Biodiversità e conservazione Fauna

“Amba”, la tigre dell’Amur, gode di discreta salute

piu grande felino esistente

Dopo aver rischiato l’estinzione, la tigre dell’Amur, il più grande felino esistente, risulta essere in costante ripresa, grazie soprattutto al supporto politico del Governo russo e ai progetti mirati messi in campo dal WWF.

Non c’è abbastanza spazio nella taiga? Proprio dietro di noi devi venire”.
Il cacciatore mongolo dalla mira infallibile Dersu Uzala, “il piccolo uomo delle grandi pianure”, dell’omonimo bellissimo film (1975) del grande regista giapponese Akira Kurosawa, si è accorto che la piccola spedizione militare russa che ha intrapreso all’inizio del Novecento l’esplorazione geografica del territorio al confine con la Cina, e a cui si è aggregato, è seguita minacciosamente da Amba, una tigre dell’Amur (Panthera tigris altaica).

Nella sua visione “animista” del mondo che lo circonda, Dersu considera quell’animale lo “spirito” della foresta e se ne guarda bene dal fargli del male.
Quando nel corso di un altra spedizione, a 5 anni di distanza, è costretto ad uccidere la tigre per legittima difesa, Dersu si prostra in ginocchio come se avesse commesso un delitto infame del quale deve attendersi il meritato castigo che, a suo giudizio, sopraggiungerà con la lenta e inesorabile perdita della vista.

La tigre dell’Amur è la sottospecie più grande tra quelle esistenti ancora (3 delle 8 conosciute si sono definitivamente estinte nel corso del XX secolo): i maschi possono raggiungere i 3,5 m. di lunghezza (coda compresa) ed un peso di 300 kg; le femmine, di solito più minute, arrivano a 2,6 m. e fino a 167 kg.
Questa sottospecie si differenzia dalle altre tigri anche per il mantello di colorazione arancione più pallido e le trisce marroni, anziché nere, molto distanziate. Per sopravvivere nel suo habitat (quasi il 95% si trova nella regione dell’Estremo Oriente, in Siberia), ha uno spesso strato di grasso e un pelo lungo e folto attorno al collo.

A seguito della caccia per trarne trofei e del bracconaggio per utilizzare parti del suo corpo nella medicina tradizionale cinese, aveva subito una contrazione tale da ridursi nel 1940 ad una popolazione di soli 40 individui, tanto che l’Unione Sovietica fu il primo Paese al mondo a vietarne nel 1947 la caccia e a limitare le catture delle sue principali prede (cinghiali, caprioli, cervi, ecc.).

Ora, stando ai dati diffusi alla fine di maggio dal Governo russo (i dati ufficiali saranno pubblicati in ottobre), il loro numero è salito tra i 480 e i 540 esemplari, di cui almeno un centinaio è costituito da cuccioli.
Il monitoraggio è stato effettuato da circa 2.000 specialisti su un territorio di 150.000 Km2, con l’ausili di tecnologie quali il GPS, navigatori satellitari e fototrappole.

Sono felice di constatare che il numero delle tigri dell’Amur in Russia è aumentato – ha dichiarato Igor Chestin, a Capo di WWF-Russia che ha contribuito al censimento – Questo successo è dovuto all’impegno della leadership politica della Russia e alla dedizione instancabile di ranger e ambientalisti in condizioni ambientali assai difficili”.

La Russia ha introdotto pene severe per i reati di caccia illegale e di stoccaggio e traffico di parti di animali in via di estinzione, che hanno contribuito all’aumento del numero delle tigri.

Anche l’India aveva diffuso i risultati dell’ultimo censimento effettuato in gennaio che attestano la presenza sul suo territorio di 2.226 esemplari di tigre, rispetto ai 1.706 del 2010.

Sono attesi entro la fine dell’anno i risultati del censimento in Bangladesh e Bhutan, mentre la Cina ha in programma di contare le sue tigri questa estate e il Nepal lo ha fatto nel 2013.

La chiave è un forte sostegno politico – ha aggiunto Mike Baltzer, a Capo della “Tigers Alive Initiative” del WWF – In Paesi come la Russia e l’India, stiamo vedendo risultati eccezionali, mentre nel Sud-est asiatico dove il sostegno politico è più debole, ci troviamo di fronte ad una crisi, con i Paesi della regione che rischiano di perdere le loro tigri in assenza di un’azione urgente”.
Esperti provenienti dalla Malaysia hanno valutato che nel Paese il numero delle tigri si sia ulteriormente ridotto a 250-340 esemplari, mentre non si sa quale sia la situazione in Indonesia, Thailandia, Myanmar, Laos, Cambogia e Vietnam.

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