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La Strategia UE in materia di riscaldamento e raffrescamento

strategia UE in materia di riscaldamento raffrescamento

Il Pacchetto di misure, adottato dalla Commissione UE il 16 febbraio 2016 “sia per dotare l’UE degli strumenti per affrontare la transizione energetica globale, secondo quanto indicato nell’Accordo di Parigi del dicembre scorso, sia per fronteggiare possibili interruzioni dell’approvvigionamento energetico”, non ha entusiasmato politici e organizzazioni più inclini ad una veloce transizione energetica, che vi hanno colto un messaggio contraddittorio per gli investitori che si chiederebbero “se la Commissione sia seriamente impegnata a passare ad un’economia meno dipendente dai combustibili fossili – ha osservato Jonathan Gaventa, Direttore di Third Generation Environmentalist (E3G), ONG indipendente di consulenza su politiche climatiche ed energetiche – Visto che si appresta a fare ulteriori investimenti in nuove infrastrutture gasifere nel momento in cui c’è grande incertezza sulla futura domanda”.

Il Pacchetto comprende:
– un nuovo Regolamento sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas;
– una Decisione sugli accordi intergovernativi nel settore energetico;
– una Strategia per il gas naturale liquefatto (GNL) e lo stoccaggio del gas;
– una Strategia in materia di riscaldamento e raffrescamento.

In questa occasione, ci soffermiamo ad analizzare il contenuto della Comunicazione “An EU Strategy on Heating and Cooling”, salutata unanimemente come la parte più interessante e innovativa della proposta, considerando che è la prima iniziativa UE volta ad ottimizzare il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici residenziali o dei servizi pubblici (ad esempio scuole, ospedali, uffici),  compresa l’energia necessaria in quasi tutti i processi industriali per la fabbricazione di prodotti che usiamo nella nostra vita quotidiana e nel commercio al dettaglio (ad esempio per conservare alimenti lungo tutta la filiera dalla produzione alla distribuzione, e che al comparto deve essere imputato il 50% del consumo energetico annuale dell’UE, costituito per i tre quarti da combustibili fossili (13% da petrolio e 59% da gas che per il 68% deriva da importazioni).

La Commissione osserva che quasi il 50% degli edifici esistenti nell’UE sono vecchi, il che implica diversi problemi, tra cui:
– la metà delle caldaie è stata installata prima del 1992, con un tasso di efficienza inferiore al 60%;
– il 22% degli scaldacqua è a gas, i termoconvettori che usano direttamente l’elettricità sono il 34%, il 47% delle caldaie va a gasolio e il 58% di quelle che vanno ancora a carbone ha superato il ciclo di vita tecnico.

La riqualificazione degli edifici esistenti potrebbe portare ad un minore consumo di energia, ma il tasso di ristrutturazione è attualmente inferiore all’1%. Inoltre, le fonti rinnovabili non sono adeguatamente utilizzate:
– il gas naturale è la principale fonte di energia primaria per il riscaldamento e il raffrescamento (46%), seguito dal carbone (circa 15%), da biomassa (circa 11%), da olio combustibile (10%), da energia nucleare (7%), mentre da alcune fonti di energia rinnovabile (eolica, fotovoltaica e idroelettrica) deriva soltanto il 5%. Altre fonti rinnovabili, come l’energia solare termica, il calore ambiente e l’energia geotermica raggiungono assieme appena l’1,5%, e altri combustibili fossili il 4%.
Complessivamente l’energia rinnovabile contribuisce per il 18% al consumo di energia primaria nel settore del riscaldamento e raffrescamento, mentre c’è un potenziale significativo per aumentarne il contributo.

Troppa energia viene sprecata: la quantità di calore prodotta dai processi industriali nell’UE viene dispersa in atmosfera o scaricata nelle acque, mentre sarebbe in grado di sopperire quasi per intero al fabbisogno di riscaldamento degli edifici residenziali e terziari, secondo uno Studio condotto dal Fraunhofer Institute (“Study on Mapping and analyses of the current and future (2020-2030) heating/cooling fuel deployment (fossil/renewables)”).

