Energia Fonti rinnovabili

Comunità energetiche rinnovabili: opportunità per le Utilities

Secondo il Working paper “Modelli per promuovere le comunità energetiche: un’opportunità per le utilities”, presentato dall’Osservatorio Accenture-Agici, raggiungere i 5GW di potenza installata (obiettivo previsto da normativa) con le Comunità energetiche rinnovabili, potrebbe generare una riduzione di CO2 pari a 1,35 M di tonnellate e un beneficio economico tra i 1,3 e 1,5 miliardi di euro.

L’Italia ha l’ambizioso obiettivo di raggiungere 5GW di potenza installata, per una produzione di circa 6 TWh di energia elettrica tramite le Comunità energetiche, ma ad oggi queste rappresentano un’opportunità non ancora sfruttata appieno. Investire in questo ambito di circa 5-7 miliardi di euro comporterebbe un impatto ambientale ed economico significativo: un risparmio di CO2 pari a 1,35 M tonnellate e un beneficio economico tra i 1,3 e 1,5 miliardi di euro. Per raggiungere questo traguardo i player energetici devono giocare un ruolo chiave sfruttando le proprie risorse e competenze e facendo leva anche sull’introduzione di nuovi modelli di business maggiormente scalabili.

È quanto si rileva dai risultati dello Studio Modelli per promuovere le comunità energetiche: un’opportunità per le utilities” condotto da Accenture e presentato il 5 maggio 2023 nell’ambito del XXIII Workshop dell’Osservatorio Utilities Accenture-Agici, dal titolo “Nuove utilities per nuove clienti: vendita, servizi e comunità energetiche rinnovabili”.

La transizione verso forme di produzione e consumo più sostenibili è diventata una delle grandi priorità dei nostri giorni. L’affermarsi di una società low carbon pone davanti innumerevoli sfide e opportunità per il comparto energetico.

La Commissione UE si è posta come obiettivo il raggiungimento del 32% di consumo energetico da fonti rinnovabili entro il 2030, e l’Italia si sta adeguando per favorire lo sviluppo delle Comunità di Energia Rinnovabile il cui Decreto per gli incentivi, in attuazione del D.lgs. 2021, n. 199, di recepimento della Direttiva Rinnovabili, dopo la fase di consultazione, dovrebbe essere emanato a breve.

I principali modelli di Comunità energetica previsti dalla normativa sono:
Autoconsumo Collettivo (AUC), dove due o più clienti finali, residenti nello stesso condominio, producono energia elettrica rinnovabile per il proprio consumo, immagazzinamento e rivendita;_
Comunità Energetica Rinnovabile (CER) che coinvolge invece persone fisiche, autorità locali e PMI, unite con lo stesso obiettivo della forma precedente e che si costituiscono come soggetto giuridico basato sulla partecipazione aperta e volontaria degli iscritti.
Gli obiettivi sono quelli di:
1. favorire la partecipazione attiva dei cittadini al sistema energetico;
2. Promuovere la generazione distribuita e facilitare la transizione verso fonti rinnovabili;
3. ridurre la dipendenza degli utenti dal sistema elettrico nazionale.

In un contesto in cui la transizione verso forme di produzione e consumo più sostenibili è diventata una delle grandi priorità dei nostri giorni ed in presenza di importanti capitali messi a disposizione attraverso i fondi del PNRR e GSE, riteniamo che ci siano quattro i fattori che possono accelerare la strategia energetica del Paese, in un approccio sistemico – ha dichiarato Claudio Arcudi, Responsabile dell’Industry Group Energy e Utility di Accenture in Europa. – Si tratta delle Comunità energetiche, delle Utilities, delle PMI e del digitale“.

Le comunità energetiche, infatti – aggiunge Arcudi – possono permettere alle PMI del nostro territorio di collaborare per produrre, consumare e condividere con la comunità dove operano l’energia prodotta da fonti rinnovabili, attraverso uno o più impianti energetici installati nelle vicinanze. Nello stesso tempo, le comunità energetiche costituiscono un’importante opportunità per le Utilities, che hanno le capacità e le conoscenze necessarie ad indirizzare un approccio industriale in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano energetico nel nostro Paese e sono i player più adatti a realizzare e gestire il nuovo servizio. Abilitatore di questo modello sono le tecnologie digitali, che garantiscono la misurabilità delle performance e una gestione efficace di queste infrastrutture distribuite”.

