Circular economy Risorse e rifiuti Sostenibilità

Aumentare l’uso dei fertilizzanti innovativi derivanti dai rifiuti organici

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Nell’ambito della revisione legislativa delle 4 Direttive sui Rifiuti (il cosiddetto Pacchetto sull’Economia Circolare), la Commissione UE aveva adottato il 17 marzo 2016 una proposta di Regolamento per aumentare l’uso di fertilizzanti da rifiuti organici a marcatura CE.

Il Regolamento attualmente in vigore assicura dal 2003 la libera circolazione nel mercato unico soprattutto dei concimi inorganici di tipo convenzionale, solitamente estratti da miniere od ottenuti per via chimica. Questi processi consumano notevoli quantità di energia e sono ad alta intensità di CO2, mentre i prodotti fertilizzanti innovativi ottenuti a partire da materiali organici non rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento e il loro accesso al mercato unico è soggetto, pertanto, al riconoscimento reciproco tra gli Stati membri ed è spesso ostacolato da norme nazionali divergenti.

Attualmente solo il 5% dei rifiuti organici viene riciclato e si calcola che se si riciclassero maggiori quantitativi di rifiuti organici, questi potrebbero sostituire fino al 30% dei concimi inorganici, di cui l’UE è grande importatrice: circa 6 milioni di tonnellate di fosfati l’anno, fino al 30% dei quali potrebbe invece essere sostituito da prodotti dell’estrazione, da fanghi di depurazione, da rifiuti biodegradabili, da farine di carne e ossa o da letame.

Alcuni fertilizzanti possono contenere sostanze che sono considerate pericolose per la salute umana e l’ambiente, in particolare quelli fosfatici che possono contenere metalli pesanti, come il cadmio. Pertanto, al fine di evitare la contaminazione della catena alimentare e limitare i danni ambientali, la Commissione ha proposto limiti armonizzati per i metalli pesanti (cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo, arsenico) nei fertilizzanti a marchio CE.

In Italia, secondo i dati Istat, nel 2015 sono stati distribuite 2.438.431 tonnellate di concimi, di cui: 224.651 di tipo organo-minerale (221.510 prodotte in Italia e 3.141 all’estero) e 237.328 di origine organica (224.862 prodotte in Italia e 12.466 all’estero).

Dopo oltre 18 mesi, la proposta è stata finalmente discussa dal Parlamento europeo dove erano stati depositati 863 emendamenti al testo e che lo ha approvato non senza contrasti (343 voti a favore, 252 contrari e 59 astenuti), nonostante siano state introdotte delle modifiche rispetto al testo della Commissione UE, per rispondere alle critiche sul provvedimento che erano state sollevate dall’industria chimica dei fertilizzanti.

Per esempio, sui limiti per la quantità di cadmio, un metallo pesante contenuto nei concimi minerali di fosfato, che può rappresentare un rischio per la salute umana e animale e per l’ambiente, la proposta della Commissione UE voleva abbassarli da 60 mg/Kg a 40 mg/Kg dopo tre anni dall’applicazione del nuovo Regolamento, e a 20 mg/Kg dopo 12 anni, mentre il Parlamento ha allungati i tempi, portandoli rispettivamente a 6 e 16 anni.

Inoltre, è stata introdotta una clausola di revisione che richiede alla Commissione una valutazione sul funzionamento delle restrizioni sui livelli di sostanze contaminanti, nonché degli sviluppi delle tecnologie di rimozione del cadmio, entro 42 mesi dopo l’applicazione del nuovo Regolamento. Entro lo stesso periodo, la Commissione dovrebbe inoltre valutare l’impatto delle nuove norme sul commercio di materie prime, compresa la disponibilità di rocce fosfatiche, e sul mercato dei fertilizzanti.

Infine, viene mantenuta la possibilità, per i produttori che non intendono vendere i loro prodotti sul mercato dell’UE, di conformarsi solo alle norme nazionali (gli Stati membri resterebbero liberi di consentire l’immissione sui propri mercati nazionali di fertilizzanti non conformi ai nuovi requisiti UE).

Questa proposta fa parte del pacchetto di economia circolare, ampliando la gamma dei concimi che possono essere ottenuti da prodotti secondari– ha dichiarato il relatore Mihai Ţurcanu – Inoltre contribuirà a migliorare l’etichettatura e ridurre l’onere amministrativo dei produttori e degli agricoltori. Vogliamo avere prodotti più sicuri e limitare la quantità di metalli pesanti trovati nei nostri fertilizzanti. Il nostro dovere è quello di fornire ai nostri cittadini prodotti che siano al sicuro e ad un prezzo accessibile”.

La posizione negoziale del Parlamento dovrà essere discussa ora con la Commissione UE e con il Consiglio europeo, ma i tempi, a giudicare dai contrasti emersi all’interno dei gruppi politici e dei Paesi membri, non saranno brevi.

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