Energia

Mercato elettrico: rinnovabili e crisi del gas impongono ripensamento

Un’analisi di Althesys, presentata e discusa a Key Energy (Fiera di Rimini, 8-11 novembre 2022) nel corso del workshop “Il settore elettrico del futuro”, dopo i 2 anni di sconvolgimento del mercato elettrico, ha preso in esame 3 ipotesi di riforma, stimando anche cosa sarebbe successo se l’Italia avesse introdotto un tetto al prezzo del gas per la produzione di elettricità come hanno fatto Spagna e Portogallo.

Sconvolgimenti geopolitici, obiettivi di decarbonizzazione, break-trough tecnologici sono gli elementi chiave che inducono a ripensare radicalmente e rapidamente l’assetto del mercato elettrico italiano.
Le fonti rinnovabili sono strategiche per la supply security oltre che per ridurre gli impatti ambientali, ma con quali strumenti si potranno sviluppare più velocemente?
Quale dovrà essere la struttura e il funzionamento del mercato elettrico?
Quali saranno i costi di sistema e i prezzi per i consumatori?
 

Sono le domande cruciali a cui rispondere per disegnare un’efficace strategia energetica nazionale con il nuovo PNIEC e su cui si sono confrontati alcuni dei principali operatori e stakeholder al workshop “Il settore elettrico del futuro. Rinnovabili, crisi energetica e innovazione disegnano il mercato al 2030” a cura di Althesys, la Società professionale indipendente specializzata nella consulenza strategica e nello sviluppo di conoscenza, con competenze di eccellenza nei settori chiave di ambiente, energia, infrastrutture e utility, e svoltosi a Key Energy, la Fiera della transizione energetica in corso in contemporanea a Ecomondo (Fiera di Rimini, 8-11 novembre 2022).

Secondo Alessandro Marangoni, Amministratore delegato di Althesys, la crisi energetica che stiamo attraversando si accompagna all’attesa di una forte crescita delle fonti rinnovabili, mentre le fossili andranno verso un progressivo ridimensionamento per ridurre i rischi geopolitici e rafforzare l’indipendenza energetica. Efficienza energetica e più rinnovabili potranno ridurre i prezzi in futuro, ma occorrerà comunque ridisegnare il mercato elettrico per adeguarlo all’evoluzione della struttura industriale della generazione e delle infrastrutture in vista degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema elettrico.

Entro una decina d’anni grazie all’elettrificazione si ridurrà la domanda complessiva di combustibili fossili – ha affermato Marangoni – Rimarranno comunque elementi di criticità, che dovranno essere affrontati per poter aver un mercato elettrico più efficiente”.

Nel giro di 2 anni tutto è cambiato nel mercato dell’energia. Si è passati da prezzi del gas che erano ai minimi storici a causa della pandemia (8 euro/MWh a fronte di una domanda elettrica al suo minimo da inizio secolo) ai record verso l’alto del 2021 e 2022, con quotazioni oltre i 100 euro/MWh già prima della guerra in Ucraina, per triplicare ad agosto.
Nei primi 8 mesi di quest’anno, la domanda di energia elettrica è poi tornata ai livelli pre-Covid, con prezzi superiori a 100 euro/MWh da luglio 2021 e oltre 200 euro/MWh da ottobre e un picco di 540 euro/MWh nell’agosto scorso. Oggi, fortunatamente, grazie anche al clima mite e al riempimento degli stoccaggi, si assiste a un nuovo drastico calo dei prezzi del gas, mentre il PUN giornaliero è tornato sotto i 200 euro/MWh dopo 4 mesi.

Tre ipotesi per una riforma del mercato
Dopo anni di dibattito si torna a parlare di come deve essere riformato il mercato elettrico, contemperando l’esigenza di contenere i costi delle bollette con quella di favorire la transizione energetica spingendo lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Althesys ha analizzato 3 diverse opzioni teoriche di funzionamento del mercato elettrico:
– quello attuale di System Marginal Price (SMP), il sistema di determinazione di un prezzo uniforme a fronte di diverse fonti di produzione energetica; 
– quello del Pay as Bid (PAB) dove ciascuna offerta di vendita accettata sul mercato viene remunerata al prezzo dalla stessa indicato;
– un terzo che prevede la scissione in due diversi segmenti di mercato: uno spot con l’attuale meccanismo del System Marginal Price (SMP) per la generazione termoelettrica e uno forward per le rinnovabili, con prezzo fisso nel lungo periodo. SMP sarebbe il meccanismo più costoso in tutti gli scenari di prezzo del gas, il PAB il più economico. Il modello di due mercati darebbe risultati intermedi e simili al SMP sono nel caso di bassi prezzi del gas.

Le simulazioni forniscono indicazioni piuttosto chiare circa gli effetti sui prezzi, ma dovranno poi essere esaminati gli aspetti regolatori ed attuativi, anche alla luce del quadro normativo europeo.

Se queste sono le ipotesi per il medio e lungo periodo, come affrontare l’emergenza oggi?
Le misure messe finora in campo dall’Italia per fronteggiare il “caro bollette” sono state adeguate?
Si sarebbe potuto fare qualcosa di diverso e di migliore?

Althesys ha analizzato cosa sarebbe successo se l’Italia avesse introdotto una misura quale quella adottata  da Spagna e Portogallo con il “Tope”, il tetto al prezzo del gas per la generazione elettrica.

Secondo le stime svolte dal team diretto da Marangoni, il tetto al prezzo del gas avrebbe permesso di risparmiare il 21%-23% del costo di approvvigionamento elettrico, cioè tra i 15,7 e i 17,5 miliardi di euro. L’applicazione di questa misura non sarebbe, tuttavia, così semplice, comportando, tra l’altro, la necessità di non favorire le esportazioni a spese dei consumatori italiani, oltre alla compatibilità con le normative europee sugli aiuti di Stato.

In copertina: Foto di Andrey Metelevsu Unsplash

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