Energia

G7: uscita dal carbone entro il 2035?

Nonostante i media abbiano enfatizzato che al G7 ministeriale a Presidenza italiana (Venaria Reale, 28-30 aprile 2024) si sia finalmente fissata la data (entro il 2035) per uscire dal carbone per la produzione di elettricità, il testo della Dichiarazione finale lascerebbe spazio ai membri più dipendenti (Germania e Giappone) di andare oltre il limite prefissato.

Si è chiusa il 30 aprile 2024 a Venaria Reale (TO) con l’adozione di una Dichiarazione congiunta la riunione ministeriale del G7 Clima, Energia e Ambiente a Presidenza italiana.

Sono molto soddisfatto dei risultati del G7 e ringrazio le delegazioni per l’ottimo lavoro svolto – ha affermato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto FratinÈ stato infatti possibile, con un impegno comune, coniugare le differenti esigenze e sensibilità nel segno di un obiettivo condiviso che è ambientale ed energetico, ma anche improntato alla solidarietà fra i Paesi del G7 e quelli in via di sviluppo. Vanno in questa le decisioni assunte sull’uscita dal carbone, sulla moltiplicazione della capacità di accumulo di energia, sul sostegno all’adattamento nei Paesi del sud del mondo, sull’energia da fusione. È importante che le grandi economie del pianeta assumano la responsabilità e l’onere anche finanziario di condurre la sfida per la transizione ecologica e per attuare un nuovo modello di sviluppo sostenibile“.

Come sottolineato dai media, il principale risultato della riunione è l’impegno ad abbandonare la produzione di energia elettrica dal carbone non oltre il 2035, indicazione che non era stata inserita nel Documento finale della COP28 di Dubai, che si limitava ad “Accelerare gli sforzi verso l’eliminazione graduale dell’energia prodotta dal carbone”.

L’impegno, tuttavia, può essere attuato o meno. Con l’Accordo di Parigi del 2015 i Paesi avevano concordato di adottare tutte le misure necessarie per evitare che la temperatura media globale aumenti di oltre 1,5 °C, eppure da allora le emissioni di anidride carbonica sono aumentate in modo significativo e l’industria dei combustibili fossili ha continuato ad estrarre petrolio e gas, sostenuta da ingenti sussidi dei Governi, in particolare di quelli del G7, come dimostrato dal briefing di Climate Analytics, pubblicato alla vigilia della riunione di Torino.

Se si legge attentamente il Documento finale si può scorgere una scappatoia all’impegno dei Paesi del G7 di uscire dal carbone entro il 2035:
“[…] Ci impegniamo inoltre a:
i. eliminare gradualmente la produzione di energia da carbone esistente nei nostri sistemi energetici durante la prima metà del 2030 o in una sequenza temporale coerente con il mantenimento del limite di 1,5 °C di aumento della temperatura a portata di mano, in linea con i percorsi net-zero dei paesi
[…]”

Secondo quanto riportato da Reuters l’opzione sarebbe stata inserita per garantire uno spazio di manovra a Germania, che ha già dichiarato che chiuderà le sue centrali a carbone nel 2038, e Giappone che non ha ancora fissato il suo phase-out e che nelle precedenti riunioni del G7 avrebbe bloccato i progressi sulla questione.

Al contempo i Paesi del G7 continuano a dipendere fortemente dal petrolio e dal gas naturale e nessun impegno viene assunto per eliminare gradualmente petrolio e gas, nonostante siano i più grandi inquinatori r possiedano le risorse per decarbonizzare rapidamente i loro sistemi energetici.

C’è poi una distonia tra l’enfasi posta nella Dichiarazione di voler attuare gli impegni assunti alla COP28 di Dubai per triplicare la produzione di energia da rinnovabili e situazione attuale . Secondo il think tank EMBER le politiche in atto del G7 per le rinnovabili, peraltro con notevoli differenze tra i Paesi membri, sarebbero in grado di poco più che raddoppiare il target al 2030.

Tra gli altri impegni e programmi inseriti nella Dichiarazione finale ci sono:
– la moltiplicazione della capacità di stoccaggio dell’energia;
– la collaborazione dei G7 nel settore dell’energia nucleare da fusione;
– l’emancipazione dalle rimanenti importazioni di gas russo;
– la riduzione delle emissioni di metano;
– l’aumento di sicurezza e sostenibilità delle materie prime critiche;
– l’eliminazione delle emissioni di gas serra diversi dalla CO2;
– la creazione di un “Hub G7” per accelerare le azioni di adattamento;
– l’istituzione di una “Coalizione G7 sull’Acqua”;
– lo sviluppo di un’ Agenda volontaria su tessile e moda circolari;
 – la garanzia di una transizione giusta verso l’energia pulita nei Paesi in via di sviluppo, con particolare riferimento all’Africa.

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