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Agriturismo: aumentano le aziende e i servizi offerti

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I dati offerti dall’Istat indicano che il settore vede aumentare il numero di aziende del 2,1% sull’anno precedente, diversificando maggiormente le proprie offerte, dirette a meglio qualificare l’attività agrituristica rispetto al territorio in cui viene esercita. Sale il numero di aziende che svolgono contemporaneamente alloggio e ristorazione, come pure aumentano quelle che uniscono all’alloggio le altre attività agrituristiche. In controtendenza il Mezzogiorno.

In un periodo di crisi economica e con un’andamento climatico anomalo, nell’estate 2014 l’Agriturismo italiano ha tenuto, con un aumento delle presenze straniere (+8-10%) che hanno bilanciato il calo della domanda interna (-3-5%, testimoniando le ampie opportunità di crescita del settore, recentemente confermate dai dati rilasciati dall’Istat che ha osservato, inoltre, che si tratta di una realtà tipicamente italiana, diversa dal turismo rurale, regolamentato negli altri Paesi europei.
Secondo l’Istituto lo stretto legame fra l’attività agrituristica e la gestione complessiva dell’azienda agricola qualifica il settore come una risorsa fondamentale della multifunzionalità aziendale e della realtà agricola nazionale.

L’evoluzione degli agriturismi nel decennio 2003-2013 ha messo in luce la consistente crescita del comparto: le aziende agrituristiche sono aumentate del 60,5% (da 13.019 a 20.897), quelle che offrono alloggio del 58,8% (da 10.767 a 17.102) e gli agriristori del 69,8% (da 6.193 a 10.514).

Sempre fra il 2003 e 2013, sono cresciuti anche i posti letto (+94.738) e quelli a sedere (+157.615). Anche le aziende con degustazione e quelle con altre attività agrituristiche aumentate notevolmente (+47,9% e +6 2,7%). Fra le altre attività, sono risultate in forte aumento sport, fattorie didattiche e attività varie, coinvolgendo rispettivamente 2.161, 1.176 e 2.247 aziende.

Tra il 2012 e il 2013, nelle regioni del Nord-est e del Nord-ovest le aziende agrituristiche sono cresciute in misura più rilevante (rispettivamente +5,9% e +5,8%) rispetto a quelle del Centro e delle Isole; mentre nel Sud si è rilevato un calo del 5,8%. In termini assoluti, gli incrementi maggiori riguardano la Lombardia e l’Alto Adige, con 106 e 102 unità; il calo più rilevante si registra in Abruzzo, anche se in questa regione si deve osservare che il fenomeno è conseguenza del riordino del settore in seguito ai nuovi adempimenti a carico delle aziende agrituristiche previsti dalla vigente normativa regionale (-121 unità).

Delle 1.697 autorizzazioni rilasciate nel 2013 (+411 rispetto al 2012), 392 risultano in Alto Adige, 193 in Toscana; seguono Lombardia (158), Veneto (116) e Marche (115). 
Nel 2013, tra le 1.274 aziende cessate (+49 rispetto al 2012), 487 sono al Nord, 414 nel Mezzogiorno e 373 nel Centro. Il più alto numero di cessazioni si rileva in Alto Adige e in Toscana, rispettivamente con 290 e 270 unità.

La distribuzione per zona altimetrica mostra la netta prevalenza degli agriturismi collinari e montani (che sono l’84,6% del totale) rispetto a quelli localizzati nelle aree pianeggianti (15,4%). Si conferma dunque il contributo dell’agriturismo al mantenimento e al rafforzamento degli insediamenti umani e dell’attività agricola in zone spesso svantaggiate . Oltre la metà degli agriturismi montani si trova in Trentino – Alto Adige (50,9%).

Nel confronto con i dati del Censimento agricolo del 2010, rispetto al totale delle aziende agricole, gli agriturismi risultano relativamente più diffusi al Nord (48% di agriturismi rispetto al 24,5% delle aziende agricole in complesso), nel Centro (34,2% a fronte del 15,5%) e in montagna (33% rispetto al 17%); per contro, gli agriturismi sono molto meno presenti nel Mezzogiorno (17,7% rispetto al 60%) e in pianura (15,4% rispetto al 31,6%).
Il Centro è la ripartizione territoriale con più agriturismi che offrono contemporaneamente più tipologie di attività: 3.226 aziende con un altro tipo di attività; 1.609 con due altri tipi; 623 con tre.

Il Centro-sud si conferma l’asse dell’ospitalità agrituristica, con il 63,2% del totale nazionale delle aziende autorizzate all’alloggio e il 57,9% dei posti letto.
Per quanto riguarda le aziende agrituristiche autorizzate all’alloggio, viene rilevato anche il numero delle camere e dei posti letto situati in abitazioni comuni o indipendenti. La tipologia delle abitazioni comuni (ovvero non indipendenti), che è la più diffusa, riguarda 10.616 aziende (pari al 62,1% degli agriturismi autorizzati all’alloggio), per un totale di 125.608 posti letto, con una media di 11,8 posti per azienda. Nel confronto con il 2012, i posti letto aumentano maggiormente nel Nord (+10,1%), rispetto a incrementi più contenuti nel Mezzogiorno (+2,9%) e nel Centro (+0,9%).

