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Ghiacciai bollenti: dalle Alpi alla Groenlandia prosegue lo scioglimento

Al via la seconda edizione della Campagna “Carovana dei ghiacciai” di Legambiente per monitorare lo stato dei nostri ghiacciai, sempre più minacciati dall’emergenza climatica, mentre in Groenlandia oltre i 3.000m, per la prima volta piove anziché nevicare, esacerbando il recente “periodo di fusione” della calotta glaciale.

Prende il via oggi (23 agosto) e durerà fino al 13 settembre 2021 la seconda edizione della Campagna “Carovana dei ghiacciai”, avviata da Legambiente in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano per monitorare lo stato di salute dei ghiacciai alpini e del Calderone nel massiccio del Gran Sasso (Abruzzo), minacciati dall’emergenza climatica. Sulle Alpi al centro dei monitoraggi i ghiacciai dell’Adamello (Lombardia e Trentino), della Val Martello nel Parco dello Stelvio (Alto Adige, il ghiacciaio Canin (Friuli Venezia Giulia, e i ghiacciai del massiccio del Gran Paradiso (Piemonte e Valle d’Aosta).

La Campagna è stata inserita nella piattaforma All4Climate-Italy, l’iniziativa lanciata dal Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) e da “Connect4climate” della World Bank, con la partecipazione della Regione Lombardia e del Comune di Milano, che raccoglie tutti gli eventi dedicati alla lotta contro i cambiamenti climatici che si svolgeranno quest’anno in vista della COP26 di Glasgow.

A causa del riscaldamento globale, i ghiacciai alpini stanno subendo imponenti contrazioni. Si prevede che a fine secolo le superfici glaciali si ridurranno ad un quarto di quelle esistenti. Da fine ottocento ad oggi, più di 200 ghiacciai alpini sono scomparsi lasciando il posto a detriti e rocce. Gli effetti del cambiamento si toccano con mano, il confronto tra la realtà odierna e le vecchie fotografie dei ghiacciai non lascia dubbi sulla fase di riduzione che stanno attraversando. Ora il bosco colonizza suoli un tempo perennemente gelati, la pietra nuda affiora dove qualche decennio fa arrivava il ghiacciaio. Il rapido ritirarsi delle fronti glaciali non comporta solo perdita di paesaggi affascinanti, equivale alla scomparsa di importanti riserve di acqua dolce. Sempre in conseguenza del riscaldamento climatico, il permafrost (il terreno perennemente ghiacciato) si degrada sempre più, causando instabilità sui versanti, con pesanti rischi per le infrastrutture di alta quota.

Il Rapporto seguito alla Campagna dello scorso anno che ha attraversato le Alpi e che ha avuto per protagonisti dodici ghiacciai: quello del Miage (Valle d’Aosta), cinque ghiacciai del Monte Rosa (Indren, Bors, Piode, Sesia-Vigne e Locce ) in Piemonte, i ghiacciai dei Forni e della Sforzellina (Lombardia), il Ghiacciaio della Marmolada (Veneto- Trentino Alto Adig)e, quelli di Fradusta e Travignolo (Trentino Alto Adige), e il Ghiacciaio del Montasio occidentale (Friuli Venezia Giulia), evidenzia quanto sta accadendo e ribadisce l’urgenza di mettere in campo misure e politiche ambiziose sul clima, con lo scopo di arrivare a missioni nette pari a zero al 2040, in coerenza con l’Accordo di Parigi.

Entro la fine del secolo la maggior parte di essi potrebbe scomparire ed entro il 2050 quelli al di sotto dei 3.500 metri saranno destinati molto probabilmente alla stessa sorte. Le temperature medie degli ultimi 15 anni non ne permettono la sopravvivenza. L’influenza umana è la causa principale del ritiro dei ghiacciai a livello globale dagli anni ’90, come ha confermato il recente Rapporto del WG I dell’IPCC, contribuendo alla diminuzione della copertura nevosa primaverile dell’emisfero settentrionale dal 1950 e allo scioglimento superficiale osservato della calotta glaciale della Groenlandia negli ultimi due decenni.

La calotta glaciale della Groenlandia, una delle due presenti sulla Terra, l’altra è in Antartide, ricopre la maggior parte della più grande isola mondiale, ma a causa del riscaldamento più veloce della regione artica rispetto all’aumento delle temperature medie globali, sta perdendo irreversibilmente ghiaccio, guidando l’innalzamento del livello del mare e minacciando le comunità costiere con inondazioni. A riprova di ciò c’è la notizia che il 14 agosto 2021 nel punto più alto della Groenlandia a 3.216m dove è collocato la Summit Station, la stazione di ricerca della US National Science Foundation situata vicino alla parte superiore della calotta glaciale, per la prima volta da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1950 è caduta pioggia anziché neve.

Foto di Brennan Linsley/Associated Press

Lo riporta il National Snow & Ice Data Center degli Stati Uniti, e l’evento ha coinciso con il più recente “periodo di fusione” della calotta glaciale, con le temperature che si sono alzate abbastanza da far sciogliere lo spesso ghiaccio nella maggior parte dell’isola, su un’estensione 4 volte maggiore della Gran Bretagna, e le piogge si sono scaricate sui ghiacciai per circa 7 miliardi di tonnellate d’acqua hanno esacerbato il fenomeno.

In copertina: Il ghiacciaio della Capra, in alta Valle Orco, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso (Fonte: Legambiente)

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