Friuli Venezia Giulia Liguria Lombardia Piemonte Regioni Territorio e paesaggio Trentino Alto Adige Valle D'Aosta Veneto

La Carovana delle Alpi 2025: 19 bandiere verdi, ma anche 9 nere

Nell’ambito della Campagna di informazione di Legambiente “La Carovana delle Alpi” che dal 2002 fotografa la situazione ambientale e culturale dei territori montani, è stata presentata la nuova edizione dell’omonimo Rapporto che anche quest’anno ha assegnato i suoi vessilli ad enti ed attività delle Regioni dell’arco alpino distintisi in positivo (19 Bandiere Verdi) e in negativo (9 Bandiere Nere) in tema di sostenibilità.

In occasione del IX Summit nazionale delle Bandiere Verdi, svoltosi il 5 maggio 2025 a Orta San Giulio, uno dei borghi più belli d’Italia, in provincia di Novara, è stata presentata la nuova edizione del Rapporto La Carovana delle Alpi” che anche quest’anno ha assegnato i suoi vessilli ad enti ed attività delle Regioni dell’arco alpino distintisi in positivo (19 Bandiere Verdi) e in negativo (10 Bandiere Nere) in tema di sostenibilità.

Protagonisti delle Bandiere verdi di quest’anno sono comunità locali, singoli cittadini, associazioni, cooperative, amministrazioni, aree protette che adottano un approccio sempre più sostenibile anche per fronteggiare crisi climatica e spopolamento abitativo che colpisce soprattutto i piccoli borghi. Un’attenzione quella verso la sostenibilità cresciuta negli anni come dimostrano le 302 bandiere verdi assegnate in questi 23 anni, dal 2002 al 2025, da Legambiente e che ben raccontano il fermento in corso su tutto l’arco alpino.

La nostra Penisola custodisce un patrimonio ambientale unico e strategico rispetto alla crisi climatica in atto, quale quello delle aree montane, luoghi di straordinario valore naturalistico, oggi in grande difficoltà a causa della carenza dei servizi, degli effetti del clima che cambia e dello spopolamento abitativo – ha dichiarato Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente – Le bandiere verdi che ogni anno assegniamo alle migliori esperienze alpine ci raccontano come in questi territori ci sia però una risposta concreta a tutto questo. Esperienze che puntano su innovazione e sostenibilità ambientale che rappresentano un prezioso volano di sviluppo per i territori montani. In questo percorso, però, è importante non lasciare sole le comunità locali. Per questo chiediamo alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale di fare la propria parte supportando i comuni montani attraverso interventi e normative in grado di promuovere una visione condivisa e un’azione coordinata anche su scala sovraregionale”.    

Piemonte e Friuli-Venezia Giulia sono le regioni che quest’anno hanno ricevuto, a parimerito, più bandiere verdi – ne contano rispettivamente 4 ciascuna, seguite da Lombardia e Veneto con 3 bandiere a testa, Trentino (2), Alto Adige e Liguria, entrambe con una. Da questi territori arrivano storie che hanno al centro 3 ambiti chiave turismo dolce, pratiche legate agricoltura, alla silvicoltura e pastorizia, progetti socioculturali – che ben raccontano la grande rivoluzione in atto sull’arco alpino. Qui la parola d’ordine non è solo far conoscere il territorio e attrarre turisti, ma anche incentivare un ritorno abitativo in queste terre per rafforzare le comunità locali.  

Su 19 vessilli green ben 5sono andati ad iniziative legate al turismo dolce; altre 5 a pratiche legate all’agricoltura, alla silvicoltura e alla pastorizia; le restanti 9 bandiere verdi sono state assegnate a progetti socioculturali, capaci di rafforzare il tessuto comunitario e di promuovere valori condivisi, soprattutto in ambito socio-ambientale.