Pertanto per far diminuire la perdita di energia dagli edifici, massimizzare l’efficienza e aumentare la quota di energie rinnovabili, la Strategia adottata dalla Commissione UE identifica le seguenti azioni.
1) Facilitare la ristrutturazione degli edifici
– Lo sviluppo di una serie di misure per facilitare la riqualificazione di condomini, per esempio attraverso moderne apparecchiature di riscaldamento e raffrescamento (come le pompe di calore), materiali isolanti e consulenza sui passi da intraprendere.
– La migliore condivisione dei costi per consentire sia agli inquilini che ai proprietari di trarre benefici dagli investimenti spesi per ristrutturare vecchi edifici e appartamenti, o per modificare i loro vecchi sistemi di riscaldamento ormai obsoleti con quelli nuovi più efficienti, utilizzando le fonti energetiche rinnovabili o quelle derivanti da reti intelligenti di nuova generazione di teleriscaldamento.
– Promuovere collaudati modelli di efficienza energetica per le scuole pubbliche e gli ospedali, fornendo alle autorità  esempi pratici su come utilizzare le società di servizi energetici, le performance energetiche e i contratti di appalti pubblici o soluzioni di auto-consumo per rendere questi edifici più efficienti, come fare per il rinnovamento energetico e installazione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da fonti pulite di energia rinnovabile, determinando una riduzione dei costi, che permetterà di allocare risorse per l’acquisto di materiale didattico, computer, servizi nei palazzetti sportivi, in biblioteche o mense, per esempio.
– Rafforzare l’affidabilità dei certificati di prestazione energetica, che sarà valutata nella prossima revisione della Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, e che permetterà di fornire informazioni chiare per i consumatori e gli investitori nell’uso delle energie rinnovabili negli edifici e di dare segnali al mercato per un uso più diffuso delle energie rinnovabili negli edifici.

2) Aumentare la quota di energie rinnovabili
Oggi, riscaldamento e raffrescamento sono ancora dipendenti in gran parte dai combustibili fossili. L’energia rinnovabile, come sopra accennato, alimenta appena il 18% del esigenze, per cui la Strategia vuole richiamare l’attenzione sul fatto che l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili sono complementari.
– L’aumento della quota di soluzioni da energia rinnovabile negli edifici saranno prese in considerazione nelle prossime revisioni sia della Direttiva sulle energie rinnovabili e sia di quella sull’efficienza energetica degli edifici.
– Il sostegno finanziario per lo sviluppo di tecnologie per le energie rinnovabili è reso disponibile attraverso i Fondi strutturali e di investimento europei, il Programma Horizon 2020 e il nuovo Piano strategico per le tecnologie energetiche (SET Plan), presentato lo scorso settembre.

3) Riutilizzare l’energia di scarto dell’industria
Gli impianti industriali e di produzione dell’elettricità producono grandi quantità di calore e freddo residui che sono attualmente inutilizzate e disperse in atmosfera e nelle acque, per cui viene proposta una serie di soluzioni da implementare.
–  Alimentazione diretta mediante sistemi di teleriscaldamento: già praticata, ad esempio, nella città svedese di Göteborg, dove oltre il 90% di tutti i complessi residenziali è riscaldato con il calore di scarto derivante dagli impianti industriali delle vicinanze (raffinerie e impianti chimici), termovalorizzazione dei rifiuti e cogenerazione (cioè la produzione simultanea di elettricità e calore, con l’utilizzo dell’una e dell’altro) attraverso una rete di teleriscaldamento di 1.000 chilometri.
– Raffrescamento tramite cogenerazione e refrigeratori ad assorbimento che trasformano il calore in freddo e che potrebbero essere utilizzati negli edifici attraverso una rete distrettuale. L’assorbimento è un processo che utilizza il calore di scarto dagli impianti di incenerimento dei rifiuti e delle raffinerie, ad esempio, durante i mesi estivi per convertire il riscaldamento in raffrescamento. Questa tecnologia è già praticata in molti sistemi di raffrescamento in molti quartieri, come il sistema di raffrescamento di Vienna, che utilizza il calore prodotto durante l’estate dalla cogenerazione del termovalorizzatore per fornire raffrescamento.
– Sviluppo delle infrastrutture: le autorità nazionali e locali hanno un ruolo fondamentale da svolgere per stabilire il valore economico del calore di scarto o le potenzialità del freddo, mettendo in piedi le adeguate normative e contribuendo a sviluppare le infrastrutture necessarie per cogliere queste opportunità.

