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Emissioni di metano: la Strategia UE per ridurne i livelli di concentrazione

La Commissione UE ha presentato la Strategia che mira a frenare le emissioni di metano in atmosfera da parte dell’industria energetica, dell’agricoltura e dei rifiuti, poiché questo potente gas serra, oltre a far aumentare la temperatura globale, causa gravi problemi alla salute umana.

La Commissione UE ha presentato il 14 ottobre 2020 la Strategia UE per la riduzione delle emissioni di metano (EU strategy to reduce methane emission), una delle iniziative prioritarie del Green Deal europeo che mira a frenare l’aumento della temperatura globale al 2050, secondo quanto previsto la Legge europea sul Clima e migliorare la qualità dell’aria per i cittadini europei.

Dopo il biossido di carbonio (CO2), il metano (CH4) è il secondo più importante agente dei cambiamenti climatici. Su una scala temporale di 100 anni, il metano ha un potenziale di riscaldamento globale 28 volte maggiore rispetto alla CO2 ed è 84 volte più potente su una scala temporale di 20 anni

Inoltre, il metano è un potente inquinante atmosferico locale, contribuendo alla formazione di ozono (O3) che, a sua volta, causa gravi problemi di salute.

Per diventare il primo continente climaticamente neutro l’Unione europea deve tagliare tutti i gas a effetto serra – ha dichiarato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal – La strategia sul metano garantisce tagli delle emissioni in tutti i settori, in particolare l’agricoltura, l’energia e i rifiuti. Crea per le zone rurali l’opportunità di produrre biogas a partire dai rifiuti. La tecnologia satellitare dell’Unione europea consentirà di monitorare da vicino le emissioni e di innalzare gli standard internazionali”.

Uno Studio pubblicato lo scorso luglio da Global Carbon Budget, un’iniziativa internazionale di oltre 80 scienziati di 59 istituti di ricerca di 16 Paesi, ha calcolato che tra il 2000 e il 2017, i livelli di metano in atmosfera sono aumentati a tal punto che i modelli climatici indicano un percorso che comporterà un aumento di 3-4 °C di riscaldamento globale prima della fine di questo secolo. Questa è la soglia di temperatura pericolosa varcata la quale, secondo gli scienziati, avremo disastri naturali, quali incendi, siccità, inondazioni e gravi fenomeni sociali, come le carestie e le migrazioni di massa.

Inoltre, il Methan Tracker dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), stima che circa un terzo delle emissioni globali di metano antropogenico provenga dal settore energetico e che il 45% di queste emissioni possa essere mitigato senza alcun costo netto, dato che il metano è un prodotto vendibile sotto forma di gas naturaleRidurre del 50% le emissioni di metano associate all’attività umana nei prossimi 30 anni potrebbe ridurre la temperatura globale e di 0,2 °C entro il 2050, un passo significativo verso il contenimento a 1,5 °C al 2100, secondo l’obiettivo dell’Accordo di Parigi.

La Valutazione d’impatto del Piano dell’UE per il 2030 sugli obiettivi climatici  “Un traguardo climatico 2030 più ambizioso per l’Europa”, su cui si è basata la Commissione UE per innalzare al 2030 il taglio delle emissioni, quale annunciato da Ursula von der Leyen nel discorso al Parlamento UE sullo Stato dell’Unione,  ha concluso che un aumento del livello di ambizione per ridurre le emissioni di gas a effetto serra ad almeno il 55 % entro il 2030 richiederebbe uno sforzo accelerato per affrontare il problema delle emissioni di metano.

L’UE, che produce il 5 % delle emissioni mondiali di metano a livello interno, incoraggerà l’azione internazionale in quanto principale importatore mondiale di energia e come attore forte nei settori dell’agricoltura e dei rifiuti.

