A conclusione del Progetto “MarketWatch”, durato 3 anni e finanziato dalla Commissione UE nell’ambito del Programma IEE, sono stati rilasciati i risultati finali dei test effettuati su alcuni prodotti per verificare l’ottemperanza alle normative UE, che testimoniano come un prodotto su 5 non è conforme al consumo energetico dichiarato in etichetta.
Rilasciate anche due Guide: una per le Associazioni che vogliano verificare l’applicazione della normativa sull’etichetta energetica e l’ecodesign da parte dei negozi e un’altra per i rivenditori sulle corrette etichette da esporre nei vari tipi di esercizi commerciali.
Il tuo forno, il tuo frigo e gli altri elettrodomestici sono veramente efficienti come dichiarato in etichetta?
I negozianti espongono correttamente le etichette?
Per scoprirlo, il Progetto “MarketWatch”, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Intelligent Energy Europe (IEE) e portato avanti da un Consorzio di associazioni ambientaliste e consumeriste europee di 10 Paesi membri, tra cui Legambiente e Movimento di difesa del cittadino, ha controllato per 3 anni migliaia di negozi e di prodotti, rilasciando alla sua conclusione il Report on Laboratory Testing Activities, i cui risultati finali non sono di certo confortanti:
– un elettrodomestico su cinque tra quelli sottoposti ai test consuma più elettricità di quanto riporta la sua etichetta;
– complessivamente, 18 prodotti dei 95 testati sono, a diverso titolo, fuorilegge rispetto alle norme europee sull’efficienza energetica.
I laboratori indipendenti che per conto di MarketWatch hanno eseguito i test per verificare l’aderenza dei prodotti alla normativa europea sull’efficienza energetica regolata dalla Direttiva Ecodesign e a quanto dichiarato sulle etichette, hanno trovato, per esempio, un aspirapolvere che consumava il 57% di energia in più rispetto a quanto dichiarato; un frigo che ne consumava il 30% in più; una lavastoviglie che aveva bisogno di due cicli di lavaggio per lavare bene i piatti; una lampadina a LED faceva il 20% di luce in meno rispetto a quanto era lecito aspettarsi; un’asciugatrice non si spegneva mai per colpa di una lucina sul pannello di controllo che le impediva di mettersi a riposo; e perfino un bollitore di ultimo grido, attivabile con un’app, nel quale era impossibile spegnere il segnale wi-fi (che consuma) nonostante questo sia un requisito obbligatorio per questo tipo di elettrodomestici “smart”.
Va detto che il Progetto ha prima fatto una selezione di categorie di prodotti e di modelli sospetti e poi affidato il compito di testarli, seguendo le metodologie ufficiali accreditate dall’UE, a una serie di laboratori indipendenti. I risultati, quindi, non rispecchiano la realtà del mercato dal punto di vista statistico, ma rilevano un numero cospicuo di infrazioni rispetto alla normativa.
I prodotti individuati come “fuori norma” sono tutti in vendita sul mercato e altri se ne potrebbero trovare.
“Chi compra questi prodotti, tutti acquistabili online in Italia e molti anche nei negozi convenzionali, pensa di acquistare un prodotto efficiente, invece viene deluso – ha dichiarato Davide Sabbadin, Responsabile efficienza energetica di Legambiente – Abbiamo testato prodotti sospetti, è vero, e probabilmente, purtroppo, non sono nemmeno gli unici sul mercato a non rispettare la normativa. È necessario che il Governo stanzi fondi e risorse per mettere in condizione il Ministero dello Sviluppo Economico e le Camere di Commercio di svolgere il proprio lavoro di controllo di mercato al meglio, punendo chi vende prodotti con dichiarazioni mendaci che fanno male all’ambiente e al portafoglio”.
Gli esperti stimano che oltre 10 miliardi di euro di risparmio energetico vada perso ogni anno a causa dei produttori e dei rivenditori di elettrodomestici che non seguono le norme europee sull’efficienza. Una situazione che, peraltro, sta erodendo la possibilità di ottenere il risparmio annunciato dalla Commissione UE all’inizio del 2015 alla presentazione della norme Ecodesign e della revisione dell’etichetta energetica: un taglio di 465 euro all’anno alla bolletta energetica di ogni famiglia europea al 2020, risparmio che non potrà però essere tale se le norme non vengono applicate.
Lascia tuttavia ben sperare il fatto che, nell’ambito dell’indagine, diversi produttori abbiano dichiarato che sarebbero felici di mettere a disposizione dei software per aggiustare i prodotti testati e riportarli in linea con quanto richiesto dalla normativa.
MarketWatch ha chiesto recentemente alla Commissione europea di mettere in campo delle regole per prevenire il fatto che l’aggiornamento dei software attraverso internet possa rendere i prodotti più energivori o addirittura obsoleti. Un fenomeno che al momento non è regolato.
I dettagli dei test sono nella sezione Prodotti e negozi, mentre le Associazioni ambientaliste e consumeriste che vogliano verificare l’applicazione della normativa sull’etichetta energetica e l’ecodesign, ovviamente in uno spirito costruttivo e di collaborazione e supporto delle Autorità competenti per visite ispettive di controllo nei negozi fisici e online, possono scaricare la Guida predisposta da MarketWatch che, peraltro, ha realizzato anche una Guida agli obblighi legali per i rivenditori affinché ricevano adeguate informazioni sulle corrette etichette da esporre nei vari tipi di esercizi commerciali.