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Arriva Arctic, la mela Ogm che non scurisce dopo il taglio

Arctic mela ogm

Conosciuta agli antichi come frutto della passione, la mela fu nella mitologia greca impotente causa dello scatenarsi della guerra di Troia. Ma a quanto pare anche oggi questo delizioso frutto provoca ancora “polemiche e discussioni” che stanno coinvolgendo, proprio in questi giorni, istituzioni e comuni cittadini.

E’ stata inventata in Canada, infatti, da un’azienda specializzata in bioingegneria, la Okanagan Specialty Fruits, una mela ogm composta da tre varietà battezzate Arctic, e nello specifico Arctic GoldenArctic Granny e Arctic Fuji, che saranno vendute a fette in grado di non diventare scure una volta tagliate.

Secondo quanto riferisce il sito ambientalista EcoWatch, le mele ogm sono già state approvate nel 2015 dalla FDA (Food and Drug Administration) e adesso hanno conseguito anche il nullaosta del Ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti, che ha dato il via libera alla loro vendita. Solo una quarta varietà, la Arctic Gala, è in attesa di approvazione.

Il team di ricercatori canadesi ha ottenuto che le mele non si scuriscano dopo il taglio silenziando l’enzima Polifenolo Oxydase (PPO) che provoca l’ossidazione della polpa e dunque il processo di imbrunimento, quando cioè la polpa stessa entra in contatto con l’ossigeno: un rapido meccanismo di difesa della pianta contro gli insetti che si nutrono del frutto.

L’idea è venuta perché, sempre secondo la Okanagan Specialty Fruits, il 40% delle mele finisce gettato nella spazzatura a causa della polpa scurita per tagli e colpi accidentali: uno spreco alimentare inaccettabile legato a una mera condizione estetica, che può essere facilmente superato attraverso l’ingegneria genetica. Le mele della linea Arctic saranno, inoltre, vantaggiose grazie a un taglio del 35% sul prezzo rispetto alla concorrenza poiché non necessitano di trattamenti antiossidanti.

La produzione di mele geneticamente modificate Arctic sta coinvolgendo circa 100 mila piante ospitate in una località segreta, che diventeranno mezzo milione entro il 2018. Potranno essere vendute affettate in vaschetta e arriveranno nei negozi statunitensi in autunno con scritto “ogm” sull’etichetta solo negli Stati dove questo è obbligatorio.

Naturalmente, la nuova mela ha scatenato un’inarrestabile polemica tra sostenitori del biologicoambientalisti e gli stessi consumatori americani che lamentano l’assenza di indicazioni chiare ed evidenti sul fatto che si tratti di un prodotto ogm, perlomeno negli Stati dove le etichette non sono obbligatorie. L’unico elemento utile è un codice QR che può essere scansionato attraverso lo smartphone, ma si tratta di una procedura opzionale.

Gli ambientalisti, in particolare, sono sul piede di guerra e protestano per quella che giudicano un’innovazione inutile e potenzialmente pericolosa: “Molti grossisti di mele non vogliono questa evoluzione forzata del frutto – commenta la direttrice di Food & Water WatchWenonah Hauter – E nemmeno i consumatori lo richiedono. Non è soltanto un prodotto inutile: i rischi non sono stati completamente esaminati“.

Chissà cosa avrebbe detto Afrodite se Paride, principe di Troia, gli avesse donato per avere in cambio l’amore di Elena una mela ogm…

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