Biodiversità e conservazione

Specie esotiche invasive (IAS): parere motivato anche per l’Italia

Non avendo ricevuto risposte soddisfacenti in merito alla procedura di lettera di costituzione in mora per non aver ottemperato alle disposizioni del Regolamento sulle specie esotiche invasive (IAS), la Commissione UE ha deciso di inviare pareri motivati a 15 Paesi europei, tra cui l’Italia. I paesi in questione dispongono di due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà deferire i casi alla Corte di giustizia.

C’è anche l’Italia tra i 15 Paesi membri che con il Pacchetto di infrazioni di febbraio 2022 hanno ricevuto la procedura di infrazione di parere motivato per non aver elaborato, attuato e comunicato alla Commissione UE  entro il luglio 2019 le misure previste dal Regolamento n. 1143/2014 (IAS) recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive  ovvero quelle che causano all’ambiente e alla salute danni tali da giustificare l’adozione di misure applicabili a livello unionale.

Le specie esotiche invasive, una delle cinque principali cause di perdita di biodiversità in Europa e nel mondo, sono animali e piante introdotti in un ambiente naturale in cui normalmente non si trovano in seguito a un intervento umano, accidentale o intenzionale. Secondo il rapporto tecnico di valutazione dell’impatto delle specie invasive elaborato dall’Istitute for European Environmental Policy (IEEP) le specie invasive (IAS) in  Europa rappresentano una grave minaccia per le specie autoctone, con danni stimati a 12 miliardi di euro l’anno per l’economia europea.

Nell’ambiente europeo vi sono almeno 12.000 specie esotiche, il 10-15 % delle quali è invasivo. Le specie esotiche invasive possono provocare l’estinzione locale di specie indigene a causa della concorrenza su risorse limitate quali cibo e habitat, dell’interriproduzione o della diffusione di malattie. Possono alterare il funzionamento di interi ecosistemi compromettendone la capacità di fornire servizi preziosi, come l‘impollinazione, la regolazione delle acque o il controllo delle inondazioni. Il calabrone asiatico, ad esempio, introdotto accidentalmente in Europa nel 2005, è predatore di api mellifere autoctone, riduce la biodiversità locale degli insetti autoctoni e in generale incide sui servizi di impollinazione.

Le specie esotiche invasive hanno spesso un impatto economico significativo nella misura in cui riducono i rendimenti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca: alla noce di mare (Mnemiopsis leidyi), introdotta accidentalmente nel Mar Nero, è imputata la drastica diminuzione di almeno 26 stock ittici commerciali del Mar Nero, tra cui acciughe e sgombri. Le specie invasive possono danneggiare le infrastrutture, ostacolare il trasporto o ridurre la disponibilità di acqua bloccando le vie navigabili o ostruendo le tubazioni delle acque industriali.

Le specie esotiche invasive possono rappresentare un problema serio anche per la salute umana: provocano gravi allergie e irritazioni cutanee (come le ustioni causate dalla panace gigante (Heracleum mantegazzianum) e fungono da vettori di pericolosi agenti patogeni e malattie (i procioni trasmettono malattie agli animali e agli esseri umani).

Il Regolamento IAS, entrato in vigore il 1° gennaio 2015, impone agli Stati membri di individuare e trattare i vettori attraverso i quali tali specie sono introdotte e diffuse. Gran parte di esse sono introdotte accidentalmente nell’Unione: è quindi fondamentale dare priorità e trattare in modo più efficace i vettori di introduzione accidentale, sulla base di stime del volume delle specie e del loro impatto potenziale. Tra i vettori si annoverano organismi vivi trasportati accidentalmente nelle acque di zavorra e nei sedimenti delle navi, tramite la pesca sportiva o le attrezzature da pesca quando i pescatori viaggiano all’estero, o nei container utilizzati nel commercio internazionale; i parassiti di piante o legname commercializzati che passano inosservati ecc. Nonostante i progressi compiuti nell’assegnazione delle priorità, l’attuazione è in ritardo nella maggior parte degli Stati membri: finora solo 12 hanno elaborato, adottato e comunicato alla Commissione i piani d’azione per trattare i principali vettori d’introduzione delle specie esotiche invasive.

Il Regolamento IAS verte sulle specie considerate “di rilevanza unionale” e attualmente comprende 66 specie – piante quali il giacinto d’acqua e animali quali il calabrone asiatico o il procione – che costituiscono un rischio a livello europeo. Gli Stati membri devono adottare misure efficaci per prevenire l’introduzione deliberata o accidentale nell’UE di tali specie, individuarle e adottare misure di eradicazione rapida in una fase precoce dell’invasione; o, se le specie sono già ampiamente radicate, adottare misure per eradicarle, tenerle sotto controllo o impedire che si diffondano ulteriormente.

Nel giugno 2021 la Commissione UE aveva inviato lettere di costituzione in mora a 18 Stati membri; poiché le risposte ricevute da 15 Stati membri i non sono state soddisfacenti, la Commissione ha deciso di inviare pareri motivati. I paesi in questione dispongono di due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà deferire i casi alla Corte di giustizia.

La Strategia europea sulla biodiversità al 2030 sottolinea l’importanza che l’UE avvii la natura su un percorso di ripresa entro il 2030 grazie ad una migliore tutela e al ripristino di ecosistemi sani. Nei prossimi mesi la Commissione presenterà una proposta legislativa completa con obiettivi vincolanti sul ripristino dell’ambiente naturale.

In tale contesto l’azione preventiva oggetto della procedura di infrazione è un investimento essenziale in quanto è molto più efficace e meno costoso prevenire l’introduzione di specie invasive che affrontare e mitigare i danni della loro diffusione.

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