Acqua

Acque: azioni rapide di protezione, anche da rischi alluvioni

La Relazione della Commissione UE sullo Stato di attuazione da parte degli Stati membri della Direttiva quadro Acque e della Direttiva Alluvioni, rileva che nonostante negli ultimi 6 anni siano stati compiuti progressi per migliorare i corpi idrici dell’UE, sono necessarie ulteriori azioni che saranno incluse in una nuova Strategia sulla resilienza idrica, annunciata dalla Commissaria UE Rosewall e per la quale è stata avviata una consultazione (scadenza 4 marzo 2025) aperta a tutti i portatori di interesse, compresi i cittadini.

Le risorse idriche dell’UE subiscono una pressione significativa a causa dell’uso insostenibile del suolo, dei cambiamenti idromorfologici, dell’inquinamento, dei cambiamenti climatici, dell’aumento della domanda di acqua, dell’urbanizzazione e dell’aumento della popolazione.

Sono i presupposti della Relazione sullo stato di attuazione della Direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) e della Direttiva sulle alluvioni (2007/60/CE) che la Commissione ha pubblicato il 4 febbraio 2025.

Da un’indagine condotta lo scorso anno da Eurobarometro, alla domanda sulle principali minacce legate alle questioni idriche nel proprio Paese, la maggior parte degli europei ha menzionato l’inquinamento, seguito dal consumo eccessivo e dallo spreco dell’acqua.

La Direttiva quadro dell’UE sulle acque impone agli stati membri di garantire che tutte le acque superficiali (laghi, fiumi, acque di transizione e costiere) e sotterranee raggiungano un buono stato di qualità entro il 2015, termine che può essere rinviato al 2027 a determinate condizioni.

La Direttiva sulle alluvioni, a sua volta impone agli Stati membri di individuare e mappare le zone soggette a inondazioni e di elaborare piani per ridurre al minimo i rischi e i danni potenziali attraverso piani di gestione del rischio di alluvioni.

Detti piani di gestione dei bacini idrografici e di gestione del rischio di alluvioni sono sviluppati per periodi di 6 anni, per cui la Relazione adottata dalla Commissione UE valuta tali misure per il periodo 2021-2027.

La Relazione sull’attuazione della direttiva quadro sulle acque evidenzia diverse tendenze positive. Gli Stati membri hanno generalmente migliorato la conoscenza e il monitoraggio dei corpi idrici superficiali e sotterranei, aumentato la spesa e migliorato l’applicazione della legislazione dell’UE in materia di acque, sebbene vi siano notevoli differenze regionali. Anche la maggior parte dei corpi idrici sotterranei continua a raggiungere un buono stato quantitativo e chimico.

Tuttavia, è necessario un lavoro significativo per raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di qualità e quantità dell’acqua dolce. La salute media dei corpi idrici superficiali dell’UE è critica, con solo il 39,5% che raggiunge un buono stato ecologico e solo il 26,8% che raggiunge un buono stato chimico. Ciò è dovuto principalmente alla diffusa contaminazione da mercurio e altri inquinanti tossici. Anche la scarsità d’acqua e la siccità destano crescenti preoccupazioni nella maggior parte dell’UE.

Fonte Commissione UE, 2025

Le nostre acque devono affrontare sfide significative, dalle minacce all’inquinamento, dall’approvvigionamento idrico all’insufficiente preparazione alle inondazioni – ha dichiarato Jessika Roswall, Commissaria per l’Ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare competitiva – Dobbiamo aumentare i nostri sforzi per costruire la resilienza idrica. Un approvvigionamento idrico pulito e affidabile è essenziale per i cittadini, per il nostro ambiente e per la prosperità delle imprese. Con oltre tre quarti degli europei che sostengono l’azione dell’UE per affrontare le questioni idriche, abbiamo un chiaro mandato ad agire. Quest’anno presenterò una strategia globale di resilienza idrica per affrontare queste sfide in modo integrato, migliorando la sostenibilità, la sicurezza e la competitività”.

Pertanto, la Commissione UE ha formulato raccomandazioni chiave agli Stati membri per migliorare la gestione delle risorse idriche entro il 2027, tra cui:
– aumentare l’adeguamento alla legislazione dell’UE in materia di acque, aderendo ai limiti di inquinamento, in particolare all’inquinamento da nutrienti proveniente dall’agricoltura, e garantendo che lo scarico delle acque reflue sia gestito in modo adeguato per proteggere l’ambiente e la salute umana;
garantire finanziamenti sufficienti per colmare le carenze in merito e un’attuazione efficace delle misure di gestione delle risorse idriche;
– attuare misure supplementari per affrontare le sfide ambientali persistenti, come l’inquinamento chimico;
– promuovere il riutilizzo dell’acqua e aumentare l’efficienza e la circolarità per prevenire lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, combattere le estrazioni illegali e mitigare la siccità.

Per quanto riguarda l’attuazione della Direttiva alluvioni, dalla Relazione della Commissione UE emergono notevoli miglioramenti nella gestione del rischio, un migliore allineamento degli obiettivi e delle misure e la considerazione delle sfide poste dai cambiamenti climatici.

Fonte, Commissione UE, 2025

Vi sono due ampi gruppi di Stati membri:
– uno è costituito da Stati membri che danno priorità alle misure di prevenzione e/o preparazione:
– l’altro gruppo dà priorità alla protezione. S
Sebbene le misure di protezione siano ancora quelle comunicate con maggiore frequenza nel secondo ciclo di piani di gestione del rischio di alluvioni, le misure di prevenzione e preparazione rappresentano ora una percentuale leggermente maggiore del totale dell’UE. A livello di misure non strutturali, tutti i piani di gestione del rischio di alluvioni valutati fanno riferimento alla pianificazione del territorio. Tuttavia riferimenti a quadri giuridici o strategici che collegano la pianificazione territoriale e la gestione del rischio di alluvioni sono stati formulati soltanto da 8 dei 21 Stati membri valutati.

La maggior parte dei Piani non prevedeva obiettivi quantitativi, il che ha reso difficile trarre conclusioni sull’efficacia della gestione del rischio di alluvioni. Con inondazioni più frequenti e gravi in Europa, gli Stati membri devono ampliare la loro capacità di pianificazione e amministrativa e investire adeguatamente nella prevenzione delle inondazioni. A tal fine, sono fondamentali il ripristino degli ecosistemi e soluzioni basate sulla natura, nonché misure di preparazione come i sistemi di allarme rapido e la sensibilizzazione.

Ad accompagnare le relazioni, la Commissione UE lancia l’invito a presentare proposte per la futura Strategia sulla resilienza idrica, annunciata dalla Commissaria Roswall, che istituirà un piano olistico pluriennale intersettoriale con traguardi al 2030 o al 2040 per garantire che le fonti idriche siano gestite correttamente, che la scarsità sia affrontata e che venga migliorato il vantaggio innovativo competitivo del settore idrico europeo e adottato un approccio di economia circolare.

L’invito è aperto ai rappresentanti di tutta l’UE, compresi i cittadini e le parti interessate che lavorano in settori legati all’acqua, con feedback entro il 4 marzo 2025 e il processo di consultazione comprenderà anche un evento di consultazione delle parti interessate che avrà luogo il 6 marzo 2025 a Bruxelles.

Oltre alle Relazioni sullo stato di attuazione della Direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) e della Direttiva sulle alluvioni (2007/60/CE), la Commissione UE ha pubblicato il 4 febbraio 2025.la Relazione sullo Stato di attuazione da parte degli Stati membri della Direttiva quadro per la Strategia per l’ambiente marino (MSFD).

Immagine di copertina: fonte EU Commission

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