La strategia definisce misure per ridurre le emissioni di metano sia in Europa che a livello internazionale e contiene interventi legislativi e non legislativi nei settori dell’energia, dell’agricoltura e dei rifiuti, che insieme rappresentano circa il 95 % delle emissioni di metano associate all’attività umana nel mondo. La Commissione collaborerà con i partner internazionali dell’UE e con l’industria per conseguire riduzioni delle emissioni lungo la catena di approvvigionamento.

“Abbiamo adottato la prima strategia di lotta alle emissioni di metano dal 1996 – ha affermato a sua volta la Commissaria UE per l’Energia, Kadri Simson –  I settori dell’energia, dell’agricoltura e dei rifiuti hanno tutti un ruolo da svolgere, ma l’energia è il settore in cui le emissioni possono essere ridotte più rapidamente al minor costo. L’Europa aprirà la strada ma non possiamo muoverci da soli. Dobbiamo collaborare con i partner internazionali per far fronte alle emissioni di metano dell’energia che importiamo“.

Una delle priorità della Strategia è migliorare la misurazione e la comunicazione delle emissioni di metano. Attualmente il livello di monitoraggio varia secondo i settori e gli Stati membri e nell’intera comunità internazionale. Oltre alle misure a livello dell’UE volte a rafforzare le norme in materia di misurazione, verifica e comunicazione, la Commissione sosterrà la creazione di un osservatorio internazionale delle emissioni di metano, in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), la Cool Climate Initiative e l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA). Il programma satellitare Copernicus dell’UE migliorerà la sorveglianza e contribuirà a individuare i super emettitori mondiali e le principali perdite di metano.

Per ridurre le emissioni di metano nel settore dell’energia si proporrà l’obbligo di migliorare il rilevamento e la riparazione delle perdite nelle infrastrutture del gas e si valuterà l’opportunità di legiferare per vietare le pratiche di routine di emissione in atmosfera tramite combustione in torcia [sistema di combustione in quota di gas indesiderati utilizzato negli impianti industriali quali raffinerie di petrolio, impianti chimici o petrolchimici, impianti di trattamento del gas naturale, ma anche pozzi petroliferi o di gas da discariche]. La Commissione avvierà un dialogo con i partner internazionali ed esaminerà l’eventualità di norme, obiettivi o incentivi per le importazioni di energia nell’UE, con i relativi strumenti di esecuzione.

La Commissione migliorerà la comunicazione delle emissioni prodotte dall’agricoltura attraverso una migliore raccolta di dati e promuoverà opportunità di riduzione delle emissioni con il sostegno della politica agricola comune (PAC). L’accento sarà posto principalmente sulla condivisione delle migliori pratiche nelle tecnologie innovative di riduzione del metano, diete animali e gestione della riproduzione. Contribuiranno anche la ricerca mirata sulla tecnologia, soluzioni basate sulla natura e cambiamenti alimentari. I rifiuti umani e agricoli organici non riciclabili possono essere usati per produrre biogas, biomateriali e prodotti biochimici, in modo da generare flussi di reddito supplementari nelle zone rurali ed evitare nel contempo le emissioni di metano. La raccolta di questi rifiuti sarà pertanto ulteriormente incentivata.

Nel settore dei rifiuti, la Commissione valuterà l’opportunità di ulteriori azioni per migliorare la gestione dei gas di discarica, sfruttandone il potenziale di consumo energetico e riducendo nel contempo le emissioni, e riesaminerà la legislazione pertinente sulle discariche nel 2024. Ridurre al minimo lo smaltimento dei rifiuti biodegradabili nelle discariche è fondamentale per evitare la formazione di metano. La Commissione valuterà la possibilità di proporre ulteriori ricerche sui rifiuti nelle tecnologie del biometano.

La Commissione riesaminerà, inoltre, il regolamento sulla condivisione degli sforzi e valuterà la possibilità di estendere il campo di applicazione della Direttiva sulle emissioni industriali (2010/75/UE) ai settori che emettono metano non ancora inclusi.

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