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Giornata Mondiale delle Api: “ricostruire meglio per le api”

Il 20 maggio 2021 si celebra la IV “Giornata mondiale delle api” per sensibilizzare sulla minaccia che incombe sugli impollinatori per gli effetti combinati dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura intensiva, dei pesticidi, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, e la cui riduzione costituisce motivo di preoccupazione per la sicurezza alimentare delle future alimentazione. Il Pollinator Park della Commissione UE.

Per aumentare la consapevolezza dell’importanza degli impollinatori, delle minacce che affrontano e del loro contributo allo sviluppo sostenibile, il 20 dicembre 2017 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decideva di celebrare una “Giornata mondiale delle api”, scegliendo come data il 20 maggio, giorno di nascita dello sloveno Anton Janša (1734-1773) pioniere delle tecniche di apicoltura, con l’obiettivo di attirare l’attenzione della popolazione mondiale e dei decisori sulla necessità che si faccia di più per proteggere le api e gli altri impollinatori se non si vuole rischiare un brusco calo della diversità e della sicurezza alimentare.

La quarta ricorrenza della Giornata mondiale delle api viene celebrata anche quest’anno, a causa della pandemia di Covid-19 non ancora sotto controllo, con un evento virtuale organizzato dalla FAO sul tema “Bee committed. Build Back Better for Bees”, mutuando lo slogan della Strategia ONU “Ricostruire meglio”(BBB) per il ripristino delle infrastrutture e dei sistemi sociali al fine di ridurre i rischi di futuri disastri, ripreso poi dal Presidente USA Joe Biden per il Piano per il rilancio del Paese dopo la pandemia.

È giunto il momento di ripensare a come ci relazioniamo alla natura e agli impollinatori – si legge sul sito della FAO dedicato all’evento e quali azioni possiamo intraprendere per sostenere questi minuscoli lavoratori e i milioni di mezzi di sussistenza che, a loro volta, essi sostengono”.

Nella Giornata mondiale delle api 2021 dobbiamo ricordare che oltre il 75% delle colture alimentari mondiali dipendono in una certa misura dall’impollinazione per resa e qualità e l’assenza di api e di altri impollinatori eliminerebbe la produzione di di caffèmelemandorlepomodori, cacao, zucche, fragole, solo per citare alcune delle colture che si basano sull’impollinazione.

Il 2021 è l’Anno internazionale della frutta e della verdura (IYFV) e a settembre al Vertice sui sistemi alimentari, indetto dal Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, si affronterà il cambio trasformativo del settore agro-alimentare, necessario per una maggiore sostenibilità e per contrastare i cambiamenti climatici, e il passaggio ad una dieta alimentare più ricca di frutta e verdura è condizione indispensabile per la salute del pianeta, oltre che per quella umana..

Inoltre, in Cina (Kunming, 11-24 ottobre 2021 ), dopo il differimento di un anno a causa di Covid-19, si terrà la Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD-COP15), che ha all’ordine del giorno le azioni e misure da approntare per arrestare la drammatica perdita di biodiversità ed esplorare una nuova coesistenza tra uomo e natura. Proprio la CDB_COP del 2000 ha avviato l’International Pollinator Initiative (IPI) coordinata dalla FAO, che fornisce anche assistenza tecnica ai paesi su questioni che vanno dall’allevamento di regine all’inseminazione artificiale a soluzioni sostenibili per la produzione di miele e il marketing per l’esportazione.

La riduzione delle api, infatti, costituisce motivo di preoccupazione anche per il sostegno dei mezzi di sussistenza degli apicoltori messi a dura prova dalle misure di contenimento della pandemia di Covid-19, che hanno colpito pesantemente la produzione e, soprattutto, il mercato.

Dobbiamo agire ora
I tassi di estinzione degli impollinatori sono da 100 a 1.000 volte superiori al normale a causa degli impatti umani. Quasi il 35% degli impollinatori invertebrati, in particolare api e farfalle, e circa il 17% degli impollinatori vertebrati, come i pipistrelli, rischiano l’estinzione a livello globale.

Le pratiche agricole intensive, il cambiamento dell’uso del suolo, la monocoltura, i pesticidi e le temperature più elevate associate ai cambiamenti climatici pongono tutti problemi alle popolazioni di api e, di conseguenza, alla qualità del cibo che coltiviamo.

Tutti possono fare di più per le api.
cittadini possono:
– piantare piante autoctone, che fioriscono in diversi periodi dell’anno;
– acquistare miele grezzo da agricoltori locali;
– acquistare prodotti da pratiche agricole sostenibili;
– evitare di usare pesticidi, fungicidi o erbicidi nei nostri giardini;
– proteggere le colonie di api selvatiche quando possibile;
– sponsorizzare un alveare;
– fare una fontana per api lasciando una ciotola d’acqua all’esterno;
– aiutare a sostenere gli ecosistemi forestali;
– sensibilizzare l’opinione pubblica condividendo queste informazioni all’interno delle nostre comunità e retiil declino delle api colpisce tutti!

Gli apicoltori e agricoltori possono:
– ridurre o eliminare l’uso dei pesticidi;
– diversificare il più possibile le colture e / o piantare colture attrattive sui campi;
 creare siepi.

Governi e decisori possono:
– rafforzare la partecipazione delle comunità locali al processo decisionale, in particolare quello delle popolazioni indigene, che conoscono e rispettano gli ecosistemi e la biodiversità;
– applicare misure strategiche, compresi incentivi monetari per aiutare il cambiamento;
– aumentare la collaborazione tra gli organismi, le organizzazioni nazionali e internazionali e le reti accademiche e di ricerca per monitorare e valutare i servizi di impollinazione.

Nella nuova Strategia sulla biodiversità dell’UE, prevista dal Green Deal europeo, da titolo “Riportare la natura nella nostra vita”, al 2° posto tra gli obiettivi del Piano di ripristino degli ecosistemi, c’è: “Invertire la tendenza alla diminuzione degli impollinatori”.

Per sostenere tale obiettivo la Commissione ha comunicato che verrà riesaminata ed eventualmente completata con proposte di misure supplementari l’Iniziativa sugli impollinatori, avviata nel 2018, nell’ambito della quale lo scorso marzo ha lanciato Pollinator Park” , strumento digitale interattivo per aumentare la consapevolezza sull’allarmante declino degli impollinatori e mobilitare l’azione globale per affrontarlo. 

Progettato in collaborazione con Vincent Callebaut, “archibiotect” di fama mondiale, Pollinator Park offre uno scorcio del cupo futuro che ci attende a meno che non cambiamo radicalmente il nostro rapporto con la natura. Disponibile pubblicamente come versione web e nella realtà virtuale, invita i visitatori a conoscere gli impollinatori, a cimentarsi con l’impollinazione, a fare la spesa in un mondo privo di impollinatori e a scoprire come possono aiutare a evitare questo non improbabile catastrofico futuro.

L’allarmante declino degli insetti che impollinano i raccolti e le piante selvatiche mette a rischio la sicurezza alimentare e minaccia la nostra sopravvivenza – ha dichiarato nell’occasione il Commissario UE per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca, Virginijus Sinkevičius L’UE sta già lavorando duramente per invertire la perdita di impollinatori con il Green Deal europeo, ma abbiamo bisogno di un ampio sforzo in tutta la società, con il contributo di scienziati ed esperti, imprese e cittadini. Pollinator Park mira a mostrare i pericoli del “business as usual”, invitando tutti noi a rafforzare i nostri sforzi per proteggere gli impollinatori e garantire un futuro migliore per noi stessi e per le generazioni future”.

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