Di recente, il nostro Gestore per i Servizi Energetici (GSE) ha pubblicato “Valutazione del potenziale nazionale di applicazione della cogenerazione ad alto rendimento e del teleriscaldamento efficiente”, previsto dal D. lgs. 102/2014 di attuazione della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, che comprende una descrizione approfondita della domanda e dell’offerta di energia termica (settori, impieghi, localizzazione geografica, fonti, tecnologie) in Italia e una stima, effettuata sulla base di criteri tecnici ed economici, della domanda potenzialmente soddisfacibile tramite cogenerazione ad alto rendimento e sistemi di teleriscaldamento efficiente.

4) Coinvolgere consumatori e industrie
– I consumatori: proprietari, inquilini, amministratori di condomini e pubbliche autorità dovrebbero essere in grado di prendere decisioni informate sulla ristrutturazione edilizia, sulle opzioni di rifornimento per il riscaldamento/raffrescamento che siano efficienti e rinnovabili e sul risparmio energetico attraverso sistemi avanzati di misurazione, di fatturazione, di controllo in tempo reale del riscaldamento e raffrescamento, di automazione, di rafforzamento della capacità di capire che cosa si può fare, come strutturare i progetti e accedere ai finanziamenti.
– Le industrie: nel 2012 il settore industriale ha rappresentato un quarto del consumo energetico totale dell’UE, per lo più utilizzato (73%) per il riscaldamento e raffrescamento.

miglioramenti di efficienza energetica per il riscaldamento e raffrescamento nelle industrie ad alta intensità energetica può essere realizzato in tre modi principali:
– nei miglioramenti di processo industriale;
– tramite l’integrazione di impianti che producono calore (e altre integrazioni di energia e risorsa) tra i processi in loco per recuperare il calore in eccesso all’interno dei propri siti, per lo più tramite la simbiosi industriale in parchi industriali, e il trasferimento di calore a bassa temperatura non utilizzato al di fuori del sito industriale per i consumatori vicini di calore, come i Comuni, attraverso le reti di distribuzione del calore.

L’attuazione della Strategia porterà benefici a tutti, e più precisamente:
– Ai cittadini dell’UE che beneficerebbero di migliori condizioni di vita, comfort e salute, di un ambiente migliore, con la consapevolezza della sostenibilità per le generazioni future, di riduzione delle spese mensili e annuali per il riscaldamento. Ad esempio, se la casa è dotata di una caldaia a gas convenzionale utilizza 20 MWh di energia all’anno, mentre con una nuova caldaia a condensazione a gas si potrebbero risparmiare 275 euro all’anno. Apparecchi efficienti di riscaldamento basati sulle energie rinnovabili, come ad esempio le pompe di calore in combinazione con scaldacqua solari potrebbero ridurre la spesa energetica annua delle famiglie tra 1.500-2.000 euro e 300-500 euro. Inoltre, gli attuali consumatori passivi potrebbero diventare meno dipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi energetici e persino ‘prosumer‘, cioè piccoli produttori di energia rinnovabile che possono vendere quella in eccesso in un mercato liberalizzato.
– Ai lavoratori, dal momento che la produzione e installazione di apparecchiature e materiali basate sull’elevata efficienza energetica e sulle rinnovabili sono attività ad alta intensità di lavoro, che, in media, sono in grado di creare il doppio dei posti di lavoro rispetto alla produzione e installazione di impianti convenzionali di generazione di energia. Beni e servizi ad alta efficienza energetica venduti nel 2010 hanno creato in Europa in modo diretto circa 0,9 milioni di posti di lavoro e 2,4 milioni nell’indotto.
– All’industria i cui costi energetici potrebbero essere ridotti tra 4-10% con investimenti che si ripagano in meno di 5 anni.

In più saranno ridotte le emissioni di CO2 e l’inquinamento atmosferico.
Considerati gli obiettivi climatici dell’UE, la domanda per il riscaldamento e il raffreddamento dovrebbe scendere dal 42% al 56% entro il 2050, con una riduzione proporzionale di CO2, essendo il settore determinante nello svolgere un ruolo cruciale nella riduzione delle emissioni.
Ad esempio, con l’adozione della nuova Etichetta energetica dell’UE e il Regolamento Ecodesign per le caldaie, che indicano per la prima volta il rendimento energetico, si stima di risparmiare 600 TWh di energia e di ridurre le emissioni di CO2 di 135 milioni di tonnellate entro il 2030.