Cinque Bandiere Verdi 2025 per iniziative legate al turismo sostenibile 
1) Vessillo green al Rifugio Alpino Vallorch e Associazione Lupi, Gufi e Civette, presidio di educazione ambientale e sostenibilità nel Cansiglio (BL) nel promuovere la conoscenza e la tutela della Foresta del Cansiglio attraverso attività didattiche e ricettive eco-compatibili.
2) Al Consorzio Turistico del Pinerolese (TO) per la capacità di costruire una rete efficace tra operatori pubblici e privati per valorizzare il territorio del Pinerolese.
3) Al Parco Naturale Regionale del Beigua per un approccio integrato e lungimirante alla gestione del territorio, con un forte accento su sostenibilità ambientale e turismo responsabile.
4) All’Associazione Oplon, nata nel 2023 e costituita da un gruppo di giovani, impegnata nel rivitalizzare il territorio della Val Tramontina attraverso iniziative come il Threesound Fest e il progetto di recupero di Casa Abis, Tramonti di Mezzo (PN).
5) Alla Sottosezione CAI Valle di Scalve (BG) per la realizzazione del progetto “La Via Decia.Il cammino dei boschi di ferro”.  

Cinque Bandiere Verdi 2025 per iniziative legate all’agricoltura pastorale e forestale 
1) All’Azienda agricola Raetia Biodiversità Alpine di Patrizio Mazzucchelli (SO) per la costante e appassionata ricerca di varietà tradizionali a rischio di estinzione sia nella provincia di Sondrio sia nelle altre aree montane italiane ed estere.
2) Alla pastora e scrittrice Marzia Verona della provincia di Aosta, che ha deciso di vivere in quota portando avanti l’attività pastorale.
3) Alla Comunità di supporto all’agricoltura CRESCO della Val Varaita (CN) per la capacità di promuovere un’agricoltura sostenibile e multifunzionale.
4) Ad AsFo “La Serra” – Agire insieme per tutelare il territorio (TO) per promuovere una nuova cultura del bosco e della cura del territorio, favorendo lo sviluppo territoriale e ovviando al progressivo degrado del territorio della Serra causato dall’abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali e dalla frammentazione fondiaria.
5) Ad A.S.U.C. (Amministrazione Separata beni di Uso Civico) di Sopramonte, di Baselga del Bondone e di Vigolo Baselga (Trento) per aver seguito una gestione attenta e sostenibile di boschi, pascoli e prati aridi. 

Nove Bandiere Verdi 2025 per progetti socio-culturali 
1) Vessillo green in Piemonte alla Cooperativa di Comunità VISO A VISO – Ostana (CN) che fa impresa coniugando la capacità di gestire un importante patrimonio edilizio pubblico con la necessità di essere un luogo di trasformazione, creando nuova economia e opportunità sul territorio.
2) Al Gruppo ambientalista NOSC CUNFIN, Val Gardena (BZ) per tutelare l’area dei Piani di Cunfin, le formazioni rocciose della Città dei Sassi e il Gruppo del Sassolungo da ulteriori speculazioni.
3) A Dominio Civico di Clavais, Ovaro (UD), per il progetto e l’attività di gestione del patrimonio collettivo a salvaguardia dell’eredità culturale della frazione di Clavais (Ovaro).
4) All’Associazione Casa Alexander Langer (UD) per la creativa esperienza culturale promossa nelle aree interne.
5) All’associazione culturale di ricerca “Progetto Lince Italia”, Tarvisio (UD) perché grazie a decenni di studi sui grandi mammiferi carnivori e sulle loro interazioni con l’uomo, è stato possibile portare a termine con successo la reintroduzione della lince nelle Alpi Orientali.
6) Ai Promotori del programma Alpha skills – Morbegno (SO) per la progettazione di strumenti e metodologie che supportino i giovani tra gli 11 e i 15 anni verso scelte formative e professionali ispirate alle Competenze Green.
7) AllAssociazione EQuiStiamo APS (BL) e Comitato per la difesa del torrente Vanoi (TN) per l’impegno nella sensibilizzazione e nella mobilitazione delle comunità locali sulla tutela delle risorse idriche, promuovendo alternative sostenibili alle dighe e un’alleanza tra territori montani e di pianura.
8) Alla Cooperativa sociale Cadore – Dolomiti (BL)​ per promuovere l’inclusione sociale e la tutela ambientale mediante l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
9) Al Comitato per la tutela e la valorizzazione dei laghi di Serraia, Piazze e relativi ecosistemi (Altopiano di Pinè, TN) per aver analizzato la situazione dei laghi, redigendo documenti, organizzando eventi pubblici informativi e avanzando proposte per contrastarne il degrado e migliorarne le condizioni ambientali. 

