di Anna Rita Rossi
Il dipinto di Jacques “James” Tissot, Il ponte della H.M.S. “Calcutta”, colpisce per il suo realismo e per l’uso del colore e della luce. Inoltre, dietro l’eleganza e la raffinatezza della rappresentazione, accenna alle consuetudini licenziose delle classi altolocate.
Il ponte della H.M.S. “Calcutta” (Portsmouth) è un dipinto del 1876 del pittore e incisore, James Tissot (Nantes, 15 ottobre 1836 – Chenecey-Buillon, 8 agosto 1902).
L’opera è nota anche come “Ufficiale e Signore a bordo dell’HMS Calcutta” raffigura, infatti, un giovane tenente della marina in compagnia di due signore in abiti alla moda, tutti e tre in piedi sul ponte, a poppa della nave da guerra della Royal Navy “HMS Calcutta”.
La “HMS Calcutta”, costruita in teak a Bombay nel 1831, era una nave di linea di seconda classe, dotata di 84 cannoni. Dopo un periodo di riserva, tornò in servizio, nel 1855 nel Baltico, durante la guerra di Crimea. Tra il 1856 e il 1858, fu impiegata di nuovo: nella Seconda guerra dell’oppio, in Estremo Oriente, mentre nel 1858, divenne nave di linea britannica per visitare il Giappone.
Nel 1865, fu nave scuola di artiglieria a Portsmouth Dockyard, infatti, a poppa della “Calcutta” c’era lo scafo della “HMS Queen Charlotte” che ospitava la scuola di artiglieria della marina, cioè la “HMS Excellent”. In seguito fu trasferita a Devonport, nel Devon, dopo che la HMS Excellent fu dislocata a terra.
James Tissot, di origini francesi, nel 1871 dopo la guerra franco-prussiana lasciò Parigi e si trasferì a Londra.
L’artista conosceva il pittore e scultore francese Edgar Degas (1834 – 1917) e il pittore statunitense, James Abbott McNeill Whistler (1834 – 1903), entrambi influenzati dallo stile impressionista, James, invece, scelse di dedicarsi principalmente a produrre ritratti e quadri di genere delle classi vittoriane più abbienti, utilizzando uno stile più raffinato, di tipo accademico.
Il ponte della H.M.S. “Calcutta” è un’opera tipica di Tissot, dove i soggetti sono rappresentati con un realismo quasi fotografico. Inoltre, il dipinto ha una narrazione ambigua, in quanto allude al comportamento osé che vigeva tra le classi benestanti che, solitamente, trasgredivano o comunque si avvicinavano molto ai confini dettati dal decoro. Nel quadro, infatti, l’artista francese ha raffigurato due donne che si intrattengono con un giovane uomo, in una situazione civettuola che lascia intuire un pericoloso sottofondo sensuale di incertezza morale.
L’uomo veste l’uniforme di un giovane ufficiale di marina, mentre le donne indossano entrambe un abito bianco vaporoso, alla moda, decorato con fiocchi e nastri; il busto è coperto da un corpetto aderente, mentre le gonne si allargano al di sotto dei fianchi.
Una delle due donne, quella con l’abito decorato con nastri gialli, è china sul parapetto del ponte a poppa della nave ed è ritratta di profilo, leggermente voltato dalla parte opposta di chi osserva il quadro, mentre nasconde il viso all’ufficiale di marina dietro al suo ventaglio. Questo gesto aveva un significato specifico nel linguaggio settecentesco del ventaglio in Europa. Tenere il ventaglio aperto sopra l’orecchio sinistro si poteva tradurre come: “non tradire il nostro segreto“.
Una donna in abito bianco, simile a questa ritratta a poppa della nave, con simili nastri gialli appare in un altro dipinto di Tissot: “Summer”, anche esso realizzato nel 1876.
Sono azzurri, invece, i nastri che decorano l’abito dell’altra donna del dipinto, presumibilmente, un’accompagnatrice. Non sarebbe ipotizzabile che si tratti della moglie dell’ufficiale che le sta accanto, dal momento che il giovane uomo, un anello nuziale al dito, ha occhi solo per la donna con i nastri gialli.
Chiaramente, i tre non sono soli, la presenza di altre persone è suggerita da una fila di sedie posta accanto alle finestre del ponte. Forse, sono seduti fuori, mentre a bordo si sta svolgendo un ballo. Le acque del porto sono melmose e sullo sfondo si notano dele navi militari, sotto un cielo grigio fumo.
Tissot ha dedicato particolare attenzione ai dettagli dell’abbigliamento femminile e contemporaneamente ai parapetti della nave.
Il suo stile realistico si accompagna al senso del colore e della luce degli impressionisti, ma la sua composizione asimmetrica potrebbe essere stata ispirata dalle stampe giapponesi.
In questo quadro, l’autore ha giocato anche con le forme, creando un’eco tra la figura a clessidra della donna, inguainata nel vestito, e le curve delle ringhiere in ferro del ponte della nave. Inoltre, Tissot avrebbe giocato anche sul nome “Calcutta” della nave, alludendo alla frase in francese “Quel cul t’as” (Che culo che hai).
Nel 1876, l’artista francese realizzò una versione a puntasecca dell’opera, riprodotta come un’acquaforte (26,35 cm × 36,20 cm) che porta il sottotitolo di “Ricordo di un ballo a bordo” e fu stampata sulla rivista “The Graphic”.
Le eleganti rappresentazioni di Tissot delle mode passeggere nella raffinata società londinese, con le loro ambigue correnti sotterranee, ricevettero molte critiche perché giudicate immorali e superficiali.
Oscar Wilde (1854 – 1900) rimproverò l’artista per la sua “dura mancanza di scrupoli nel dipingere oggetti poco interessanti in modi poco interessanti“, mentre Henry James (1843 – 1916) riferendosi a quest’opera in particolare, non fu più tenero, dicendo che, era “dura, volgare e banale“.
Nel 1877, il ponte della H.M.S. “Calcutta” fu esposto alla Grosvenor Gallery di Londra, dopo essere stato venduto al pittore scozzese John Robertson Reid (1851 – 1926); per poi passare nelle mani di un inventore britannico, Henry Trengrouse (1772 – 1854) e successivamente acquistato dalle Leicester Galleries di Londra, nel 1929, e infine fu venduto a un industriale inglese, collezionista d’arte, Samuel Courtauld (1876 – 1947) che, nel 1936, lo donò alla Tate Gallery.
In copertina: James Tissot, Il ponte della H.M.S. “Calcutta” (Portsmouth)” (Le Pont du H.M.S. “Calcutta” Portsmouth) 1876 (dimensioni: 68,6 x 91,8 cm), Londra, Tate Gallery