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Covid-19: le infezioni asintomatiche possono arrivare al 45%

Secondo scienziati dello Scripps Research Institute che hanno condotto un’indagine sui test di 16 coorti di tutto il mondo, tra cui quella di Vo’ Euganeo, una percentuale straordinaria di persone infettate dal nuovo coronavirus che provoca la mortale pandemia di COVID-19 non mostra mai sintomi della malattia.

Le infezioni asintomatiche possono aver svolto un ruolo significativo nella diffusione veloce di COVID-19, evidenziando la necessità di test su larga scala e di tracciabilità dei contatti per mitigare la pandemia.

È quanto emerge dai risultati di un’analisi (Prevalence of Asymptomatic SARS-CoV-2 Infection) condotta su un set di dati pubblici sulle infezioni asintomatiche dallo Scrippp Research Institute, il prestigioso centro di ricerca statunitense nel campo delle scienze biomediche di La Jolla in California, e pubblicati su Annals of Internal Medicine, c’è la probabilità che il 40%-45% dei malati di –Covid-19 rimanga asintomatico, suggerendo che il virus potrebbe avere un potenziale maggiore di quanto precedentemente stimato per diffondersi silenziosamente e profondamente tra la popolazione umana.

La diffusione silenziosa del virus rende ancora più difficile il suo controllo – ha affermato Eric Topol, Professore di Medicina Molecolare e Direttore dello Scripps Research Translational Institute, nonché coautore della ricerca – La nostra revisione evidenzia davvero l’importanza dei test. È chiaro che con un tasso asintomatico così elevato, dobbiamo lanciare una rete di protezione molto ampia, altrimenti il ​​virus continuerà a sfuggirci“.

Insieme allo scienziato comportamentale Daniel Oran, Topol ha raccolto informazioni da studi che hanno effettuato test su larga scala su una porzione circoscritta di popolazione. Sono 16 le coorti di tutto il mondo prese in esame tramite ricerche di parole chiave su PubMed, bioRxiv e medRxiv, nonché ricerche su Google di notizie pertinenti.

Tra queste coorti, i residenti della casa di cura della contea di King nello stato di Washington (USA), i passeggeri e i membri dell’equipaggio della nave da crociera Diamond Princess, i detenuti di alcune carceri statunitensi, la popolazione dell’Islanda e quella della cittadina di Vo’ Euganeo (PD), dove alla fine del blocco di 14 giorni imposto dalle autorità, i ricercatori hanno raccolto i tamponi rinofaringei da 2.812 residenti durante il primo campionamento e da 2.343 durante il secondo.

Ciò che praticamente tutte queste coorti avevano in comune era che una percentuale molto ampia di individui infettati non aveva sintomi – ha affermato Daniel OranTra più di 3.000 detenuti in quattro stati che si sono dimostrati positivi per il coronavirus, la cifra era astronomica: asintomatica al 96%“.

Gli autori riconoscono anche che la mancanza di dati longitudinali rende difficile distinguere tra individui asintomatici e presintomatici. Un individuo asintomatico è una persona infettata dal SARS-CoV-2, ma non sviluppa mai sintomi di COVID-19; mentre una persona presintomatica è similmente infetta, ma alla fine svilupperà sintomi. I test longitudinali che si riferiscono a test ripetuti di individui nel tempo, aiuterebbero a distinguere tra i due.

Persone che non si sentono o non sembrano star male hanno molte più possibilità di interagire con gli altri rispetto a coloro che hanno sintomi – si legge nello Studio – Se dunque la trasmissione da asintomatici è comune, testare solo le persone con sintomi sembra folle”.

Nel complesso la revisione effettuata conferma che ad essere asintomatici sono maggiormente i giovani e le donne e suggerisce, inoltre, che gli individui asintomatici non hanno mai sviluppato i sintomi di Covid-19, con l’unica eccezione della residenza per anziani della Contea di King, dove il 90% degli ospiti senza sintomi ne hanno in seguito sviluppati. A Vo’, invece, nessuno degli asintomatici ha poi manifestato sintomi. Proprio dai dati della cittadini veneta, i ricercatori hanno desunto che le persone asintomatiche possono effettivamente trasmettere il nuovo coronavirus ad altri.

Il dato più sorprendente è venuto dalla coorte della Diamond Princess con il 54% dei 76 asintomatici presenti sulla nave, che dopo una tomografia computerizzata mostravano di avere delle significative anormalità sub-cliniche nei polmoni.

Ulteriori ricerche saranno necessarie per confermare questa scoperta potenzialmente importante, tenendo conto dei possibili fattori devianti, compresa l’età dei passeggeri – affermano gli autori – Se confermato, questo risultato suggerisce che l’assenza di sintomi potrebbe non significare necessariamente l’assenza di danni”.

Le cariche virali sono molto simili nelle persone con o senza sintomi, ma non è chiaro se la loro contagiosità sia della stessa grandezza. Per risolvere questo problema, ci sarà bisogno, affermano i due scienziati, di studi su larga scala che includano un numero sufficiente di persone asintomatiche.

La nostra stima del 40%-45% di asintomatici significa che, se sei abbastanza sfortunato da infettarti, ha la probabilità di manifestare i sintomi quasi come il testa o croce del lancio di una moneta – ha concluso Oran – Quindi, per proteggere gli altri, riteniamo che indossare una mascherina abbia molto senso“.

I primi dati raccolti sul ruolo degli asintomatici nella diffusione della pandemia, concludono i ricercatori, suggeriscono che questo fattore sia significativo nel determinare la sua rapida progressione. La pratica medica e le misure di salute pubblica dovrebbero essere modificate per affrontare questa sfida.

A seguito della pubblicazione dello Studio, “Dai dati che abbiamo, sembra ancora raro che una persona asintomatica trasmetta effettivamente a un individuo secondario”, ha dichiarato Maria Van Kerkhove, a Capo dell’unità tecnica per il Covid-19 dell’OMS.

Ma il suo primo commento allo studio aveva subito suscitato le critiche da parte di professionisti della salute pubblica e medica, che hanno considerato la dichiarazione confusa e fuorviante. Il virologo Anthony S. Fauci, Direttore del National Institute of Allergy and Infectious Disease, ha dichiarato a Good Mornig America che l’affermazione della Van Kerkhove era “non corretta“.

Tal che è intervenuto sull’argomento lo stesso il Direttore generale dell’OMS a interpretare il senso delle dichiarazioni della Van Kerkhove che nel frattempo aveva corretto il senso della sua dichiarazione.
Dall’inizio di febbraio, abbiamo detto che le persone asintomatiche possono trasmettere COVID-19, ma che abbiamo bisogno di ulteriori ricerche per stabilire l’estensione della trasmissione asintomatica – ha affermato Tedros Adhanom GhebreyesusRicerche che sono tuttora in corso e che ci dicono: trovare, isolare e testare le persone con sintomi, tracciare e mettere in quarantena i loro contatti, è il modo più efficace per fermare la trasmissione. Molti Paesi sono riusciti a sopprimere la trasmissione e controllare il virus facendo esattamente questo. Questo è un nuovo virus e tutti stiamo imparando a conoscerlo a mano a mano. Comunicare la complessità della scienza complessa in tempo reale su un nuovo virus non è sempre facile, ma crediamo che faccia parte del nostro dovere verso il mondo. E possiamo farlo sempre meglio”. 

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