La Commissione UE per poter sviluppare un’economia efficiente nell’uso delle risorse, in grado di riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti, ha adottato una Comunicazione per rivedere obiettivi e misure delle politiche di gestione dei rifiuti.
La Commissione UE ha adottato il 2 luglio 2014 una Comunicazione “Towards a Circular Economy”, intesa a sviluppare un’economia più circolare in Europa e a promuovere il riciclaggio negli Stati membri.
Il conseguimento dei nuovi obiettivi in materia di rifiuti, secondo la Commissione, creerebbe 580.000 nuovi posti di lavoro, rendendo l’Europa più competitiva e riducendo la domanda di risorse scarse e costose.
Correlate a questa, sono state adottate contemporaneamente le altre Comunicazioni:
– “A Green Employment Initiative” (Iniziativa lavori verdi);
– “A Green Action Plan for SMEs” (Un piano d’azione verde per le PMI);
– “Resource Efficiency Opportunities in the Building Sector” (Opportunità di efficienza delle risorse nel settore dell’edilizia).
La Commissione propone di istituire un quadro comune e coerente per promuovere l’economia circolare, basato su adeguata regolamentazione, strumenti di mercato, incentivi, scambio di informazioni e supporto per soluzioni volontarie.
Le aree di interesse chiave sono ricerca e innovazione, progettazione, investimenti e finanziamenti, sostegno alle imprese e ai consumatori e, soprattutto, aggiornamento delle politiche e degli obiettivi sui rifiuti, la cui normativa costituisce il punto focale per passare ad un’economia circolare.
Una gestione dei rifiuti efficiente e sostenibile, con particolare attenzione alla riduzione dei rifiuti, al riutilizzo e al riciclaggio contribuirebbe a porre fine alla perdita di materiali di pregio e a reimmetterli nell’economia dell’Unione.
“Nel XXI secolo, caratterizzato da economie emergenti, milioni di consumatori appartenenti alla nuova classe media e mercati interconnessi, utilizziamo ancora sistemi economici lineari ereditati dal XIX secolo – ha dichiarato Janez Potočnik, Commissario UE per l’Ambiente – Se vogliamo essere competitivi dobbiamo trarre il massimo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti. Il passaggio a un’economia circolare, oltre ad essere possibile, è redditizio, ma non avverrà senza le politiche giuste. Per realizzare gli obiettivi proposti per il 2030 bisogna agire da subito per accelerare la transizione verso un’economia circolare e sfruttare le opportunità commerciali e occupazionali che offre“.
L’innalzamento degli obiettivi in materia di rifiuti nelle Direttive esistenti rientra nell’ambizioso sforzo di realizzare una transizione fondamentale da un’economia lineare a una più circolare. La nuova visione propone un modello economico diverso, dove le materie prime non vengono più estratte, utilizzate una sola volta e gettate via. In un’economia circolare i rifiuti spariscono e il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio diventano la norma. Prolungare l’uso produttivo dei materiali, riutilizzarli e aumentarne l’efficienza servono anche a rafforzare la competitività dell’UE sulla scena mondiale. La Comunicazione spiega come l’innovazione nei mercati dei materiali riciclati, i nuovi modelli imprenditoriali, la progettazione ecocompatibile e la simbiosi industriale possano permetterci di passare a una società e a un’economia a “rifiuti zero“.
Sebbene la gestione dei rifiuti continui a migliorare, l’economia dell’UE perde attualmente una notevole quantità di potenziale materia prima secondaria, che si trova nel flusso dei rifiuti. Nel 2010, la produzione totale di rifiuti nell’UE è ammontata a 2,5 miliardi di tonnellate, di cui solo una quantità limitata, seppure crescente (36%), è stata riciclata, mentre il resto è finito in discarica o incenerito per un totale di 400-500 milioni di tonnellate che avrebbe potuto essere riciclato o riutilizzato.
L’Unione europea perde, quindi, significative opportunità per migliorare l’efficienza delle risorse e creare un’economia più circolare, aumentare crescita e occupazione, adottare misure efficaci per ridurre le emissioni di gas serra e ridurre la sua dipendenza dalle materie prime importate.
Gli elementi chiave della proposta prevedono:
– aumento fino al 70% entro il 2030 il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani;
– aumento all’80% entro il 2030 il riciclo e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti da imballaggio, con obiettivi specifici di incremento graduale tra il 2020 e il 2030 per alcuni materiali (carta e cartone il 90% entro il 2025; entro il 2030, il 60% per la plastica, l’80% per il legno, il 90% per metalli ferrosi, alluminio e vetro);
– divieto di conferimento in discarica entro il 2025 di rifiuti riciclabili (compresi plastica, carta, metalli, vetri e rifiuti biodegradabili), dando mandato alla Commissione di prendere in considerazione un’ulteriore graduale messa al bando dalle discariche di rifiuti recuperabili entro il 2030;
– introduzione di misure volte a ridurre entro il 2025 del 30% gli sprechi alimentari;
– funzionamento di un sistema rapido di allarme per anticipare le difficoltà dei Paesi membri a raggiungere gli obiettivi, al fine di fornire loro consigli e aiuti per mantenerli nella traiettoria dell’obiettivo prefissato;
– miglioramento della tracciabilità dei rifiuti pericolosi;
– aumento del rapporto costi-benefici dei criteri di Responsabilità Allargata del Produttore (Extended Producer Responsability: sistema di gestione ambientale che allarga ai produttori l’onere di sostenere economicamente sistemi per il trattamento e recupero dei rifiuti, con obiettivi di riciclaggio e riutilizzo dei materiali), definendo le condizioni minime per il loro funzionamento;
– inserimento di misure volte a promuovere la diffusione delle migliori pratiche in tutti gli Stati membri, quali ad esempio un miglior uso degli strumenti (tasse per il conferimento in discarica/incenerimento, sistemi EPR, schemi di tariffazione puntuale, incentivi ai Comuni) e/o migliorare i programmi di raccolta differenziata;
– semplificazione degli obblighi di comunicazione e di riduzione degli obblighi incombenti sulle PMI coinvolte nella gestione dei rifiuti;
– migliore affidabilità delle statistiche attraverso sistemi di calcolo degli obiettivi armonizzati e semplificati;
– maggior coerenza complessiva della legislazione sui rifiuti, allineando le definizioni e rimuovendo i requisiti normativi, ormai obsoleti.