Il leopardo dell’Amur, diventato il simbolo delle battaglie che le Associazioni ambientali hanno intrapreso per salvaguardare la biodiversità di un territorio ancora incontaminato, sta mostrando segni incoraggianti di ripresa graduale, a dimostrazione che gli sforzi di conservazione dedicati pagano.
Oggi in Russia, nel Land of the Leopard National Park, il leopardo dell’Amur (Pantera pardus orientalis), la più rara sottospecie di felini del mondo, ha raddoppiato il suo numero nel corso degli ultimi sette anni, contando almeno 57 esemplari, 30 in più rispetto al 2007 secondo un nuovo censimento annunciato qualche settimana fa, e altri (tra gli 8 e i 12) stati i avvistati nelle aree cinesi al confine con il Parco.
Il censimento è avvenuto tramite il trappolaggio fotografico che copriva più di 900.000 acri dell’habitat primario del leopardo, che ha raccolto 10.000 foto che gli scienziati hanno utilizzato per la loro identificazione, anche grazie alla caratteristica variazione genetica della specie per cui ogni individuo presenta un mantello dal disegno unico che lo rende diverso dagli altri esemplari della sua specie.
“Nonostante sia ancora sull’orlo dell’estinzione, il leopardo dell’Amur sta mostrando segni incoraggianti di ripresa graduale, a dimostrazione che gli sforzi di conservazione dedicati non pagano – ha affermato Carlos Drews, Direttore del Programma specie globale del WWF – La collaborazione tra la Russia e la Cina per proteggere vaste aree di habitat dove vive e si riproduce il felino è il prossimo passo fondamentale per proteggere questa specie”.
Il leopardo dell’Amur era stato inserito nella red list della IUNC (International Union for the Conservation Mature and Natual Resources) fin dal 1994, e già nel 1996, ridottosi ulteriormente di numero per incendi bracconaggio per ritorsione da parte degli allevatori di cervi dove il felino si avventura per la riduzione delle specie selvatiche, veniva dichiarato “Critically Endangered” (a elevato pericolo di estinzione).
Il suo areale, dopo la scomparsa dalle regioni della Mongolia, Manciuria e la penisola di Corea, si era ridotto alla riserva di Kredovaya Pad, a sud-ovest di Primorye, la più antica della Russia essendo stata fondata nel 1916, e che ospita il 30% delle specie rare del Paese, il 15% delle quali vivono solo in questo piccolo territorio.
Dalle abitudini schive e notturne, il leopardo dell’Amur, oltre al mantello, ha pure caratteristiche fisiche assai variabili:
– lunghezza del corpo, dai 90 ai 190cm (coda esclusa);
– peso, dai 28 ai 90kg;
– balzo in avanti di 6m e in alto più di 3m.
La cartina mostra l’area di distribuzione storica del leopardo dell’Amur (arancione) e l’attuale habitat (blu).
Questo animale era diventato un po’ il simbolo della battaglia che le Associazioni ambientaliste avevano intrapreso per salvaguardare la biodiversità a rischio di questo territorio ancora incontaminato, allorché il progetto della Transneft per la costruzione del più grande oleodotto del mondo, prevedeva a Perevoznanya sulla baia dell’Amur il terminal del Bajkal-Pacifico che doveva portare il petrolio siberiano fino alla costa oceanica per garantire con un flusso stimato di un milione e mezzo di barili al giorno il rifornimento petrolifero a Cina e Giappone, attraversando, quindi, le aree protette dove vive il leopardo dell’Amur, ma anche l’altrettanto rara tigre dell’Amur o tigre siberiana (Panthera tigris altaica).
Con una campagna internazionale messa in piedi per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi di tale impresa, le Associazioni ambientaliste sono riuscite, dopo due anni di battaglia e grazie, soprattutto, alle richieste di rassicurazioni avanzate dagli investitori privati e azionisti dei gruppi finanziatori, a far modificare nel 2006 il tracciato del progetto.
Secondo Yury Darman, a capo dell’Amur Branch del WWF Russia e membro del Consiglio del Centro di sorveglianza del leopardo dell’Amur, “Il parco nazionale è diventato la principale forza organizzativa per la protezione e la ricerca del leopardo”.
Gli ambientalisti stanno lavorando per il monitoraggio delle popolazioni di leopardo lungo le limitrofe riserve naturali cinesi, anche se ritengono che solo la costituzione di una riserva naturale transfrontaliera Sino-russa, potrebbe dare il contributo fondamentale alla salvaguardia di questa rarissima specie.