Arte & Cultura

“Io sono cultura 2023”: SPCC italiano vale 95,5mld di euro

La XIII edizione del Rapporto “Io Sono Cultura” di Fondazione Symbola e Unioncamere rileva che il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) italiano nel 2022 ha generato un valore aggiunto di 95,5 miliardi di euro, in aumento del +6,8% rispetto all’anno precedente e del +4,4% rispetto al 2019, confermandosi formidabile attivatore di economia.

Cultura e bellezza in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia e, grazie alla loro forte relazione con la manifattura, hanno dato vita ad una delle più forti identità produttive del mondo: il made in Italy.

È stato presentato il 26 luglio 2023 “Io Sono Cultura 2023. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, il Rapporto realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi delle Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne” e dell’Istituto per il Credito Sportivo, la Fondazione Fitzcarraldo e Fornasetti, e con il patrocinio del Ministero della Cultura, giunto alla sua XIII edizione.

A tre anni dallo scoppio della pandemia e in piena fase di ricostruzione e ripartenza, le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana. Non solo perché i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che parliamo di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza. Ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura creative-driven, ovvero sia quella manifattura che ha saputo incorporare professionisti e competenze culturali e creative nei processi produttivi spesso orientati alla sostenibilità, traducendo la bellezza in oggetti e portando il made in Italy nel mondo. Bellezza e cultura, quindi, sono parte del DNA italiano e sono alla base delle ricette made in Italy per la fuoriuscita dalle crisi.

La forza della nostra economia e del made in Italy deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza. Più che in altri Paesi – ha dichiarato Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola – Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. A partire dalla crisi climatica. L’Italia, forte dei 272 miliardi di valore aggiunto legati alla cultura, può essere protagonista del nuovo ‘Bauhaus’, fortemente voluto dalla Commissione Europea che nasce per rinsaldare i legami tra il mondo della cultura e della creatività e i mondi della produzione, della scienza e della tecnologia orientandoli alla transizione ecologica indicata dal NextGenerationEU. Se l’Italia produce valore e lavoro puntando sulla cultura e sulla bellezza, favorisce un’economia più a misura d’uomo e, anche per questo, più competitiva e più capace di futuro come sostiene il Manifesto di Assisi”.

Io sono cultura annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale e i numeri dimostrano che la cultura è uno dei motori della nostra economia e lo studio propone numeri e storie ed è realizzato grazie al contributo di molte personalità di punta nei diversi settori.

La cultura per l’Italia è anche un formidabile attivatore di economia. Una filiera, in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore, che nel 2022 ha generato complessivamente un valore aggiunto pari a 95,5 miliardi di euro, in aumento del +6,8% rispetto all’anno precedente e del +4,4% rispetto al 2019. Torna a crescere anche l’occupazione, tanto da recuperare gli oltre 43mila posti di lavoro che si erano persi nell’anno precedente: sono 1.490.738 i lavoratori dell’intera filiera, con una variazione del +3,0% rispetto al 2021, a fronte di un +1,7% registrato a livello nazionale.

Nella filiera operano 275.318 imprese (+1,8% nel 2022 rispetto all’anno precedente) e 37.668 organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività (il 10,4% del totale delle organizzazioni attive nel settore non-profit), le quali impiegano più di 21 mila tra dipendenti, interinali ed esterni (il 2,3% del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit).

La cultura per l’Italia è anche un formidabile attivatore di economia. Complessivamente, per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi, come quello turistico, dei trasporti e del made in Italy, per un valore pari a 176,4 miliardi di euro. Complessivamente il sistema produttivo culturale e creativo, direttamente e indirettamente, genera valore aggiunto per circa 271,9 miliardi di euro (15,9% economia nazionale).

Dietro questi numeri, molte le trasformazioni in atto evidenziate nei 24 focus tematici del rapporto. Rimane fondamentale il supporto delle politiche pubbliche tanto a livello nazionale quanto a livello europeo per superare gli strascichi della pandemia insieme al perdurare dell’occupazione Russa in Ucraina e all’inflazione. Tra gli strumenti più significativi c’è il rifinanziamento – con 106 milioni di euro per il 2023-2024 – del New European Bauhaus (NEB). In due anni di vita, l’iniziativa ha creato una comunità attiva e in crescita in tutti gli Stati membri che conta oltre 600 organizzazioni partner.