Fonti: Legambiente, “Comunità Rinnovabili”, 2020-2021-2022; Sito web «Comunità rinnovabili 2.0», 2023; Aziende utilities – Siti web, 2023.

Dall’analisi emerge che l’Italia è in “ritardo” rispetto all’Europa dove il mercato – seppur frammentato – presenta già circa 9.000 Comunità energetiche con Germania e Danimarca considerati pionieri nel settore.

In Italia, infatti, vi sono attualmente 86 comunità energetiche, di cui solo 30 già attive, con una potenza totale installata di circa 60MW e modelli di business poco scalabili e principalmente nella forma di:
autoconsumo collettivo [AUC], solitamente promosso dall’’amministratore di condominio e si rivolge agli inquilini del condominio stesso, e riguarda prettamente gli spazi comuni, mentre l’energia delle famiglie del condominio è autoconsumata virtualmente;
modello collettivo [CER], promosso da cooperative o da cittadini e può includere utenti residenziali e/o PMI, finanziato nella maggior parte dei casi con fondi pubblici e/o co-investimento dei partecipanti;
modello municipale (CER), promosso e finanziato dalla PA e si rivolge agli edifici comunali, ai cittadini e/o commercianti locali.

Nell’analisi vengono proposti 2 nuovi modelli maggiormente scalabili, anche attraverso il ruolo più centrale delle utility per la promozione delle comunità e la governance delle attività amministrative e operative:
modello industriale (CER), promosso da un player energetico e rivolto con un offering dedicata a distretti industriali/manifatturieri o alla PA, il cui impianto potrebbe essere finanziato dalle imprese partecipanti o dal player energetico stesso;
– modello a piattaforma (CER) rivolto a cittadini e PMI e promosso e finanziato da un player energetico che detiene la proprietà dell’impianto, che prevede una fase di aggregazione automatizzata e digitale (anche post-costituzione) gestita dalla utility.

Complessivamente, l’analisi ipotizza 4 configurazioni di AUC e CER con caratteristiche differenti in termini di membri, potenza e consumi per verificare la sostenibilità economica delle comunità energetiche.
In sintesi:
– L’installazione di rinnovabili richiede investimenti up-front consistenti, anche per impianti di piccola taglia (tra 55 e 205 mila euro di investimento). I player energetici possono essere facilitatori della creazione di CER fungendo da investitori e/o intermediari per il recupero di fondi da enti finanziari soprattutto a supporto dei cittadini (esempio modello a piattaforma).
– L’incentivo GSE per l’autoconsumo virtuale rappresenta una percentuale marginale sul totale dei guadagni di cui beneficia la comunità (non oltre il 15%).
– Le CER che coinvolgono, oltre ai cittadini, anche PA o PMI ottengono le performance migliori nel breve e lungo termine (payback period di circa 5 anni con un beneficio cumulato in 20 anni di oltre 300k euro per singola comunità), rispetto alle configurazioni di AUC, confermando una maggiore scalabilità di modelli “industriali”.

Fonte: Accenture-Agici, 2023

Raggiungendo i 5GW di potenza installata (come da obiettivo previsto da normativa), le comunità energetiche potrebbero generare – sulla base degli scenari Accenture – una riduzione di CO2 pari a 1,35 M tonnellate e un beneficio economico tra i 1,3 e 1,5 miliardi di euro.

Anche quest’anno lo studio condotto insieme ad Accenture, con cui siamo felici di rinnovare la nostra proficua collaborazione, ha voluto mettere a fuoco le principali tendenze e dinamiche in corso nel settore delle utilities – ha affermato Marco Carta, Amministratore Delegato e Direttore R&A Unit Utilities e Rinnovabili di AGICI Finanza d’ImpresaIn questo senso, la scelta di volgere lo sguardo alle comunità energetiche è apparsa naturale per le enormi potenzialità che queste hanno nella transizione verso fonti rinnovabili, favorendo la partecipazione dei cittadini al sistema energetico”.

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