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Le 10 mosse per superare l’emergenza sanitaria da smog

10 mosse per superare emergenza sanitaria da smog

In occasione della riunione che il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti ha tenuto a Bologna il 31 gennaio 2017 con i rappresentanti istituzionali delle regioni Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Lombardia per individuare politiche comuni per la qualità dell’aria, Legambiente ha consegnato i primi dati del Dossier “Mal’Aria” relativi al 2017, nell’ambito della Campagna annuale dell’Associazione ambientalista “PM10 ti tengo d’occhio“, che monitora l’andamento giornaliero dei 96 capoluoghi di provincia di cui sono disponibili i valori, tenendo in considerazione solo le centraline urbane di fondo e di traffico .
Nei primi 25 giorni dell’anno si sono registrati a Cremona ben 20 sforamenti (ne sono permessi 35 nell’arco dell’anno) seguita da Torino (19), Frosinone (18), Treviso, Padova, Vicenza e Reggio Emilia, con 15 giorni di sforamento. Lo scorso anno ben 33 città italiane sono risultate fuorilegge: prima fra tutte Torino (89 giorni oltre il limite), seguita da Frosinone (85), Milano e Venezia (entrambi 73).
In generale è la pianura padana che registra la situazione più allarmante, dove “anche se negli ultimi anni è migliorata, resta critica e dobbiamo fare ancora di più – ha affermato nell’occasione Galletti – Nel 2016 il Ministero dell’Ambiente ha investito oltre 100 milioni di euro, cui vanno sommate le singole azioni delle regioni per la limitazione delle polveri sottili. Oggi abbiamo anche un tavolo di coordinamento fra le varie regioni che contribuirà a migliorare ancora di più la situazione“.

Rispetto al passato c’è in questo scorcio di 2017 “la novità che si è passati da episodi di inquinamento circoscritto ai grandi centri urbani e registrato dalle stazioni “di traffico”, a superamenti comuni in quasi tutte le stazioni (fino al 25 gennaio erano state poco più di una decina, su 42, ad aver superato i limiti“, come ha segnalato l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Emilia-Romagna.

Due le cause, secondo ARPAE:
– la prima è di tipo meteorologico, essendo stato presente da giorni sulla pianura Padana uno strato d’aria calda che ha scorso su quello più freddo al suolo, che ha determinato un´inversione termica tra i 600 e i 900 metriche ha schiacciato verso il suolo tutti gli inquinanti e ne ha impedito di fatto la loro dispersione;
– la seconda, dipendente dalle polveri d’origine secondaria, cioè da quella parte di aerosol che si forma in atmosfera per effetto delle reazioni e trasformazioni fisico-chimiche a cui vanno incontro alcuni composti gassosi quando entrano in atmosfera e che si sono sommate con quelle di tipo primario emesse direttamente dalle fonti emissive (riscaldamento, traffico, industria).

Le basse temperature del mese di gennaio che hanno richiesto un maggior consumo di combustibili per il riscaldamento degli ambienti, e la pressoché totale assenza di precipitazioni, con valori di cumulati inferiori alla media climatologia, hanno fatto il resto.
Lo smog non ha confini, per questo è necessario continuare a lavorare insieme e trovare soluzioni condivise anche rispetto alla legislazione regionale – ha sottolineato il Presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – Le risorse da sole non bastano, serve uno scatto di coraggio. Dobbiamo assumere decisioni comuni sia sul fronte riscaldamento, sia rispetto ai mezzi più inquinanti. Nel nostro Piano aria regionale stiamo andando in questa direzione e l’anticipazione delle misure nazionali rappresenta un ulteriore passo in avanti“.

Secondo Legambiente, la sfida che si pone alle amministrazioni è di disegnare le città di domani, utilizzando le migliori esperienze che già oggi sono una realtà: ecco dunque una metropoli innovativa e sostenibile, sempre più verde dove gli alberi tornano ad essere i protagonisti del centro e delle periferie sposando anche l’architettura per dar vita a palazzi che respirano.

Ecco in sintesi le 10 mosse per la città di domani, libera dallo smog:
– ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città;
– aumentare il verde urbano;
– una mobilità verso “emissioni zero”;
– priorità alla mobilità pubblica;
– fuori i diesel e i veicoli più inquinanti dalle città;
– road pricing e ticket pricing;
– riqualificazione degli edifici pubblici e privati;
– riscaldarsi senza inquinare;
– rafforzare controlli su emissioni auto, caldaie, edifici;
– intervenire su industrie e aree portuali.

La qualità dell’aria nelle città italiane deve diventare una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale, altrimenti continueremo a condannare i cittadini italiani a respirare aria inquinata – ha dichiarato Rossella Muroni, Presidente nazionale di Legambiente – Per questo oggi abbiamo presentato una ricetta completa di proposte e soluzioni per metterla in pratica, chiamando in causa prima di tutto i Comuni e le Regioni, e poi il governo, ciascuno per le sue competenze. Auspichiamo poi l’istituzione e il funzionamento di un coordinamento forte e permanente tra i diversi livelli di governo del territorio, autorità ambientali e sanitarie e i diversi soggetti interessati, per riuscire ad essere efficaci nell’azione. Occorre uscire dalla logica dell’emergenza e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano“.

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