Il sistema produttivo culturale e creativo si configura sempre più come un conglomerato di attività capace di attivare in misura consistente il resto dell’economia – ha evidenziato il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete Il sistema costituisce un elemento cardine di attrattività per i visitatori in arrivo nel nostro Paese: la spesa complessiva sostenuta da turisti con consumi culturali – ovvero che hanno speso in spettacoli teatrali, concerti, folklore, visite guidate, musei, mostre, ecc. – ha sfiorato i 35 miliardi di euro nel 2022, pari al 44,9% della spesa turistica complessiva”.

 Il sistema SPCC si articola in 5 macro settori:
– industrie creative (architettura, comunicazione, design);
– industrie culturali propriamente dette (cinema, editoria, videogiochi, software, musica e stampa);
– patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici);
– performing arts e arti visive (spettacoli dal vivo, letture di testi letterari, illustrazioni con immagini virtuali, ecc.);
– imprese “creative-driven (imprese non direttamente riconducibili al settore ma che impiegano in maniera strutturale professioni culturali e creative, come la manifattura evoluta e l’artigianato artistico).

Dalle attività core derivano 52,7 miliardi e un numero di occupati pari a circa 852mila (rispettivamente +7,2% e +3,3% rispetto al 2021), mentre le attività creative driven generano la ricchezza più elevata degli ultimi tre anni (42,8 miliardi di euro, +6,4% nell’ultimo anno) e danno lavoro a 639 mila occupati (+2,5% rispetto al 2021).

All’interno della filiera operano 275.318 imprese (+1,8% nel 2022 rispetto all’anno precedente). Il confronto con il 2019 dimostra il completo recupero del SPCC (+0,3%), evidenziando una performance anche migliore dell’economia nel suo complesso che risulta ancora al di sotto dei numeri pre-pandemia (-1,2%). Accanto alle imprese che rientrano nella perimetrazione del SPCC vi sono da considerare anche le organizzazioni non-profit (37.668) che si occupano di cultura e creatività (il 10,4% del totale delle organizzazioni attive nel settore non-profit), le quali impiegano più di 21 mila tra dipendenti, interinali ed esterni (il 2,3% del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit).

Il comparto dei videogiochi e software è quello che contribuisce maggiormente alla ricchezza della filiera con 14,6 miliardi di euro di valore aggiunto (il 15,3% dell’intera filiera, +9,6% rispetto al 2021) e con un incremento dei posti di lavoro di oltre 12 mila unità (il 12,4% della filiera, +7,0% rispetto al 2021). Continua, quindi, la dinamica positiva già sperimentata negli anni precedenti sulla scia di un mercato digitale che continua la propria espansione anche nel 2022.

Nel corso dell’anno, le performing arts e arti visive e le attività di valorizzazione del patrimonio storico e artistico riescono a consolidare la dinamica di recupero facendo registrare gli incrementi più significativi in termini di valore aggiunto, rispettivamente pari al +14,1% e +13,5%. In termini occupazionali, i due comparti tornano a crescere, rispettivamente del +4,5% e +3,8% (anche se la variazione rispetto al 2019 risulta essere ancora fortemente negativa).

In copertina: il Decoro Tema e Variazioni n. 285 di Fornasetti, che ha rinnovato per il 13°anno la sua partnership con Fondazione Symbola dando, ancora una volta, un volto alla copertina del suo rapporto annuale Io sono Cultura. Una scelta che va ben oltre la grafica e l’Art Direction e che trova la sua natura d’essere in una vera e propria comunione d’intenti. Fornasetti, infatti, è un’impresa creativa e un attore culturale che vede radicati in Fondazione Symbola alcuni dei valori più sentiti dall’Atelier, la valorizzazione della cultura e della creatività che, grazie a Io sono Cultura, si riappropriano del giusto merito che spetta loro nel contesto sociale.

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