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Efficienza energetica: l’Italia si conferma leader in Europa

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Il 6° Rapporto dell’ENEA conferma che l’intensità energetica del nostro Paese è di quasi il 17% inferiore della media UE, anche se nella PA i consumi continuano a crescere. Dal contestuale Rapporto sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio emerge che gli ecobonus hanno attivato circa un milione di interventi per oltre 9,5 miliardi di euro di investimenti, di cui 3,3 miliardi nel solo 2016, con positive ripercussioni sul piano occupazionale.

Risultati positivi, ma anche criticità e ostacoli sul fronte dell’efficienza energetica nel nostro Paese. Negli ultimi tre anni gli ecobonus hanno attivato circa un milione di interventi per oltre 9,5 miliardi di euro di investimenti, di cui 3,3 miliardi nel solo 2016. Inoltre, al 2016 risultano effettuate 15mila diagnosi energetiche di aziende, un record in Europa, e le richieste di incentivi sul “Conto Termico” per interventi di efficienza della PA locale sono cresciute del 300%. E, grazie ai minori consumi, dal 2005 ad oggi sono stati risparmiati 3,5 miliardi di euro di importazioni di petrolio e gas. Tuttavia, ostacoli di tipo economico-finanziario e, soprattutto nel settore pubblico, la scarsa conoscenza degli strumenti e delle opportunità di interventi migliorativi frenano la diffusione dell’efficienza energetica“.

È questa la fotografia dell’efficienza energetica nel nostro Paese quale emerge dal “6° Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica“, presentato dall’ENEA l’11 luglio 2017 presso la Camera dei Deputati, che aggiorna i sulla fattura energetica nazionale e sui nuovi trend dell’efficienza nei diversi settori, dai trasporti al residenziale, dall’industria al terziario, da cui emerge come l’Italia sia fra i leader in Europa in questo campo con un livello di intensità energetica di quasi il 17% inferiore della media UE, dato particolarmente positivo perché tanto più basso è il valore dell’intensità energetica tanto più è alta l’efficienza energetica del Paese.
Il nostro Paese, nel suo complesso, presenta un buon livello di efficienza energetica, soprattutto nel settore industriale, mentre per la PA è necessario un vero salto di qualità – ha dichiarato il Presidente dell’ENEA Federico Testa che, nell’occasione, ha annunciato la creazione di un’apposita task force operativa “PA-Obiettivo efficienza energetica” con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), proprio per supportare la Pubblica Amministrazione nella realizzazione di interventi di riqualificazione energetica – I consumi degli immobili della PA risultano più elevati della media nazionale e ciò rende critico il rispetto della Direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici nel caso di nuove costruzioni o di riqualificazioni importanti (deep renovation), in vigore dal 2019 per gli edifici pubblici“.

Il Rapporto fornisce il quadro e l’evoluzione dello stato dell’efficienza energetica a livello nazionale, approfondendo i risultati delle politiche e delle misure per il miglioramento dell’efficienza negli usi finali, e ne analizza le rilevanti attinenze con il contesto economico e lo sviluppo tecnologico.

Secondo i dati del Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE), nel 2016 la bolletta energetica complessiva della PA per elettricità, riscaldamento e trasporto è stata di oltre 3,3 miliardi di euro, di cui 117 milioni di euro spesi a livello centrale (35% per l’energia elettrica, 4% per il gas ed il 61% per carburanti e combustibili), 1,85 miliardi nelle amministrazioni periferiche, 220 milioni nelle Province che gestiscono gran parte dell’edilizia scolastica e 1,13 miliardi di euro nelle strutture sanitarie pubbliche.

L’Italia ha rispettato l’obiettivo definito per il 2016 dal Piano Nazionale di Efficienza Energetica 2011 e ha raggiunto il 41% dell’obiettivo di risparmio al 2020 fissato dal Piano Nazionale di Efficienza Energetica 2014, con punte dell’84% nel settore residenziale; mentre trasporti e terziario (soprattutto la P.A), sono più lontani.
Questi numeri dicono che stiamo facendo bene e, soprattutto, che l’efficacia degli strumenti messi in campo ha permesso di attenuare gli effetti della crisi economica – ha sottolineato Testa – Ciò fa ben sperare nel raggiungimento dei nuovi obiettivi particolarmente impegnativi e sfidanti prospettati al 2030 dal Clean energy package dell’Unione europea. L’unica strada percorribile per raggiungere risultati importanti nell’efficienza energetica è una collaborazione costante tra il mondo della ricerca, l’innovazione tecnologica e le politiche pubbliche che promuovano anche gli investimenti privati“.

Gli obiettivi del Pacchetto energia pulita al 2030, che dovranno essere modulati dalla nuova Strategia Energetica Nazionale (attualmente nella fase di consultazione pubblica, la cui scadenza prevista per l’11 luglio è stata prolungata al 31 agosto 2017, “Data la rilevanza del tema e la complessità del documento in consultazione“), tenendo conto del rapporto costi-benefici delle misure, “non perdendo di vista inoltre – si afferma nel Rapporto – la sicurezza di approvvigionamento e l’adeguatezza e la qualità delle reti elettriche e del gas, al fine di integrare quantità crescenti di FER e gestire flussi e punte di domanda gas variabili“.

Si deve osservare, al riguardo, che il Pacchetto in cui l’esecutivo UE proponeva l’obiettivo annuale di risparmio dell’1,5% dal 2021 fino al 2030, è stato abbassato dal Concilio UE Energia del 26 giugno 2017 all’1% per il periodo 2026-2030, a meno che la revisione intermedia (nel 2024) non giunga alla conclusione che l’UE è lontana dal centrare gli obiettivi che si è posta. Tant’è che il Commissario UE per il Clima e l’Energia, Miguel Arias Cañete ha sottolineato come il compromesso, nonostante le indicazioni provenienti dal Parlamento europeo, sia “inferiore rispetto il livello di ambizione contenuto nella proposta della Commissione europea“.

In occasione della presentazione del Rapporto sull’efficienza energetica, l’ENEA ha presentato anche il Rapporto sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, fotografia aggiornata degli investimenti per settore stimolati dagli ecobonus: nel periodo 2014-2016, la quota principale pari a 4,36 miliardi di euro ha riguardato la sostituzione di 1,9 milioni di serramenti, mentre 1,7 miliardi di euro sono stati destinati ad oltre 52mila interventi sulle pareti orizzontali ed inclinate.

I risparmi nel triennio sono stati di circa 3.300 GWh/anno, poco più di 0,28 Mtep/anno. Nel 2016 in particolare, i risparmi hanno superato i 1.100 GWh/anno, soprattutto per la sostituzione di serramenti (oltre il 41%) e la coibentazione di solai e pareti (oltre il 26%), tipologie di interventi che, insieme alla riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’intero edificio, hanno il miglior rapporto costo/efficacia. Grazie agli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica (detrazione fiscale del 65%) e per il recupero edilizio (detrazione fiscale attualmente del 50%, ma con aliquote diverse dalla prima introduzione nel 1998), sono stati realizzati oltre 14,2 milioni di interventi, che hanno riguardato il 55% delle famiglie italiane in poco meno di 20 anni. Gli investimenti corrispondenti ammontano a 237 miliardi di euro, di cui 205 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e circa 32 miliardi la riqualificazione energetica.

Per quanto riguarda una stima dell’impatto occupazionale, nell’ultimo quadriennio 2013-2016 gli investimenti incentivati (sia per la riqualificazione energetica che per il recupero edilizio) hanno generato complessivamente circa 270mila posti di lavoro diretti ogni anno, che arrivano a oltre 400mila considerando anche l’indotto.

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