Fonti rinnovabili

Biometano in Italia: stato dell’arte e sfide per crescita sostenibile

È stato presentato il 27 novembre 2024 da Energy & Strategy Group del POLIMI la prima edizione dell’Outlook Biometano analizza le sfide e le prospettive per la crescita di un settore che rappresenta una straordinaria opportunità per combinare sostenibilità ambientale, sicurezza energetica e valorizzazione delle risorse locali e che necessita di chiarezza sulle politiche di sviluppo nel lungo termine e di misure di sostegno parte del governo.

Nonostante negli ultimi anni il biometano abbia acquisito un ruolo sempre più rilevante in Italia e il settore sia stato oggetto anche di specifiche misure di sostegno allo sviluppo da parte del governo, la produzione ha raggiunto solo quota 570 milioni di metri cubi, assai distante dall’obiettivo previsto dal PNIEC di 5,7 di metri cubi/anno entro il 2030.

È quanto rilevato dalla prima edizione dell’Outlook Biometano 2024 dell’Energy&Strategy Group (E&S) della School of Management del Politecnico di Milano, presentato il 27 novembre 2024 nel corso di un evento trasmesso in streaming.

Il biometano rappresenta una straordinaria opportunità per combinare sostenibilità ambientale, sicurezza energetica e valorizzazione delle risorse locali – ha dichiarato Paolo Maccarrone, Direttore scientifico dello “Outlook Biometano 2024” – ma il pieno sviluppo di questa filiera richiede un impegno strategico condiviso, capace di superare barriere economiche, normative e logistiche“.

In Italia ci sono 115 impianti di biometano allacciati alla rete del gas, di cui 77 al Nord, 13 al Centro e 25 al Sud, per una capacità produttiva di immissione in rete al momento equivalente a circa 570 milioni di mc/anno, un valore ben lontano dall’obiettivo del PNIEC di 5,7 miliardi mc/anno entro il 2030, per il quale sono stati stanziati dal PNRR fondi per 1,73 miliardi di euro tra il 2023 e il 2025

il governo ha varato nel 2022 un DM che disciplina l’accesso alle risorse stanziate dal PNRR destinate alla costruzione di nuovi impianti e alla riconversione di impianti di biogas esistenti. Il provvedimento prevede due tipi di incentivi:
– un contributo in conto capitale pari al 40% dell’investimento sostenuto per la realizzazione degli interventi di riconversione di impianti a biogas esistenti per la produzione di energia elettrica ovvero costruzione di nuovi impianti per produzione di biometano;
– una tariffa incentivante per il biometano prodotto spettante per un periodo di 15 anni.

Tuttavia, segnala l’E&S “le 4 aste (su 5) finora concluse hanno registrato una capacità produttiva assegnata inferiore al contingente disponibile e pari a circa 176.000 Smc/h, valore a cui vanno sottratte le rinunce, per cui il contingente effettivo è pari al momento a 122.270 Smc/h, circa un miliardo di metri cubi/anno”.

L’Outlook individua essenzialmente 3 ostacoli da affrontare per sfruttare appieno il potenziale del biometano:
1. Barriere normative: regolamenti complessi rallentano lo sviluppo degli impianti;
2. Costi operativi: gli impianti non sono competitivi senza incentivi;
3. Difficoltà logistiche: problemi nella gestione e distribuzione delle risorse.

Sulla base di ipotesi fatte analizzando l’andamento dei prezzi di mercato del metano e dei costi operativi, secondo l’Outlook, senza adeguati incentivi gli impianti di biometano non sembrano economicamente sostenibili e, in loro assenza sarebbe forte il rischio che vengano “spenti” al termine del 15° anno di attività. Anche per questo, secondo E&S Group, è di fondamentale importanza avere chiarezza sulle politiche di sviluppo del settore nel lungo termine.

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