Inoltre, con il nuovo Regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti per il riscaldamento ad aria, il raffrescamento, i refrigeratori di processo ad alta temperatura e ventilconvettori, completa la serie di requisiti per la progettazione ecocompatibile per il riscaldamento e raffrescamento. Queste misure potrebbero far risparmiare 5 milioni di tep all’anno entro il 2030, pari a 9 milioni di tonnellate di CO2.

La riduzione del consumo di energia e l’aumento della quota da fonti rinnovabili per la fornitura di riscaldamento e raffrescamento contribuirà in modo significativo alla riduzione dell’inquinamento atmosferico soprattutto nelle aree urbane.

Secondo la Commissione, l’UE sarebbe  sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo di energie rinnovabili del 20% entro il 2020, tuttavia l’obiettivo di efficienza energetica del 20% sarà raggiunto solo se l’attuale legislazione UE in materia verrà pienamente attuata. Pertanto, riscaldamento e raffrescamento, hanno un ruolo chiave nel garantire che gli obiettivi UE  di efficienza energetica e sulle energie rinnovabili siano conseguiti.

L’Europa è leader mondiale nel settore, sia per l’efficienza energetica che per le energie rinnovabili:
– più del 90% delle efficienti caldaie a rinnovabili vendute agli europei e da loro utilizzate sono state sviluppate e sono prodotte da aziende europee;
– l’Europa ha il più alto tasso di cogenerazione nella produzione di elettricità e calore a livello mondiale, davanti a Stati Uniti e Giappone;
– inoltre, l’Europa è anche la culla di nuove tecnologie emergenti sia per la cogenerazione da celle a combustibile che per il riscaldamento e raffrescamento con la geotermia. Le sue innovative aziende di teleriscaldamento e teleraffrescamento non hanno concorrenti e sono invitate in Cina, Corea del Sud, Russia e Medio Oriente per installare e utilizzare i loro sistemi unici.

L’UE è intenzionata a decarbonizzare il suo patrimonio edile entro il 2050, per risparmiare all’anno circa 40 miliardi di euro dalle importazioni di gas e di 4,7 miliardi di euro per quelle di petrolio all’anno, al contempo le emissioni di CO2 dell’UE potrebbero ridursi del 30% e le spese dei cittadini per riscaldare e raffrescare abitazioni e edifici si ridurrebbero del 70%, e l’inquinamento atmosferico da riscaldamento e raffrescamento si ridurrebbero di oltre il 90%, eliminando i correlati problemi di salute.

L’industria può muoversi nella stessa direzione sfruttando il vantaggio economico connesso all’efficienza e alle nuove soluzioni tecnologiche. Si stima che l’industria potrebbe ridurre il consumo energetico del 4-5% nel 2030 e 8-10% nel 2050 solo mediante l’attuazione commercialmente valida e le soluzioni disponibili. La quota di energie rinnovabili potrebbe raggiungere il 30% e le tecnologie innovative aiuterebbero le industrie a decarbonizzarsi, in modo tale che i processi produttivi riducano del 30-50% l’intensità energetica.

La transizione verso sistemi di riscaldamento e raffrescamento a basse emissioni di carbonio richiede l’intervento di tutti gli attori coinvolti, e sarà garantita dal quadro di governance UE “Clima-Energia al 2030”, mentre le azioni saranno portate avanti tramite:
1. Revisioni legislative relative a:
–  la Direttiva sull’efficienza energetica, la Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia e l’Iniziativa “Finanziamento intelligente per edifici intelligenti”, da realizzare entro il 2016;
– la Progettazione di un nuovo mercato dell’energia elettrica e la proposta  di un Quadro legislativo per l’energia rinnovabile, da attuarsi sempre nel 2016.

2. Azioni non legislative, tra cui:
– lo sviluppo di una pacchetto di misure volte a facilitare le ristrutturazioni di edifici condominiali;
– la promozione di collaudati modelli di efficienza energetica per edifici scolastici e ospedali di proprietà pubblica;
– l’allargamento di attività di BUILD UP Skills, l’iniziativa volta a migliorare la formazione degli operatori nel campo dell’efficienza energetica in edilizia.

Oltre alla Strategia per il Riscaldamento e Raffrescamento, è possibile scaricare i Documenti di accompagnamento:
– parte I;
– parte II.

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