Un Rapporto del World Economic Forum che sarà discusso in occasione del Forum di Davos dove i membri dell’International Business Council si incontreranno con i leader di Governo per agire sull’agenda delle politiche pubbliche e accelerare i partenariati aziendali mirati ad agire sulla domanda, evidenzia che le azioni sull’efficienza energetica delle imprese, con adeguati quadri politici potrebbero sbloccare la crescita e la produttività, far risparmiare denaro, fornire un vantaggio competitivo e ridurre le emissioni.
Se le aziende adottassero misure di efficienza energetica economicamente vantaggiose entro la fine dell’attuale decennio, e meglio supportate da quadri politici efficaci, si potrebbe sbloccare la situazione per una forte accelerazione nella transizione allo zero netto.
È quanto evidenzia il Rapporto “Transforming Energy Demand“ che il World Economic Forum (WEF) con il sostegno dell’International Business Council (IBC) che raggruppa 120 Amministratori delegati di Società che rappresentano il 3% del consumo energetico mondiale, in collaborazione con PricewaterhouseCoopers (PwC), ha pubblicato alla vigilia del Forum di Davos (15-19 gennaio 2024), la località sciistica svizzera dove si svolge da 54 anni l’incontro di oltre 2.800 esponenti del mondo economico, politico, scientifico e culturale per discutere dei principali problemi sullo scenario internazionale e sulle sfide politico-economiche che si prospettavano.
Con l’aumento della popolazione globale e della domanda di energia, in particolare nei mercati in via di sviluppo, l’attuazione di politiche pubbliche e la promozione delle collaborazioni nella catena del valore sono fondamentali per gestire il consumo di energia e ridurre l’intensità di carbonio.
Alla COP28 di Dubai oltre 120 Paesi hanno sottoscritto il Global Renewables and Energy Efficiency Pledge, l’iniziativa proposta dalla Commissione UE che fissa obiettivi globali per triplicare la capacità installata di energia rinnovabile fino ad almeno 11 teraWatt (TW) e raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica globale da circa il 2% a una cifra annuale del 4%, entro il 2030, con piani concreti e realistici.
“I decisori politici e i leader aziendali devono collaborare per accelerare una transizione energetica che crei risultati positivi per le persone, la società e il pianeta – ha affermato ha affermato Olivier Schwab, Direttore generale del WEF – Il settore privato può svolgere un ruolo di primo piano in questa trasformazione, motivo per cui l’International Business Council ha deciso di concentrarsi sul consumo energetico delle proprie imprese con azioni pratiche che ciascuna organizzazione può intraprendere oggi sia individualmente che attraverso le proprie catene del valore“.
L’adozione di misure per la produzione e la fornitura di servizi efficienti dal punto di vista energetico è essenziale affinché le imprese e i paesi possano sostenere la crescita economica e raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette.
Il Rapporto del WEF delinea le azioni rivolte alle imprese e ai Paesi per migliorare la gestione energetica, l’efficienza e la riduzione dell’intensità di carbonio, evidenziando le leve commercialmente vantaggiose, implementabili con le tecnologie esistenti, per avere un impatto significativo sulla transizione e risparmiare globalmente almeno 2mila miliardi di dollari se le misure venissero adottate entro la fine di questo decennio. Ciò stimolerebbe la crescita, farebbe risparmiare denaro alle aziende e fornirebbe un vantaggio competitivo, riducendo al tempo stesso le emissioni.
Gli esempi includono misure di risparmio energetico come l’uso dell’intelligenza artificiale per ottimizzare la progettazione delle linee di fabbrica, l’efficienza energetica, la collaborazione nella catena del valore, il clustering industriale per condividere iniziative di energia pulita, l’ammodernamento degli edifici e l’elettrificazione dei trasporti.
