Il Rapporto “Solar Energy Report 2013” delinea lo scenario di un settore che ha vissuto una crescita turbolenta e che necessita ora di una pianificazione strategica a medio-lungo termine.
Questa mattina nel corso del Convegno “Il fotovoltaico oltre gli incentivi: quali prospettive per il mercato italiano”, svoltosi a Milano, è stato presentato il “Solar Energy Report 2013”, giunto alla V edizione e stilato, come di consueto da Energy & Strategy Group composto da docenti e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano.
Gli obiettivi del Rapporto 2013, molteplici e di grande attualità, così sintetizzabili.
– Analizzare l’impatto del V Conto energia sullo sviluppo del mercato fotovoltaico italiano, dal momento che la forte ed ennesima riduzione dei incentivi ha profondamente modificato le “regole del gioco”.
– Studiare le prospettive future del mercato italiano in termini di proiezioni di mercato, sulla base delle indicazioni di una prossima fine del meccanismo di incentivazione e dell’approssimarsi della nuova sfida della grid parity, che indurranno il settore ad essere conveniente di per sé, sfruttando semmai meccanismi alternativi quali gli sgravi fiscali per gli investimenti o il “vecchio” schema dello scambio sul posto.
– Analizzare le opportunità di business legate al monitoraggio, manutenzione e revamping/improvement di impianti fotovoltaici.
– Fornire una visione aggiornata dello stato di sviluppo del mercato secondario sugli impianti fotovoltaici, volumi in gioco, operatori coinvolti e forme di transazione e contrattuali.
– Analizzare le determinanti della crescente pressione competitiva da parte degli operatori asiatici e lo stato di sviluppo delle politiche anti dumping contro i prodotti cinesi che sono attualmente allo studio in Europa.
– Studiare le opportunità di internazionalizzazione e diversificazione degli operatori italiani della filiera fotovoltaica, con particolare attenzione alle dinamiche che caratterizzano i mercati emergenti.
– Analizzare i trend di consolidamento dell’industria fotovoltaica internazionale.
– Studiare l’impatto della normativa in merito all’adozione di smart inverter su impianti nuovi ed esistenti.
La Ricerca, condotta utilizzando approcci metodologici diversi, ancorché correlati tra loro, evidenzia che il mercato globale del fotovoltaico ha registrato nell’ultimo anno una crescita del 20% della potenza complessivamente entrata in esercizio con l’installazione di 33,7 GW, dei quali 16,8 GW in Europa, con la Germania che ha confermato la sua leadership (7 GW).
L’Italia ha registrato un importante rallentamento (3,4 GW), tanto che è stata scalzata dalla seconda posizione dalla Cina.
Il trend di contrazione del mercato italiano è riconducibile soprattutto, secondo il Rapporto, alla riduzione delle tariffe e alle modifiche relative alle modalità di accesso all’incentivazione seguite all’introduzione del IV e V Conto energia, che hanno determinato anche la contrazione della taglia media degli impianti.
Stante l’esaurimento prevedibile del V Conto al più tardi nel corso del secondo semestre dell’anno in corso, il Rapporto prova ad ipotizzare gli scenari di evoluzione del fotovoltaico italiano che dovrà confrontarsi con la grid parity. Se da un lato, l’assenza di incentivi costringerà il mercato italiano ad un anno di sfide, le misure di supporto ancora previste per il 2013 potrebbero essere sufficienti, secondo i ricercatori, per renderlo in grado di raccogliere quella dell’auto-sostenibilità economica a partire dal 2014, soprattutto al Sud e al Centro del Paese.
Nel 2012 si è assistito, da un lato, al progressivo consolidamento del settore fotovoltaico per quanto riguarda le fasi a monte, denominate di over supply, sia alla produzione di silicio che a quella di celle e moduli, dall’altro, allo sviluppo dell’internazionalizzazione, alla diversificazione dei modelli di business e all’affermarsi di fenomeni di integrazione verticale per quanto riguarda le fasi a valle.
Come accennato, il Rapporto dedica un focus particolare al fenomeno del dumping posto in essere da operatori cinesi che in pochi anni, basando la loro strategia di penetrazione sulla competitività di prezzo hanno raggiunto una posizione di indiscussa leadership sul mercato internazionale dei componenti fotovoltaici di prima generazione in silicio cristallino, a oggi la tecnologia più diffusa a livello globale. L’accusa principale mossa ai produttori orientali è quella di praticare dei prezzi di vendita per celle e moduli che si attestano al di sotto dei reali costi di produzione che essi stessi sostengono, al fine di conquistare ampie quote di mercato nello scenario internazionale.
Nel Rapporto si prova a stimare l’impatto che eventuali misure antidumping potrebbero avere sul mercato italiano.
Oltre alla proposta di misure antidumping, la Commissione UE sta valutando pure le misure antisubsides, al fine di compensare l’effetto di pratiche di incentivazione più o meno esplicita delle esportazioni che, secondo l’opinione di alcuni operatori, andrebbero a ridurre ulteriormente la competitività internazionale del fotovoltaico occidentale.
Il primo passo per comprendere le ragioni e l’opportunità dello sviluppo di misure di protezione non può che essere l’analisi del contesto di riferimento europeo ed italiano, ossia la valutazione dei prezzi e costi di produzione dei principali operatori sul mercato. È evidente come i produttori europei (e in particolar modo italiani) scontino un importante gap rispetto ai player cinesi, con il prezzo dei moduli (sia mono che poli-cristallini) che, nel corso del 2012, si è mantenuto tra il 20 e il 40% inferiore rispetto alla stessa tipologia di moduli offerti da produttori europei.
Tuttavia, le interviste effettuate su un campione significativo di imprese della filiera, hanno evidenziato una differenza anche significativa nei punti di vista degli operatori sulle misure antidumping e antisubsidies in funzione del loro ruolo nella filiera. Se, da un lato, è opinione piuttosto condivisa che esista un fenomeno di vendita “sottocosto” da parte dei produttori cinesi, grazie alle facilitazioni di accesso al credito e al supporto di cui queste godono a livello governativo, dall’altro, numerosi operatori, soprattutto nella parte a valle della filiera, si dichiarano contrari all’introduzione di misure antidumping e antisubsidies. Nel Rapporto si sottolinea che, comunque, le misure antidumping o antisubsidies non avranno l’effetto desiderato di fornire un reale supporto alla filiera nazionale.
L’altro focus è dedicato all’evoluzione delle dinamiche di business legate all’O&M (Operation & Mainteinance) su un parco installato in Italia ormai di grande rilievo. La scelta di offrire servizi di O&M appare fortemente legata alla ricerca di attività in grado di assicurare un adeguato livello di marginalità, che non è più garantito dalle tradizionali attività di installazione. Anche il business dell’ Operation&Mainteinance ha tuttavia assistito negli ultimi tre anni a una riduzione dei prezzi praticati dai principali operatori compresa tra il 29 e il 40%, a seconda delle taglie degli impianti. Ecco quindi che l’O&M si sta spostando sempre più verso l’O&M&I (Operation&Mainteinance&Improvement) con l’obiettivo di offrire servizi a maggior valore aggiunto per il cliente finale che consentano una maggiore marginalità per i fornitori.
Oltre alla presentazione dei risultati della ricerca, il Convegno ha costituito un momento di discussione e confronto tra tutti gli attori chiave per lo sviluppo futuro di un settore che ha vissuto una crescita turbolenta negli scorsi anni e che, mai come in questo momento, mostra di aver bisogno di uno scenario di riferimento che consenta agli attori della filiera di pianificare la propria strategia in un orizzonte ancora di medio/lungo termine.
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