Organizzato da Althesys, un Convegno all’interno di Key Solar il settore espositivo dedicato al fotovoltaico di Key Energy (Fiera di Rimini, 6-9 novembre 2018) ha cercato di analizzare le possibili strategie e gli scenari del settore al 2030.
La penetrazione futura delle rinnovabili nel mix energetico è un dato certo. I nuovi obiettivi che l’Unione europea ha approvato, dovrebbero far triplicare la produzione del fotovoltaico in Italia da quasi 20 GW a 68 GW al 2030, con una quota di FER elettrico che dovrebbe passare dal 55% (previsto dalla Strategia energetica nazionale) al 62%. A fronte di questo scenario, gli impianti per complessivi termineranno gli incentivi tra il 2029 e il 2035.
Per cercare di analizzare le possibili strategie e scenari prevedibili, alla Fiera di Rimini, nell’ambito di Key Energy, la Fiera internazionale per l’energia e la mobilità sostenibile, , in contemporanea con ECOMONDO, si è tenuto il Convegno “Il fotovoltaico italiano verso il 2030. Scenari per il rinnovamento e per i nuovi impianti” (Key Solar), organizzato da Althesys, Società di consulenza e ricerca nei settori ambiente, energia, utilities.
Nel mese di settembre, con 2,35 miliardi di chilowattora prodotti (+14,4% rispetto a un anno fa), il fotovoltaico ha coperto l’8% della produzione elettrica nazionale con impianti della potenza di circa 20 GW. Il parco italiano conta oggi 815.000 impianti, i quali ogni anno possono produrre circa 25 miliardi di chilowattora. Tuttavia, con la fine del Conto Energia si è registrata una frenata nella posa di nuovi pannelli solari e nel quadriennio 2014-18 l’installato si è attestato ormai attorno ai 400 MW annui.
Secondo le analisi discusse durante l’evento, l’età media degli impianti fotovoltaici italiani è compresa tra gli 8-10 anni. Le installazioni di dimensioni maggiori (utility scale di potenza superiore a 0,8 MW) costituiscono lo 0,8% in numero ,ma ben il 44% della capacità totale e il 50% della produzione.
Si comincia ora a sentire l’effetto dell’età dei pannelli, con una perdita media di produzione dell’1,6% all’anno. Per gli impianti entrati in esercizio prima del 2011, quando le tecnologie costruttive dei pannelli erano differenti, la riduzione media annua è del 2,2%, molto superiore al calo fisiologico (0,5% per monocristallino). Il decadimento reale rilevato è superiore a quello teorico a causa di difetti e scarsa qualità di alcuni componenti, per inadeguatezze nella progettazione, costruzione, gestione o nel monitoraggio degli impianti.
La nuova potenza (circa 400 MW/a) è, appena sufficiente a sostituire la capacità produttiva che si perde con l’invecchiamento dei pannelli: senza interventi di promozione degli investimenti, al 2030 la “perdita” totale potrebbe arrivare a 5 GW, pari al 25% circa della potenza esistente al 2018.
“Per avvicinarsi agli obiettivi al 2030 serve uno sforzo straordinario – ha affermato Alessandro Marangoni, CEO di Althesys – sia per preservare e usare meglio l’esistente che per realizzare nuovi impianti. Per fare interventi di revamping e repowering servono una semplificazione dei procedimenti autorizzativi, regole chiare per mantenimento degli incentivi sulle potenze originarie, modifiche alle normative e autorizzazioni locali per l’uso delle aree asservite e un coordinamento per adeguare la rete per ricevere la potenza incrementale. Il calo dei costi della tecnologia e i nuovi scenari di prezzo sul mercato elettrico potranno aiutare la crescita delle nuove installazioni, ma servono anche strumenti di policy efficaci. Bisogna creare le condizioni perché i PPA decollino [ndr: Power Purchase Agreement ovvero di contratti a lungo termine in cui un’azienda accetta di acquistare elettricità direttamente da un produttore di energia a un prezzo fisso per kWh, offrendo pertanto una copertura contro eventuali fluttuazioni dei prezzi energetici] e si valutino adeguatamente le potenzialità dell’autoconsumo e la disponibilità di aree. Il decreto 2018-20 in fieri è una buona notizia, ma bisogna già guardare oltre”.
Al Convegno, concluso dal Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), Davide Crippa, ha preso parte Gianni Silvestrini, Direttore scientifico del Kyoto Club e Presidente del Comitato Scientifico di Key Energy.
“Siamo in una fase molto delicata e molto interessante per il mondo delle rinnovabili – ha sottolineato Silvestrini – Abbiamo obiettivi per il fotovoltaico molto ambiziosi, dobbiamo più che triplicare la capacità rispetto ai valori attuali in soli 12 anni. Perché questo risultato si possa ottenere non basta però la sola riduzione dei prezzi o la realizzazione di molti impianti senza ricorrere agli incentivi, ma serve rimuovere alcuni ostacoli che impediscono un maggiore sviluppo, come, ad esempio, nella riqualificazione energetica dei condomini”.