Secondo il Rapporto, il potenziale di questa azione sul lato della domanda comporterebbe una riduzione del 31% a breve termine in termini di costi, condivisa tra tutti i settori economici. Questi guadagni sono realizzabili ora, con rendimenti interessanti, e non necessitano di nuova tecnologia, evitando la costruzione di 3.000 centrali elettriche aggiuntive. Tale azione concertata sbloccherebbe la crescita e la produttività e, al contempo, guiderebbe il cambiamento richiesto nel tasso di miglioramento dell’efficienza energetica sottoscritto da Paesi alla COP28, aiutando il mondo a rimettersi sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi.
Gli esempi di riduzione dell’intensità energetica nell’insieme rappresentano un’area poco affrontata ed è bassa la consapevolezza del suo potenziale per il miglioramento del business e la riduzione dei gas serra. Saranno inoltre necessarie politiche normative e governative per guidare il progresso, insieme a campagne di sensibilizzazione del pubblico per evidenziare l’importanza di aumentare l’efficienza energetica. Circa il 47% dei CEO di IBC intervistati nel rapporto afferma che manca una regolamentazione di sostegno affinché le imprese possano agire per ridurre la domanda di energia, suggerendo la necessità che i settori privato e pubblico lavorino insieme per guidare il cambiamento.
“Ridurre la quantità di energia necessaria per fabbricare prodotti e fornire servizi è qualcosa su cui possiamo agire già ora – ha affermato Ana Botín, Presidente esecutivo del gruppo Banco Santander e Presidente dell’IBC – Anche se si stanno facendo progressi, c’è ancora molto da fare, dal momento che la nostra domanda di energia continua a crescere a ritmi insostenibili. Le imprese hanno un ruolo fondamentale da svolgere e, utilizzando la tecnologia oggi disponibile e scalabile, possiamo ridurre l’attuale intensità energetica fino a un terzo, senza diminuire la produzione. È quindi fondamentale collaborare con i governi e i regolatori in tutto il mondo. sia nei mercati sviluppati che in quelli in via di sviluppo per contribuire ad accelerare i progressi su questo tema”.
Sono 5 le leve che il Rapporto indica per realizzare tali impegni:
1. Utilizzare l’energia di base, garantire la responsabilità centrale diretta e sviluppare un programma per aumentare l’efficienza su tre livelli: risparmio energetico, efficienza energetica e collaborazione nella catena del valore;
2. Incorporare questo esercizio e la definizione degli obiettivi in un piano completo di transizione energetica che copra l’auto-aiuto e la collaborazione con la catena di approvvigionamento;
3. Esaminare i costi energetici e le opportunità per guidare il cambiamento;
4. Impegnarsi verso obiettivi di riduzione dell’intensità energetica (ad esempio, raddoppiando il tasso di miglioramento);
5. Coinvolgere i decisori politici per sviluppare quadri politici dettagliati e piani di transizione energetica, in particolare, per rimuovere gli attuali ostacoli all’azione (ad esempio, l’accesso ai finanziamenti).
“È fondamentale affrontare la domanda di energia insieme all’offerta, riducendo l’intensità energetica dell’attività attuale e aumentando l’efficienza energetica della crescita futura – ha sottolineato Bob Moritz, Global Chair di PwC – Ciò aiuterà il mondo a rimettersi in carreggiata rispetto agli obiettivi fissati nell’accordo di Parigi, a sostenere l’impegno della COP28 di raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030 e a sostenere la crescita delle imprese. Per raggiungere questo obiettivo sarà necessaria una profonda collaborazione tra il settore pubblico e quello privato. Dobbiamo aumentare la consapevolezza delle ragioni aziendali per il cambiamento, allineare la politica e gli incentivi privati e sviluppare nuove soluzioni finanziarie per sbloccare l’azione”.
Il Rapporto sarà al centro delle discussioni in occasione del Forum di Davos dove i membri dell’IBC si incontreranno con i leader di Governo per agire sull’agenda delle politiche pubbliche e accelerare i partenariati aziendali mirati ad agire sulla domanda.