L’ultimo Rapporto sulla mobilità urbana sostenibile dell’Agenzia Europea dell’Ambiente sottolinea che i percorsi del “primo e ultimo miglio” per prendere i mezzi di trasporto pubblico, effettuati a piedi o in bicicletta, hanno una notevole importanza per ridurre l’inquinamento urbano, nonché la congestione del traffico che provoca pesanti perdite di tempo ai cittadini europei, in particolare a quelli delle città italiane.
Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), quantunque l’uso diffuso di scooter elettrici e servizi condivisi di trasporto passeggeri stiano trasformando il modo in cui ci muoviamo nei centri urbani, camminare, andare in bicicletta e utilizzare i trasporti pubblici rimangono le modalità più adeguate per migliorare la mobilità sostenibile nelle città.
È quanto emerge dal Rapporto “The first and last mile-the key to sustainable urban transport” (Il primo e l’ultimo miglio – la chiave per un trasporto urbano sostenibile), pubblicato il 3 febbraio 2020 assieme ad un briefing che evidenzia come l’aumento del consumo di petrolio nel settore dei trasporti e quello correlato delle emissioni di gas ad effetto serra ostacolino la Strategia dell’UE per obiettivi ambientali e climatici a lungo termine.
I viaggi brevi di inizio o di fine percorso sono i tratti essenziali in termini di sostenibilità degli spostamenti giornalieri che vengono compiuti. Se i servizi di autobus, treni e metropolitana coprono spesso la parte principale dei viaggi da e verso il lavoro, poi le persone devono ancora camminare, guidare o utilizzare un altro modo per raggiungere la stazione o la fermata più vicina.
Migliorare i percorsi del primo miglio e ultimo miglio o di un solo miglio ha la potenzialità di ridurre l’uso dell’auto, la congestione del traffico, le emissioni e di migliorare la qualità dell’aria. Le Amministrazioni cittadine possono fare molto per facilitare l’accesso ai sistemi di trasporto pubblico, creando attraenti spazi urbani ben collegati alle infrastrutture e rendendo più facili e piacevoli le passeggiate e l’uso della bicicletta da e verso gli snodi e le fermate.
La mobilità a piedi, in bicicletta e tramite i trasporti pubblici sarà determinante anche per raggiungere gli obiettivi politici nell’ambito del Green Deal che la nuova Commissione UE ha adottato lo scorso dicembre.
Le app digitali per la mobilità possono offrire un notevole contributo, ma non possono compensare i “buchi” dei trasporti pubblici se sono sottosviluppati, avverte l’Agenzia. Affinché le opzioni ecologiche abbiano buone possibilità di competere con le automobili, i prezzi devono anche riflettere i danni arrecati alla salute e all’ambiente.
Assieme ai trasporti pubblici, andare a piedi e in bicicletta per i viaggi brevi in città offrono i maggiori benefici sia per la salute umana che per l’ambiente. L’introduzione e la rapida adozione di schemi di condivisione dei veicoli basati su app possono produrre benefici, tuttavia il Rapporto ripropone studi che dimostrano come il loro impatto sull’ambiente non è sempre positivo. I sistemi di condivisione della mini mobilità elettrica stanno attraendo utenti che altrimenti avrebbero camminato o utilizzato il trasporto pubblico. Il loro uso genera pochi impatti ambientali diretti, ma le loro qualità ecologiche possono essere messe in discussione se vengono considerati gli impatti negativi associati ai loro materiali, alla loro produzione e alla loro frequente necessità di ricarica.
Il settore dei trasporti continua a fare molto affidamento sui combustibili fossili ed è responsabile di un quarto delle emissioni di gas serra in Europa. Il settore è anche una fonte significativa di inquinamento atmosferico, in particolare di particolato (PM) e biossido di azoto (NO2), nonché costituisce la principale fonte di inquinamento acustico in Europa.
Dal briefing dell’AEA che tiene traccia delle prestazioni ambientali a breve e lungo termine dei trasporti nell’UE, si evidenzia che le emissioni del settore nel 2018 sono state superiori del 29% rispetto ai livelli del 1990, mentre nel Green Deal europeo si propone una loro riduzione del 90% entro il 2050 per poter raggiungere la neutralità climatica nell’UE.
Gli alti livelli di traffico stradale in determinate località e momenti della giornata porta a congestione del traffico e alla conseguente perdite di tempo, oltre a non dare alcuna certezza su tempi di percorrenza necessari, che gli utenti della strada avrebbero potuto utilizzare in modo più produttivo o in attività più gradevoli.
Una stima della media del tempo perso nella congestione del traffico in 15 aree urbane europee, secondo INRIX, il fornitore leader di informazioni in tempo reale sul traffico e di servizi connessi per gli automobilisti, nel 2018 Roma è risultata l’area urbana più congestionata dell’UE con una media di ore perse dai pendolari di 254 (+ 16% rispetto all’anno al 2017). Tra le altre grandi città italiane: Milano è al 5° posto (226), Firenze al 7° (195), Napoli al 10° (186) e Torino al 12° (167), l’unica città italiana che abbia ridotto il tempo perso nel traffico rispetto all’anno precedente (2%).
Gli altri risultati del Rapporto
– Nel 2018, le emissioni medie di biossido di carbonio (CO2) delle nuove
autovetture sono aumentate per il secondo anno consecutivo, raggiungendo 120,4
g di CO2 per chilometro. Le auto a benzina stanno sorpassando le auto a
gasolio nelle vendite di nuove autovetture, ma il consumo totale di gasolio
continua ad aumentare. Le emissioni medie di CO2 dei nuovi
furgoni hanno segnalato una tendenza al rialzo.
– Le emissioni di gas a effetto serra prodotte dal trasporto aereo sono aumentate più di quelle dei trasporti marittimi internazionali sono aumentate del 5% in 2 anni (2015-2017).
– La quota di energia rinnovabile utilizzata per i trasporti nell’UE è
passata dal 7,4% nel 2017 all’8,1% nel 2018, ben al di sotto dell’obiettivo
dell’UE del 10% fissato per il 2020.
– Oltre il 27% dei cittadini europei è esposto a livelli di rumore causato
dai trasporti pari a 55 decibel (dB) o superiori, incluso il 15-20% per il solo
rumore del traffico stradale.