La zanzara tigre, oltre ad infastidirci con le sue punture in pieno giorno, trasmette malattie virali di cui non esistono ancora agenti antivirali o vaccini specifici, pertanto adottare misure preventive come quelle segnalate dall’APPA Bolzano può costituire uno strumento per limitarne la proliferazione.
A causa delle basse temperature del mese di maggio, quest’anno le larve si sono schiuse in ritardo, ma il caldo di questa prima metà di giugno sta facendo proliferare la zanzara tigre e le sue punture disturbano le nostre attività all’aperto (non siamo protetti neppure tra le mura domestiche), costringendoci a rimediare con l’aspersione sulla pelle di repellenti, anche se potremmo adottare semplici precauzione per evitarne la proliferazione.
La zanzara tigre (Aedes albopictus) facilmente riconoscibile perché, oltre pungerci in pieno giorno, ha le striature bianche sul capo, torace, addome e zampe, è specie aliena ovvero non era diffusa nelle nostre regioni, ma a causa di viaggi e scambi internazionali e soprattutto per effetto dei cambiamenti climatici in atto, ha aumentato il suo areale di diffusione, adattandosi alle diverse stagioni, migrando e diffondendosi in nuove aree di nicchia che sono diventate più calde, e ponendo, al contempo, problemi di salute pubblica dal momento che non ci sono ancora agenti antivirali o vaccini specifici per alcune malattie provocate da arbovirus (ARthropod BOrn VIRUSes): virus mantenuti in natura grazie alla trasmissione biologica negli ospiti vertebrati suscettibili, mediata da artropodi ematofagi, quali appunto le zanzare.
L’anno scorso Il Centro Comune di Ricerca (JRC)) della Commissione UE ha pubblicato il Rapporto “Toward Climate Change Impact: Vectors carrying viral infection” che mira a sensibilizzare sulla minaccia per la salute umana rappresentata dalla diffusione degli arbovirus.
In particolare, la zanzara tigre è responsabile di circa 20 virus, tra cui quelli che diffondono le due malattie più importanti:
– la chikungunya, una malattia febbrile acuta virale di breve durata (3-7 giorni), che si manifesta con sintomi simil-influenzali quali: febbre, cefalea, nausea, vomito e soprattutto dolori articolari tali da limitare i movimenti dei pazienti (chikungunya, in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”), e che può avere un’incidenza mortale su bambini al di sotto di un anno di età o negli anziani già affetti da daltre patologie;
– la febbre dengue malattia anch’essa virale con sintomatologia simile alla precedente, che può evolversi in febbre emorragica, con rari esiti mortali.
La longevità della zanzara tigre è stimata intorno a 4 settimane e il tempo di replicazione del virus nella zanzara è di circa 5-7 giorni. Questi dati indicano la rapidità potenziale di sviluppo di una popolazione di zanzare potenzialmente infette. La zanzara tigre punge l’uomo principalmente nelle prime ore del mattino e in quelle che precedono il tramonto, ma può attaccare anche in pieno giorno. Gli adulti sono esofili, ovvero riposano all’aperto, al riparo dal sole, tra la vegetazione bassa o l’erba alta.
La prevenzione, al di là degli accorgimenti utilizzati per evitare di essere punti, consiste nel limitarne la proliferazione, tra cui essenziale è l’eliminazione di acqua stagnante all’aperto, sia su balconi, in cortili e giardini, ma anche in orti, parchi e cimiteri. La zanzara tigre, infatti, depone le uova nell’immediata vicinanza d’acqua stagnante. Dopo la schiusa delle uova, le larve si dirigono verso l’acqua per nutrirsi e svilupparsi attraverso vari stadi fino alla zanzara adulta. L’’acqua stagnante di contenitori va svuotata sul prato e non nel tombino o nelle caditoie, perché se nell’acqua sono presenti uova o larve, tra l’altro difficilmente visibili, potrebbero raggiungere il sistema fognario, facilitando in questo modo la diffusione e proliferazione della zanzara tigre!
Nei giorni scorsi, il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) nella sua periodica newsletter ha diffuso i consigli utili proposti dall’APPA di Bolzano per evitare ogni ristagno d’acqua all’aperto che possa formarsi all’aperto, stante che la zanzara tigre “ha trovato un habitat favorevole anche in Alto Adige, insediandosi stabilmente nel fondovalle della Bassa Atesina e nella val d’Adige, da Salorno a Merano. Dai campionamenti emerge che negli ultimi anni il numero medio di uova è quintuplicato. Questo conferma una presenza crescente della zanzara tigre anche in Alto Adige”.
Consigli utili per evitare ogni ristagno d’acqua all’aperto:
– eliminare i sottovasi oppure svuotarli regolarmente;
– svuotare gli annaffiatoi e i secchi e depositarli con l’apertura verso il basso;
– svuotare frequentemente gli abbeveratoi e le ciotole d’acqua;
– non lasciare piscine gonfiabili e giochi di plastica in giardino perché possono riempirsi di acqua piovana;
– smaltire correttamente vecchie bottiglie, lattine, vetri e sacchetti di plastica per evitare che si riempiano d’acqua piovana;
– svuotare regolarmente (almeno settimanalmente) i bidoni per l’irrigazione, chiuderli ermeticamente o coprirli con una rete a maglia fine (zanzariera);
– non depositare pneumatici a cielo aperto;
– pulire regolarmente le grondaie e i tombini per permettere il deflusso dell’acqua piovana;
– dopo un acquazzone, eliminare gli eventuali ristagni d’acqua negli avvallamenti sui teli posti a copertura dei cumuli di materiale;
– al cimitero svuotare regolarmente vasi e altri contenitori d’acqua.
In copertina: Esemplare di zanzara tigre adulta: è la femmina che succhia il sangue (e che ci punge!), per lo sviluppo delle uova, mentre il maschio succhia linfa vegetale dolciastra (Foto: Appa Bolzano, E. Bucher)