probabilmente distribuiti in modo disomogeneo sul livello di benessere. La ridistribuzione della forza lavoro all’interno dei vari settori e tra di essi richiederà riforme e investimenti su vasta scala per la riqualificazione e il miglioramento delle competenze; sarà necessaria una risposta politica forte a tutti i livelli per affrontare efficacemente le sfide sociali e di coesione che ci attendono.

Il modello di crescita dell’Europa ha pertanto bisogno di una forte dimensione sociale che si concentri sull’occupazione e sulle competenze per il futuro e apra la strada a una transizione equa e inclusiva. A livello dell’UE, il Pilastro europeo dei Diritti sociali e il relativo Piano d’azione forniscono un quadro d’azione coerente in questo ambito. Il bilancio dell’UE e NextGenerationEU a fornire sostegno per ridurre le disparità regionali e sociali, in particolare attraverso la politica di coesione, il Meccanismo per una transizione giusta, il dispositivo per la ripresa e resilienza, in futuro, il Fondo sociale per il Clima, annunciato nel Pacchetto “Fit for 55″.

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