Cambiamenti climatici Energia Fonti rinnovabili Manifestazioni e celebrazioni

La Terra potrà salvarsi dai cambiamenti climatici solo con le energie pulite

Terra potrà salvarsi dai cambiamenti climatici solo con energie pulite

Da Trieste dove sono in corso le celebrazioni per il 50° Anniversario del Centro Internazionale di Fisica Teoretica (ICTP) “Abdus Salam” che forma ricercatori in Fisica, in particolare quelli provenienti dai Paesi in via di sviluppo, gli scienziati sottolineano la necessità di fare sempre maggior uso di energie pulite se si vuole evitare che i cambiamenti climatici volgano ad un punto di non ritorno.

Sono in corso di svolgimento a Trieste gli eventi celebrativi (6-9 ottobre 2014) per il 50° Anniversario del Centro Internazionale di Fisica Teoretica (ICTP) “Abdus Salam”, che ha preso il nome del suo fondatore e primo Direttore il Premio Nobel per la Fisica (1979) il pakistano Abdus Salam.

Ospitato dal 1968 nel campus di Miramare, il Centro ha lo scopo di promuovere gli studi e le ricerche nel campo della fisica e della matematica, in particolar modo tra gli studenti ed i ricercatori dei Paesi in via di sviluppo, e di favorire lo scambio di idee e la collaborazione tra gli scienziati di tutti i paesi del mondo, in grado di superare le barriere culturali e politiche e i limiti fisici dei confini nazionali.

Molti rappresentanti di vari Organismi e Agenzie internazionali sono intervenuti a sottolineare l’importanza del Centro nel promuovere la cooperazione internazionale, tra cui nella giornata inaugurale, Irina Bokova, Direttore generale dell’UNESCO e Yukiya Amano, Direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), Agenzie dell’ONU che, assieme al Governo Italiano, finanziano il Centro.
Ancora più numerosi poi, esponenti del mondo accademico e della ricerca, tra cui alcuni premi Nobel che in questo Centro hanno iniziato la loro carriera o che vi hanno intrattenuto rapporti di studio, come Carlo RubbiaRoy J. GlauberDavid Gross. Proprio quest’ultimo, Premio Nobel per la Fisica nel 2004, a margine della sua Keynote Lecture ha osservato che “C’è un futuro per il nucleare anche se l’uranio è ormai poco, ma è pulito ed è una parte importante dell’intero piano strategico energetico. Il gas naturale e lo shale-gas sono sicuramente più puliti del carbone, ma inquinano ancora e sono dunque una sorta di transizione verso l’energia solare che è l’unica soluzione definitiva nel futuro dell’energia”.

Altrettanto ricchi di spunti sono stati gli interventi della seconda giornata, in particolare quelli della sessione su “La Terra del Futuro”. che ha visto gli interventi del Segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e del Vicepresidente del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC).
Il clima, come il calcio, è qualcosa su cui tutti sono esperti”, ha esordito Michel Jarraud, Segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), delineando i progressi compiuti dalla scienza del clima nel corso degli ultimi decenni.
Jarraud ha sottolineato come la scienza abbia migliorato i sistemi di allarme rapido e di previsione, permettendo quindi che muoiano meno persone nel corso di eventi meteorologici estremi, come inondazioni e siccità, che 60-70 anni fa facevano molte più vittime. Tuttavia, il bilancio economico di eventi sempre più estremi, aggravati da più alti livelli atmosferici di biossido di carbonio, metano e protossido di azoto aumentati significativamente rispetto agli ultimi 800.000 anni, è sempre più pesante.
Jarraud ha richiamato la necessità di “quadro globale per i servizi climatici“, in modo da presentare meglio ai politici i pacchetti di informazione scientifica, dal momento che “il progresso scientifico non si traduce in prodotti tangibili per i responsabili delle decisioni“.
Il “quadro globale” dovrà poggiare, secondo Jarraud, sulle competenze di centri come l’ICTP del quale ha lodato l’abilità di costruire “la capacità nei Paesi in via di sviluppo trattenendo lì gli scienziati”.

A sua volta, il Vicepresidente dell’IPCC Jean-Pascal van Ypersele si è soffermato sulle sfide che i cambiamenti climatici pongono e di come scienziati e politici debbono operare congiuntamente per superarle.
Oltre alle sfide di adattarsi ai cambiamenti climatici già in atto e di ridurre le emissioni di gas serra, van Ypersele ha anche sottolineato la necessità di affrontare i problemi della povertà, l’energia, la qualità ambientale e dello sviluppo sostenibile per proteggere le popolazioni che sono più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.
Dopo aver osservato che l’IPCC è stato il “primo quadro globale sul clima” di cui l’oratore che l’ha preceduto auspicava la costituzione, van Ypersele ha sottolineato che l’apporto degli scienziati provenienti dai Paesi in via di sviluppo è stato determinante “per la credibilità conquistata dall’IPCC”, dal momento che nessun capitolo del V Rapporto (AR5), di cui sono state pubblicate le sintesi per decisori politici dei suoi tre gruppi di lavoro su scienza fisicaadattamento e mitigazione, (a novembre 2014 verrà rilasciata la Sintesi riassuntiva) è stato redatto senza il contributo determinante in ogni capitolo di scienziati provenienti dai Paesi in via di sviluppo, “Molti dei quali si sono formati proprio al ICTP”.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.