La XII edizione del Digital Energy Efficiency Report dell’Energy & Strategy Group del POLIMI che analizza il mercato dell’efficienza energetica industriale in Italia, con particolare focus sulle conseguenze della volatilità dei prezzi delle commodities energetiche e sullo stato attuale del quadro normativo regolatorio, nel quale rientrano le misure incluse nel PNRR, la situazione relativa al mercato dei Certificati Bianchi e le opportunità derivanti dalle Comunità Energetiche, evidenzia una ripresa degli investimenti rispetto al 2020, ma meno del 10% è rappresentato da tecnologie e soluzioni digitali.
Nel 2021 gli investimenti in efficienza energetica in ambito industriale sono stati complessivamente superiori rispetto al 2020, anno che aveva visto risultati particolarmente negativi a causa della pandemia da COVID-19, con oltre 2,2 miliardi di euro (+8%), di cui oltre il 90% è relativo a soluzioni di tipo hardware, con la restante quota rappresentata dagli investimenti in tecnologie e soluzioni digitali.
Sono alcuni dei dati contenuti nel Digital Energy Efficiency Report 2022 di Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano (POLIMI), presentata l’8 giugno 2022 nel corso del Convegno in modalità mista, online e in presenza, dal titolo “Il ruolo strategico dell’efficienza energetica e della gestione dei dati per contrastare le tensioni sul mercato dell’energia”, che ha coinvolto come sempre nel dibattito le imprese Partner della ricerca per discutere e approfondire le analisi svolte e renderle strumento di lavoro per tutti coloro che operano o intendono operare nell’ambito specifico oggetto dello studio.
Le analisi riportate nello studio mostrano come la volatilità dei prezzi delle commodities energetiche, a partire dall’ultimo trimestre del 2021, si sia dimostrata un fattore influente sulle decisioni degli operatori industriali che hanno ridotto le proprie attività, limitando gli investimenti, anche in ambito efficienza energetica. Pertanto, nel Digital Energy Efficiency Report 2022, si è voluto dare evidenza delle possibili ripercussioni di tale volatilità sugli investimenti in tecnologie per l’efficienza energetica a livello industriale.
Per fare ciò, sono stati definiti i due differenti scenari futuri per l’andamento dei prezzi di elettricità e gas naturale:
– uno scenario “Worst case”, in cui i prezzi per i prossimi anni seguono trend che risentono fortemente degli aumenti dati dalla crisi energetica;
– uno scenario “Mitigated”, in cui gli andamenti vengono ridotti del 20% rispetto allo scenario precedente.
L’analisi, svolta su 3 diversi settori industriale (alimentare, automotive, gomma e plastica), ha previsto l’installazione negli stabilimenti di un impianto di cogenerazione e un impianto di illuminazione LED smart, per i quali è stata effettuata una valutazione della convenienza economica. I risultati hanno permesso di fornire evidenza della elevata convenienza degli investimenti in efficienza energetica in questo momento storico, sia per quanto riguarda la cogenerazione che per un impianto di illuminazione LED smart in un building industriale.
È stata presa in considerazione la possibilità per gli investimenti di ricorrere al meccanismo dei Certificati Bianchi che ha dimostrato di possedere un’influenza positiva sugli investimenti in tale tecnologia. Tuttavia, è necessario evidenziare che le difficoltà legate all’ottenimento dei Certificati Bianchi rappresentano per le imprese un elemento di incertezza, il quale spesso porta a non considerare il loro contributo all’interno dei business plan.
L’analisi si è focalizzata anche sulle variazioni delle emissioni di CO2 derivanti dall’installazione di impianti di cogenerazione. I risultati mostrano come vi sia, in tutti i settori considerati, una riduzione netta della quantità di CO2 emessa in atmosfera che varia tra il -10% e il -14% tra i tre settori industriali analizzati.
La survey 2022: le opinioni degli energy manager e lo stato di salute delle ESCo
Il 64% circa del campione di imprese analizzato nel corso della ricerca dichiara di aver implementato investimenti in soluzioni hardware nel corso del 2021 (quota costante rispetto al 2020). Tale percentuale aumenta leggermente se si guarda alle Grandi Imprese (67%, che tuttavia rappresenta una decrescita 5 del -13% rispetto al 2020), mentre diminuisce se si guarda alle PMI (61%, trend pertanto in crescita del +16% rispetto al 2020).
Analizzando la differenza tra Grandi Imprese e PMI, la ricerca evidenzia come per le prime i tempi di ritorno eccessivi risultino essere molto più limitanti, mentre nelle PMI la scarsa consapevolezza del top management si dimostra una barriera più rilevante rispetto a quanto percepito dalle Grandi Imprese.
Nel corso del 2021 le ESCo certificate sono aumentate di 2 unità rispetto al 2020, in continuità con il trend di incremento, seppur limitato, registrato a partire dal 2017. Nonostante ciò, si registra un rallentamento della crescita dei soggetti certificati, soprattutto rispetto al biennio 2017-2018, evidenza che potrebbe rappresentare il raggiungimento di un certo livello di maturità da parte del mercato.
Il PNRR per l’efficienza energetica industriale
Lo studio si è inoltre focalizzato sull’analisi delle misure presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che possano essere di supporto agli operatori del settore dell’efficienza energetica in ambito industriale ed alle imprese che realizzano questi investimenti. Le misure che affrontano le tematiche di efficienza energetica sono presenti principalmente nella Missione 1 (Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura), con particolare riferimento alla sua Componente 2 (Transizione 4.0), e alla Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica), con la relativa Componente 3 denominata “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”.
In linea generale, appare evidente come nel PNRR, in particolare nella Missione 2, i fondi destinati all’efficienza energetica nel comparto industriale siano esigui rispetto ai fondi destinati ad altri settori.
“Purtroppo l’efficienza energetica nel comparto industriale è la Cenerentola del Piano nazionale di ripresa e resilienza e i fondi che le sono stati destinati sono decisamente esigui rispetto a quelli indirizzati ad altri settori e i fondi che le sono stati destinati sono decisamente esigui rispetto a quelli indirizzati ad altri settori – ha affermato Federico Frattini, Vicedirettore dell’Energy&Strategy Group – Le motivazioni possono essere diverse: fattori di carattere strategico, come la scelta di incentivare maggiormente l’installazione di impianti da fonti di energia rinnovabile per andare incontro agli obiettivi di decarbonizzazione imposti dalle direttive europee; oppure fattori legati alle caratteristiche intrinseche del parco edilizio ad uso civile, che essendo più arretrato rispetto a quello industriale è oggetto della maggior parte dei fondi per la riqualificazione degli edifici. Tuttavia, il processo di digitalizzazione delle imprese gioca un ruolo fondamentale per raggiungere qualunque obiettivo nell’ambito della transizione ecologica e dunque abbiamo ragione di ritenere che, superata l’attuale fase emergenziale, gli investimenti in chiave industriale saranno trainati dai fondi per il Piano Transizione 4.0”.
Le opportunità derivanti dalle Comunità Energetiche
Le Comunità Energetiche rappresentano una tematica verso la quale gli operatori del settore dell’efficienza energetica industriale stanno riponendo attenzione. Per questo motivo, il Rapporto si è posto l’obiettivo di approfondire i modelli introdotti dalle Direttive europee e nazionali sulle Comunità Energetiche, con focus Comunità Energetiche Rinnovabili e indagare le opportunità e le eventuali criticità che il modello delle REC potrà avere per il settore industriale dell’efficienza energetica, specialmente alla luce delle novità relative alla Direttiva RED.