29 Marzo 2023
Cambiamenti climatici Clima

Le “vittime” del cambiamento climatico sono 5 atolli delle Isole Salomone

Le vittime del cambiamento climatico sono 5 atolli delle Isole Salomone

Il livello del mare si alza ogni anno a causa dell’aumento della temperatura del Pianeta e di isole a rischio scomparsa sono molte e abitate.

L’innalzamento del livello del mare è un pericolo e un problema a cui bisogna far fronte. Prima si prende atto della gravità della situazione, prima si può riuscire a limitare i danni e a salvare dei paradisi terrestri che si stanno perdendo. Ogni anno gli oceani coprono delle isole che ormai sono perdute per sempre. E il 2016 non fa eccezione.  

A risentire dei cambiamenti climatici sono state 5 isole del Pacifico, per la precisione 5 atolli disabitati. Le 5 piccole isole coralline dell’Oceano Pacifico facevano parte di una nazione insulare australiana, le Isole Salomone

Un team di ricercatori australiani è da anni che prende in esame il comportamento dell’Oceano a seguito dell’aumento della temperatura terrestre, quindi il suo conseguente innalzamento del livello del mare, e lo studio è stato pubblicato nel maggio di questo anno sull’Environmental Research Letters con il titolo “Interactions between sea-level rise and wave exposure on reef island dynamics in the Solomon Islands”. Da anni gli atolli, di grandezza tra 1 e 5 ettari, erano a rischio: infatti, questo studio inizia a considerare l’innalzamento del livello del mare già dal 1994. Secondo i ricercatori, il livello del mare si è alzato di 7-10 millimetri all’anno, uno degli incrementi più alti registrati sul Pianeta. Lo studio comportava due vantaggi importanti per i ricercatori: le isole erano disabitate, quindi era più semplice studiarne gli effetti climatici, ed erano disponibili fotografie aeree dal 1947 ad oggi, il che significa che si è potuto monitorare anno per anno i cambiamenti per quasi 70 anni.  

L’arcipelago delle Salomone conta circa 640mila abitanti e gli studi compiuti su questi luoghi dimostrano come le isole del Pacifico siano le prime a risentire dei cambiamenti climatici in atto nel Pianeta. 

Le Isole Salomone sono come un laboratorio naturale che ci dà un’indicazione di cosa potrebbe aspettarci in futuro in tutto il mondo – ha affermato Simon Albert, autore dello studio – Quello che è successo a queste isole potrebbe diventare la norma”.

Anche se gli atolli in questione erano disabitati non significa che il problema sia meno grave. Infatti, nono solo sono a rischio scomparsa anche delle isole abitate e in cui già i cambiamenti climatici hanno devastato interi villaggi e i suoi abitanti sono stati costretti a trasferirsi, ma queste 5 non sono le uniche isole scomparse nel Pacifico. Tra quelle che stanno scomparendo ci sono: Nuatambu, la quale dal 2011 ad oggi ha perso la metà della sua area abitabile, e conta al suo interno circa 25 famiglie; e Kiribati, in questo caso si sta parlando di una nazione. 

L’elemento umano in questa storia è preoccupante. Lavorare in prima linea con persone e famiglie che hanno perso la propria casa (in cui abitano da quattro o cinque generazioni) è allarmante – ha continuato Albert – Questo tipo di trasferimento sarà molto complesso e costerà milioni di dollari, il che rende il Paese ancora più dipendente dagli aiuti internazionali”.

Kiribati, nazione in cui vivono 103mila abitanti suddivisi in 32 atolli (di cui 11 inabitati), rischia di scomparire. Non è solo una tragica prospettiva, ma è una realtà certa a cui bisogna far fronte. Infatti, non si sa quando, forse 20, 50 o 100 anni, ma queste isole verranno sommerse a causa dell’innalzamento del livello del mare. Inoltre, sulla nazione si abbattono sempre più frequentemente disastri naturali, come uragani, tempeste e inondazioni. La preoccupazione per il futuro delle isole è tale da aver spinto l’ex Presidente del Paese, Anote Tong, a progettare una migrazione di massa. La destinazione ideale sarebbero le Isole Fiji

La popolazione sa che prima o poi dovrà lasciare la propria terra, ma ancora non riesce a rendersi conto della gravità della situazione, continuando la propria vita senza preoccuparsi del futuro. 

È anche la sua cultura, così diversa da quella occidentale, a tenerla legata al presente, credendo in miti e leggende a noi ormai lontani, ad esempio viene praticata la magia e si crede che con il canto si possano attirare le balene verso le coste. A tutto questo si deve unire lo scarso turismo e un’innovazione tecnologica accelerata senza essere guidata. 

Che siano Paesi sviluppati o meno non dovrebbe importare. I problemi maggiori sono in luoghi in cui la vita è già di per sé dura. Come noi vogliamo proteggere la nostra identità, si dovrebbe fare altrettanto affinché le persone non siano costrette ad abbandonare la loro cultura, la loro vita e le loro case perché non si è fatto abbastanza per salvarli o perché vivono dall’altra parte del mondo. I problemi legati al cambiamento climatico arriveranno anche nei Paesi più sviluppati e sarà inutile correre ai ripari per non aver provato a salvare un Pianeta, l’unico che abbiamo.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.