Gli agriturismi che ospitano in abitazioni indipendenti sono 8.711 (pari al 50,9% delle aziende con alloggio) e risultano autorizzati per 98.311 posti letto, con una media di 11,4 posti per azienda. Rispetto all’anno precedente, il numero dei posti letto è cresciuto maggiormente al Nord (+3,1%), rispetto a un aumento minore nel Centro (+0,1%) e a un calo nel Mezzogiorno (-0,7%).

Gli alloggi agrituristici offrono vari tipi di servizi: solo pernottamento; pernottamento e prima colazione; mezza pensione; pensione completa. Circa la metà delle aziende autorizzate all’alloggio (8.534 unità, pari al 49,9% del totale nazionale) offre il solo pernottamento, il 44,7% unisce al pernottamento la prima colazione, il 19% propone la mezza pensione e il 28,4% offre la pensione completa.

Mentre la Toscana presenta una consistenza elevata per ciascuna tipologia di alloggio, in Alto Adige l’offerta riguarda principalmente il solo pernottamento (2.068 unità, pari al 77,2% del totale provinciale); in Piemonte risulta più diffuso il pernottamento con prima colazione (800 unità, pari al 92,7%), in Sardegna prevale la mezza pensione (398 unità, pari al 61,5%) e in Calabria l’offerta riguarda maggiormente la pensione completa (480 alloggi, pari all’88,2%).

Le piazzole di sosta per l’agricampeggio sono 8.180, distribuite in 19 regioni (sono assenti in Valle d’Aosta e Alto Adige. Il 51,1% delle piazzole si trova nel Mezzogiorno dove però, rispetto al 2012, si rileva un calo dell’11%.

Nel 2013 le aziende autorizzate alla ristorazione sono 10.514 (+3,6% rispetto al 2012) e costituiscono il 50,3% degli agriturismi italiani.
Gli agriristori risultano in consistente crescita nel Centro (+7,3%) e nel Nord (+6,6%), mentre nel Mezzogiorno si registra un calo contenuto (-0,9%), dovuto principalmente alla forte contrazione registrata in Basilicata (-20,4%), Valle d’Aosta (- 20%) e Puglia (-18,1%). 
A livello regionale, gli incrementi percentuali più elevati si rilevano in Liguria (+25,6%) e Campania (+12,5%).

La degustazione consiste in un assaggio di prodotti alimentari che non assume le caratteristiche proprie di un pasto. Si tratta generalmente di un arricchimento dell’offerta aziendale, che si inserisce nel circuito di ristorazione-alloggio mediante il consumo in loco di prodotti alimentari di origine aziendale.
Le aziende espressamente autorizzate alla degustazione, pari a 3.588 unità, registrano un incremento (+4% rispetto al 2012) e costituiscono il 17,2% degli agriturismi in complesso; e aumentano maggiormente nel Nord (+8,8%) e meno nel Mezzogiorno (+4,6%) e nel Centro (+1,3%). A livello regionale, il calo percentuale più rilevante si registra in Valle d’Aosta (-74,3%), segue la Basilicata (-50%); la degustazione risulta invece in crescita in Friuli Venezia Giulia (+30%) e Lombardia (+24,1%).

Fra le aziende che offrono degustazioni, l’88% è autorizzato alla sola degustazione, mentre il 77,7% assicura anche l’ospitalità, il 76,2% combina la degustazione con la ristorazione e il 65,8% completa l’offerta con l’esercizio di altre attività (equitazione, escursionismo, sport, corsi, ecc.).
L’offerta di degustazione risulta più diffusa in Veneto, Piemonte, Toscana, Marche e Umbria. L’autorizzazione alla degustazione è assente nella provincia di Bolzano, in Emilia-Romagna e in Sardegna.

Nel 2013 si contano 12.096 aziende (+1% rispetto al 2012) autorizzate all’esercizio di altre attività agrituristiche (equitazioneescursionismoosservazioni naturalistichetrekkingmountain bikefattorie didattichecorsisport e varie): si tratta del 57,9% degli agriturismi italiani.
Fra le aziende autorizzate allo svolgimento di altre attività, quelle più numerose sono raggruppate nelle voci “sport” e “varie”, che comprendono, rispettivamente, 5.088 (42,1% del totale) e 6.033 unità (49,9%). L’escursionismo e l’impiego di mountain bike sono praticati, rispettivamente, in 3.124 e 2.851 aziende. I corsi, il trekking e l’equitazione riguardano, rispettivamente, 1.770, 1.717 e 1.230 aziende; più limitata, infine, l’offerta di osservazioni naturalistiche, che interessa 972 agriturismi.
L’indagine rileva anche 1.176 agriturismi che svolgono l’attività di fattoria didattica. Le fattorie didattiche sono espressione della multifunzionalità delle aziende agricole e rientrano a pieno titolo tra le attività ricreative, culturali e didattiche svolte dagli agriturismi.

Fra le aziende che esercitano le altre attività agrituristiche, il 5,9% è autorizzato esclusivamente allo svolgimento delle altre attività, il 50,4% associa le altre attività alla ristorazione, l’84,2% abbina l’alloggio e il 19,5% combina le altre attività con la degustazione. 
Le altre attività agrituristiche risultano più concentrate nel Centro-sud, ove è localizzato il 60,4% delle aziende a fronte del 39,6% del Nord.

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