Risorse e rifiuti

“Aboliamo il SISTRI” o il sistema di tracciabilità dei rifiuti?

Sistri

Con la proposta di Direttiva di modifica delle precedenti direttive sui rifiuti, di fatto la Commissione UE estende a tutti gli Stati membri un sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti, quale già attivo in Italia e che tante polemiche ha suscitato, tanto da chiederne l’abolizione.

Un anno fa, dopo la diffusione del “Resoconto e conclusioni della consultazione delle organizzazioni delle imprese interessate al SISTRI” che il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FoSS) Edo Ronchi, incaricato del coordinamento, aveva presentato all’allora Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Andrea Orlando, avevamo postato un articolo con cui esprimevamo la sensazione che il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) era ufficiosamente un “Carro vuoto avviato su un binario morto” che, come nell’omonima poesia di Clemente Rebora, “non muore e vorrebbe, e non vive e vorrebbe”.

Gli episodi di questo “tormentone” italiano, che si sono susseguiti in questi 12 mesi, oltre agli aspetti (non secondari) di carattere giudiziario connessi all’affidamento dell’incarico e di aggravio per le piccole e medie imprese italiane sia per i costi che per le procedure di gestione, hanno confermato quella impressione.

Di recente, con un Comunicato comparso il 9 luglio 2014 sul suo sito, la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile invita a sottoscrivere la petizione per l’abrogazione del SISTRI.
Il SISTRI – si legge tra l’altro nel Comunicato – non garantisce in alcun modo la tracciabilità in tempo reale e determina un ulteriore rallentamento dei controlli sul campo: un vero e proprio vantaggio concorrenziale per le ecomafie, che continueranno ad aggirare gli obblighi di documentazione cartacea rispetto alle imprese corrette e operanti nella legalità. Il SISTRI, così come concepito, deve essere immediatamente abrogato. È evidente la necessità in Italia di un sistema di tracciabilità dei rifiuti, in particolar modo nella lotta alle ecomafie, ma la soluzione non può essere il SISTRI, visto che gli ormai obsoleti sistemi tecnologici utilizzati per la sua realizzazione comporteranno solo costi aggiuntivi e un appesantimento delle procedure”.

Indirettamente, il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Silvia Velo, rispondendo alla Camera a interrogazioni di vari gruppi parlamentari, ha dato indicazioni su quale sia l’atteggiamento del Governo in proposito, sottolineando che un suo azzeramento porrebbe “rilevanti problematiche“.
“Il Governo è disponibile a migliorare le norme sul Sistri nel Dl competitività – ha affermato la Velo – ma è irrinunciabile che lo Stato si doti di un sistema di tracciamento dei rifiuti di tipo informatico moderno, efficiente, efficace e meno eludibile di quello cartaceo”.

A dar man forte alle posizioni di mantenere, comunque, un sistema di tracciabilità dei rifiuti, pur alternativo all’attuale SISTRI, è intervenuta di recente la Commissione UE che nella proposta di Direttiva presentata il 2 luglio 2014 al Parlamento e al Consiglio, di modifica delle direttive 208/9/Ce sui rifiuti, 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, che, oltre ad introdurre obiettivi più ambiziosi di recupero e riciclaggio fa esplicito riferimento ad un sistema di tracciabilità dei flussi di rifiuti pericolosi per tutti gli Stati membri:
(21) L’adeguata gestione dei rifiuti pericolosi continua a porre problemi nell’Unione e i dati riguardanti il loro trattamento sono lacunosi. È pertanto necessario potenziare la registrazione dei dati e i meccanismi di tracciabilità tramite l’introduzione di registri informatici dei rifiuti pericolosi negli Stati membri. La raccolta informatica dei dati dovrebbe essere applicata anche ad altri rifiuti, per semplificare alle imprese e alle amministrazioni la registrazione dei dati e per monitorare meglio i flussi di rifiuti nell’Unione”.
[…]
10) l’articolo 17 è sostituito dal seguente:
“Articolo 17
Controllo dei rifiuti pericolosi
Gli Stati membri adottano le misure necessarie affinché la produzione, la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti pericolosi siano eseguiti in condizioni tali da garantire la protezione dell’ambiente e della salute umana, al fine di rispettare i principi di cui all’articolo 13, comprese misure volte a garantire la tracciabilità dalla produzione alla destinazione finale e il controllo dei rifiuti pericolosi al fine di soddisfare i requisiti di cui agli articoli 35 e 36.
A tal fine, gli Stati membri si servono delle informazioni fornite alle autorità competenti e raccolte a norma dell’articolo 35.” (http://ec.europa.eu)

Come può rilevarsi, il SISTRI potrà essere eliminato, non già un sistema di tracciabilità informatica dei rifiuti!

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