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Riscaldamento a biomasse: un sistema di misurazione delle polveri sottili

ENEA e Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria Srl hanno realizzato un innovativo sistema di campionamento delle polveri sottili emesse da impianti di riscaldamento a biomasse, che punta a diventare uno standard a livello europeo.

Nelle prime 3 settimane di gennaio 2020, come ha recentemente rilevato l’ultimo Dossier “Mal’Aria” di Legambiente, la situazione dello smog nelle città dell’Italia settentrionale ha raggiunto livelli tali da far scattare fin dall’inizio dell’anno il blocco del traffico per il superamento dei limiti imposti dalle normative europee.

Come al solito non sono mancate le polemiche e la ricerca di altri colpevoli, oltre ai trasporti, quali il riscaldamento domestico, le emissioni industriali e l’agricoltura. In particolare, l’attenzione si è concentrata sui riscaldamento a biomasse ovvero a caminetti e stufe, che utilizzano legna, cippato, pellet, mettendo in discussione anche la rinnovabilità di tale fonte, nonostante un Dossier curato da RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), la società che sviluppa attività di ricerca nel settore elettro-energetico, avesse cercato di far chiarezza in proposito.

Rinnovabili, comunque, non vuol dire che le biomasse legnose non siano inquinanti, ma l’innovazione tecnologica degli ultimi anni è stata in grado di ridurre notevolmente le quantità emesse dagli impianti piccoli e grandi che le utilizzano.

Dal 1° gennaio 2020, in base all’Accordo di Programma tra le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna (la Padania), possono essere installate solo stufe di classe non inferiore a 4 stelle e vige il divieto di uso per stufe da zero a 2 stelle.

Ma non c’è un’adeguata consapevolezza e, soprattutto, c’è scarsa informazione circa la possibilità di “rottamare” vecchie stufe a legna e pellet.

Per favorire questa sostituzione esiste il Conto Termico, che rimborsa ai cittadini fino al 65% delle spese – ha sottolineato in una notaItalia che rinnova”, la Campagna promossa da Legambiente, Kyoto Club, UNCEM, AIEL, RisorsaLegno, ANFUS e ASSOCOSMA, per informare correttamente sulle biomasse e a promuoverne un uso corretto e moderno –  Non si tratta di una detrazione ma di un versamento sul conto corrente entro tre o quattro mesi, eppure viene usato poco perché non è conosciuto, e così nel 2019 solo il 32% dei fondi a disposizione è stato utilizzato dai cittadini. Perfino la PA ha lasciato nel cassetto il 70% degli incentivi del Conto Termico che aveva a disposizione. Investire nell’innovazione è indispensabile per combattere sia l’inquinamento che il cambiamento climatico”.

Un contributo importante alla rilevazione delle polveri sottili da riscaldamento a biomasse viene ora da un innovativo sistema messo a punto da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria S.r.l, nell’ambito del Progetto UE IMPRESS II – Metrology for Air Pollutant Emissions”, che si occupa di sviluppare metodi di analisi e misura di alcuni inquinanti atmosferici, tra cui gli ossidi di azoto e i particolati PM 2.5 e PM10, con l’obiettivo di migliorare la tecnologia alla base degli impianti di riscaldamento alimentati a legna e pellet. Emissions”, che si occupa di sviluppare metodi di analisi e misura di alcuni inquinanti atmosferici, tra cui gli ossidi di azoto e i particolati (PM2.5 e PM10), con l’obiettivo di migliorare la tecnologia alla base degli impianti di riscaldamento alimentati a legna e pellet.

I moderni apparecchi domestici sono molto più efficienti per prestazioni e impatto ambientale rispetto al passato, la combustione di biomasse rimane una fonte importante di particolato ai danni della qualità dell’aria – spiega Francesca Hugony del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica dell’ENEA – Per questo l’Unione europea sta andando nella direzione di imporre target di emissioni sempre più stringenti; solo in Italia più del 90% del PM10 generato dal settore riscaldamento domestico deriva proprio dai piccoli apparecchi a legna. Finora, per misurare le emissioni di particolato sono stati usati metodi diversi e, a volte, dai risultati contrastanti, generando confusione sul mercato. Per questo stiamo lavorando, assieme ad altri 17 partner europei, a un metodo standard di misurazione, applicabile a tutti i tipi di stufe e caldaie a biomassa. Questo sistema dovrà dare risultati ripetibili con un’accuratezza tracciabile e garantita; non solo, dovrà fornire al consumatore informazioni affidabili sulle caratteristiche emissive di un particolare apparecchio o caldaia”.

Per i test ENEA e Innovhub hanno scelto una stufa a pellet dalla potenza nominale di 8 kW, con emissioni stabili (necessarie per fare un confronto tra i diversi campionamenti) per verificare l’affidabilità del nuovo dispositivo.

Il sistema consiste in una “camera di diluzione” dove il gas di combustione viene miscelato con aria secca, filtrata e preriscaldata a una temperatura costante di 35-40° C. Il campionamento è gestito da remoto, attraverso un software di controllo che garantisce, a differenza degli altri sistemi di misura, la replicabilità dei parametri operativi.

Il sistema di campionamento è stato poi inviato ad altri tre laboratori europei specializzati in quest’ambito: il coordinatore del progetto INERIS (Institut national de l’environnement industriel et des risques), DTI (Danish Technological Institute) e RISE (Research Institutes of Sweden). Per questa seconda fase, i test sono stati condotti anche su stufe a legna di piccola taglia.

Il prossimo passo sarà rendere il nostro strumento di campionamento più maneggevole per commercializzarlo; per questo candideremo questa tecnologia al prossimo bando ENEA ‘Proof of Concept’ – prosegue Hogony – Dopo di che lo proporremo come metodo da inserire nelle norme tecniche. Se dovesse passare come standard europeo, i potenziali acquirenti sarebbero soprattutto i laboratori certificati. Tuttavia, anche come solo sistema di diluizione potrebbe essere utile a università e centri di ricerca che conducono prove sperimentali sui sistemi di combustione. La Francia, ad esempio, è già interessata al nostro sistema di campionamento del particolato per alcuni settori produttivi. Mentre in Italia, in questa fase di sperimentazione, il Comune di Milano ha chiesto al nostro partner Innovhub di utilizzare il sistema di campionamento su un forno da pizzeria, per verificare le emissioni di particolato condensabile”.

I risultati consentiranno a regolatori, operatori, produttori e fornitori di conformarsi ai limiti di emissione e ai requisiti di monitoraggio per il riscaldamento a biomasse, garantendo aria più pulita in tutta Europa a beneficio della salute pubblica e dell’ambiente.

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