Le bandiere verdi rappresentano un modello di sviluppo che vorremmo prendesse sempre più piede nelle aree montane interne e che ben raccontano un’economia basata su dinamiche relazionali aperte, in cui operano attori capaci di immaginare e condividere progetti, di generare senso comune – ha commentato Vanda Bonardo, Responsabile nazionale Alpi di Legambiente – Dalle storie che premiamo emerge il valore fondamentale della comunità dove si sviluppano pratiche e visioni nuove, capaci di offrire risposte concrete e partecipate alle trasformazioni sociali che stiamo vivendo. Siamo di fronte a frammenti di quella che il sociologo Aldo Bonomi definisce una comunità di cura, che insieme alla comunità operosa dovrebbe diventare un riferimento fondamentale per l’azione delle istituzioni e per l’orientamento delle attività di ricerca, nel percorso di senso della società che vogliamo costruire. Una comunità che però da sola non basta, che si deve rafforzare e deve essere sostenuta”.  

Non bisogna, però, abbassare la guardia su quelle pratiche ancora poco sostenibili presenti nelle aree interne montane e che Legambiente denuncia ogni anno con le Bandiere Nere: nel 2025 assegnate 9 per interventi che sull’arco alpino hanno un approccio poco sostenibile nei confronti della montagna: 8 in Italia e una in Austria.

– Il Friuli-Venezia Giulia è la regione con più bandiere nere, ben 3: la prima va all’Assessorato regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche per la mancata pianificazione della viabilità regionale che ha come conseguenza la costruzione di strade su versanti e habitat naturali fragili; la seconda al Consorzio di Bonifica Pianura Friulana (UD) per non aver considerato e valutato alternative strategiche alla realizzazione della condotta tra il Canale SADE e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento; la terza alla Giunta Comunale di Trieste per il sostegno e i cospicui finanziamenti ottenuti per una contestata cabinovia che, dal Porto di Trieste, minaccia un’area tutelata sull’Altopiano del Carso.
Piemonte: al Comune di Groscavallo (TO) per l’ostinazione nel voler costruire un’infrastruttura in un vallone di straordinario pregio paesaggistico, a servizio di un alpeggio dismesso, in un’area a rischio idrogeologico e alluvionale.
Valle d’Aosta: al Comitato regionale per la gestione venatoria per l’approccio da Far West nella gestione degli equilibri ecosistemici, in particolare nella caccia alla volpe.
Trentino:all’ A.S.U.C. (Amministrazione Separatabeni di Uso Civico) di Fisto, comune di Pinzolo (TN) e Commissione Tutela del Paesaggio della Provincia autonoma di Trento per la realizzazione di un Après-ski bar a Nambino-Madonna di Campiglio, in totale contrasto con il contesto naturale, a pochi metri dal Parco Adamello Brenta.
Alto Adige: al Sindaco e al Consiglio Comunale di Predoi (BZ) per la persistente opposizione al Parco naturale Vedrette di Ries-Aurina e alle aree Natura 2000 connesse.
Veneto: al Comune di Cortina d’Appezzo (BL) per la cabinovia Apollonio-Socrepes, un’infrastruttura dall’impatto ambientale significativo e dalle molte criticità nel cuore delle Dolomiti. tutte rispettivamente con un vessillo nero.
In Austria vessillo nero all’industria dello sci austriaca per l’accanimento nell’ampliare le aree sciistiche del Tirolo sfruttando le ultime aree glaciali rimaste sulle Alpi orientali.  

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.