Clima

Accordo di Parigi: obiettivi raggiungibili tramite strategia in R&S

Una ricerca, condotta in collaborazione tra CMCC e E3Modelling,sostiene che investimenti tempestivi in ​​ricerca e sviluppo in 5 tecnologie a basse emissioni di carbonio (batterie per veicoli, biocarburanti avanzati, solare, eolico, CCS) e misure di efficienza energetica possono ridurre i costi di mitigazione e indurre effetti positivi sull’occupazione, conseguendo al contempo gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Il conseguimento dell’obiettivo di 1,5 °C previsto dall’Accordo sul clima di Parigi richiede un aumento degli investimenti cumulativi globali del 64% in ​​R&S a basse emissioni di carbonio rispetto allo scenario di riferimento entro il 2050.

Le entrate derivanti dalle tasse sul carbonio sono sufficienti per finanziare il fabbisogno aggiuntivo di investimenti in R&S e ridurre le imposte distorsive, come le tasse sui salari, generare benefici economici e migliorare la creazione di posti di lavoro.

Sono le conclusioni di una ricerca condotta dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), in collaborazione con E3Modelling, spin-off dell’Università di Atene, specializzata in servizi di consulenza basati sulla progettazione e quantificazione di scenari su energia, economia, ambiente e trasporti, recentemente pubblicata su Nature Communications.

Raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima attraverso una transizione verso emissioni nette zero sta stimolando una nuova rivoluzione tecnologica. Tuttavia, queste innovazioni tecnologiche clean richiedono grandi sforzi di sviluppo e finanziamento, e avranno importanti conseguenze sull’economia e sulla società.

La ricerca indaga diverse strategie di investimento in ricerca e sviluppo (R&S) coerenti con la stabilizzazione climatica, concentrandosi su 5 tecnologie a basse emissioni di carbonio (batterie per veicoli, biocarburanti avanzati, solare, eolico, CCS) e su un pacchetto di misure che promuovono l’efficienza energetica.

Lo studio mostra l’urgenza e il ruolo chiave della ricerca e sviluppo nell’affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici. Utilizzando modelli economico-climatici complessi, evidenzia la necessità di aumentare gli investimenti in R&S a basse emissioni di carbonio fino a due terzi al fine di raggiungere la neutralità climatica.

In questo lavoro mostriamo anche che i soldi non sono il problema – ha affermato Lara Aleluia Reis, del RFF-CMCC European Institute of Economics and the Environment (EIEE), principale autrice dello studio – Ci sono entrate finanziarie sufficienti per gli sforzi di ricerca e sviluppo. Infatti, si potrebbero progettare delle politiche attive di innovazione che generino benefici economici riducendo tassazioni alteranti, come le tasse sugli stipendi, potenziando così la creazione di posti di lavoro”.

I ricercatori hanno utilizzato due modelli di valutazione integrata (IAM) economico-climatici complessi, uno per ciascuno dei due Istituti, e li hanno accoppiati per la prima volta:
– il modello WITCH, sviluppato presso il RFF-CMCC-EIEE, che integra le interazioni tra economia, opzioni tecnologiche e cambiamento climatico, consente di tenere conto della dinamica completa della mitigazione e dell’adattamento;
– il GAM-E3 è un modello di equilibrio generale applicato che copre le interazioni tra l’economia, il sistema energetico e l’ambiente, ed è adatto per valutare le politiche climatiche ed energetiche, nonché le questioni fiscali.

La freccia arancione rappresenta i proventi della politica climatica che vengono utilizzati per finanziare gli investimenti in ricerca e sviluppo.

Ciò ha permesso di ottenere nuovi spunti che nessuno dei modelli da solo sarebbe stato in grado di generare – ha aggiunto Aleluia Reis – mostrando i benefici della collaborazione anche nell’ambito dei modelli delle politiche climatiche”.

Lo studio mostra l’urgenza e il ruolo chiave della ricerca e sviluppo nell’affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici.
Questo studio mostra che il fattore tempo è essenziale – ha sottolineato Elena Verdolini, Senior scientist presso il RFF-CMCC-EIEE e co-autrice dello studio – Gli investimenti tempestivi e costanti in ricerca, sviluppo e dimostrazione sono un componente chiave del portafoglio di politiche per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi: promuovono un circolo virtuoso di dinamiche di apprendimento attraverso l’esperienza che portano a costi tecnologici più bassi”.

Il cambiamento tecnologico è il principale motore della prosperità economica – ha concluso Massimo Tavoni, Direttore del RFF-CMCC-EIEE e co-autore dello studio – Questo lavoro mostra che la crisi climatica offre un’opportunità per potenziare le politiche industriali e dell’innovazione, e allineare gli obiettivi sociali e ambientali”.

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