Acqua Risorse e consumi

Aqua Italia: i benefici ambientali del consumo di acqua del rubinetto

Nel corso della presentazione del Libro Bianco sul comparto, l’Associazione che riunisce le aziende costruttrici e produttrici di impianti, prodotti chimici, accessori e componenti per il trattamento delle acque primarie (non reflue), ha diffuso i dati dell’ultima indagine condotta sulle abitudini del consumo dell’acqua da parte degli Italiani.

Aqua Italia (Associazione Costruttori Trattamenti Acque Primarie), federata ANIMA Confindustria Meccanica Varia ed Affine, in occasione della Conferenza stampa del 27 novembre 2019 di presentazione  del primo Libro Bianco sul settore, che ha analizzato il comparto nella sua totalità, individuandone le caratteristiche e più in generale il posizionamento della produzione italiana rispetto agli altri Paesi, ha anchepresentato i dati dell’ultima indagine sulle abitudini di consumo dell’acqua da parte degli Italiani, che Aqua Italia svolge dal 2006, al fine di promuovere una moderna “cultura dell’acqua”.

Tra i principali obiettivi associativi di Aqua Italia, l’associazione che riunisce le aziende costruttrici e produttrici di impianti, prodotti chimici, accessori e componenti per il trattamento delle acque primarie (non reflue) per uso civile, industriale e per piscine, c’è anche la diffusione a tutti i livelli di tematiche relative alla qualità dell’acqua e alla conoscenza dei parametri chimico-fisici e microbiologici che la caratterizzano.

Come Associazione di categoria abbiamo sentito la necessità di avere a disposizione informazioni puntuali e su cui fondare la conoscenza della nostra realtà produttiva in un momento in cui vi è una graduale modifica nell’atteggiamento dei consumatori, più propensi rispetto al passato, a rivolgersi all’acqua dell’acquedotto – ha affermato il Presidente di Aqua Italia Lauro Prati, presentando il Libro Bianco – A tutto questo va aggiunta una generale attenzione alle politiche di risparmio dell’acqua nell’industria e una maggiore attenzione all’impatto positivo che il trattamento dell’acqua consente a livello di efficienza energetica negli edifici/processi e riduzione gas serra”.

L’offerta di prodotti/applicazioni del comparto è molto variegata e varia a seconda dei settori a cui le varie aziende si rivolgono. Le aziende del comparto dedicano particolare attenzione al fornire servizi come la formazione e le istruzioni necessarie al corretto funzionamento della macchina, attività svolta dal 71% delle aziende e legata alla vendita della stessa. Altri servizi particolarmente comuni sono la manutenzione e l’installazione (offerti dal 57% delle aziende), oltre alla formazione non legata alla vendita.

Per questi ultimi servizi, si è assistito a una evoluzione nel mercato: in primo luogo le aziende si sono strutturate in modo da poterli offrire al cliente finale direttamente (in precedenza si rivolgeva ad enti terzi anziché alle aziende fornitrici), e successivamente integrando i servizi di installazione e manutenzione alla vendita del prodotto.

Tutto questo rientra in una logica di servitization, fondamentale anche in ottica di fidelizzazione: il focus si è spostato dalla sola vendita del prodotto a un bundle di prodotto-servizio.

Negli ultimi anni sono emersi alcuni trend di mercato che rappresentano un’opportunità: “Siamo certi che il settore del trattamento delle acque italiano sarà ancora più apprezzato e scelto per l’elevato livello tecnologico e la qualità – ha sottolineato Prati – Le nostre imprese sono solide nonostante la crisi e, contribuendo in maniera importante alle esportazioni del nostro sistema Italia, rappresentano un’eccellenza su cui la politica industriale del nostro Paese deve puntare”.

Dall’indagine di Open Mind Research, realizzata per Aqua Italia su un campione di 2.000 individui maggiorenni e rappresentativi della popolazione italiana, si evince che il 73,7% della popolazione ha bevuto acqua del rubinetto, trattata e non, negli ultimi 12 mesi, un trend positivo con un tasso di crescita sul 2014 di oltre il 10%.

Tra tutti coloro che la bevono il 44% dichiara di farlo sempre o quasi sempre. I motivi che spingono gli italiani a berla sono la comodità (31,4%), seguita dal gusto (24,3%) e dal minor costo rispetto all’acqua in bottiglia (19,2%).

Nel 22,1% dei casi è presente almeno un sistema di affinaggio dell’acqua (trend in crescita del 22% rispetto al 2016). Tra questi sistemi, l’8,7% è rappresentato dalle caraffe filtranti (erano il 6,1% nel 2016), il 6,3% dai sistemi per l’eliminazione del cloro (erano il 5,1% nel 2016) e il 3,2% dagli apparecchi con sistema di osmosi inversa.

Si rileva la presenza di almeno un apparecchio soprattutto nelle famiglie più numerose (35,5% nelle famiglie con 5 o più componenti). Tra tutti coloro che hanno un apparecchio di affinaggio dell’acqua domestico circa un terzo ha sottoscritto un abbonamento per la manutenzione periodica, evidentemente per garantirsi una qualità costante nel tempo.

Inoltre, si è indagato su quanto gli italiani siano propensi a bere acqua trattata del rubinetto fuori casa. Il 23,7% degli intervistati la beve negli esercizi commerciali e il 50,8% la berrebbe se gliela offrissero. Si rileva una maggiore resistenza nell’accettarla, a livello geografico, nelle regioni meridionali e Sicilia (30,1%) e a livello anagrafico tra gli ultra 65enni (28,6%).

Tra coloro che sono già abituati a bere acqua trattata al ristorante spiccano i giovani (18/24 anni) con il 27,4% delle preferenze e anche tra coloro i quali la berrebbe sono sempre i giovani i più disposti ad accettarla con il 56,2% dei consensi.

Analizzando, infine, il livello di istruzione, la beve già il 32,3% di coloro i quali hanno un livello di istruzione alto (laurea breve, laurea o dottorato) e la berrebbero nel 52,7% dei casi chi ha una licenza media inferiore.

Si è anche chiesto quanti conoscano il servizio offerto dai Chioschi dell’Acqua (le cosiddette Casette comunali), ormai presenti su tutto il territorio italiano, che mettono a disposizione dei cittadini acqua potabile trattata o non trattata, refrigerata o addizionata di anidride carbonica. Si tratta di un servizio al cittadino volto a ridurre e limitare le emissioni di gas serra e orientato a modificare gli attuali modelli di consumo in ambito di prevenzione dei rifiuti (2008/98/CE), oltre ad essere una attività finalizzata all’attuazione del principio dello sviluppo sostenibile.

Si pensi, infatti, che, valutando il prelievo annuo di 300.000 litri da un Chiosco si ottengono:
200.000 bottiglie PET da 1,5 l prodotte in meno;
60.000 kg di PET in meno (30g/bottiglia);
1.380kg di CO2 risparmiati per la produzione di PET;
7.800 kg di CO2 in meno per il trasporto (stimando una media di 350km).

Il 67,9% conosce questa possibilità (in aumento di quasi un punto percentuale sul 2016) e nel 48,4% dei casi il comune di residenza offre il servizio. Gli intervistati hanno dichiarato nel 15,4% dei casi di farne uso e nel 33% dei casi di non aderire. La conoscenza del servizio è più alta tra coloro che bevono abitualmente l’acqua del rubinetto (75,2% vs 67,9%) e la fruizione dello stesso, per questo sottoinsieme, sale al 19,5% (rispetto alla media del 15,4%).

L’interesse e il consumo dell’acqua distribuita con i Chioschi riguarda il 49% di chi consuma abitualmente acqua del rubinetto e circa il 42% di chi ne fa un uso sporadico. A livello demografico, usa/userebbe il servizio il 54,1% dei 18/24enni mentre non lo usa/userebbe il 58,1% dei 55/64enni.

A livello professionale, infine, si riscontra la maggiore abitudine al consumo (abituale o possibile) tra gli studenti (52%) mentre sono le casalinghe ad essere la categoria con la più alta percentuale di diffidenza rispetto al servizio (59,5%).

Per la prima volta, infine, si è indagato sulla preoccupazione degli italiani nei confronti della presenza di sostanze contaminanti nell’acqua del rubinetto. Il 34,7% si è dichiarato estremamente preoccupato e il 55,5% abbastanza preoccupato. Tra coloro che hanno già un’abitudine al consumo dell’acqua potabile del rubinetto, si riscontra una preoccupazione per i contaminanti chimici più bassa della media della popolazione (14,8% contro 34,7%). Al contrario, per coloro che abitualmente non bevono acqua del rubinetto, tale preoccupazione è molto elevata (50,3% contro 34,7%).

Sono stati presentati anche i numeri e i risultati della Campagna estiva promossa sui social da Aqua Italia #SmuoviamoLeAcque, rivolta al consumatore finale per sensibilizzarlo ad una scelta consapevole – a casa e al ristorante – rinunciando a un’abitudine della quale non ha realmente bisogno.

La Campagna per un futuro plastic free è stata veicolata per oltre un mese attraverso la pagina Facebook di Aqua Italia e amplificata grazie alla collaborazione con diversi blogger che hanno pubblicato contenuti dedicati sul proprio blog e profili Facebook. Una speciale sezione “consigli utili” è stata realizzata su aquadicasa.it alla voce “Acqua trattata al ristorante” e i risultati sono stati davvero rilevanti, non solo in termini quantitativi (446.424 persone raggiunte sui social e 24.557 click al sito), ma soprattutto in termini qualitativi, creando engagement con gli utenti che hanno espresso la loro opinione e condiviso i contenuti, mettendosi in prima linea per ribadire la loro preferenza.

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