Il World Energy Trilemma Index 2018 del Consiglio Mondiale dell’Energia conferma la tripla AAA al sistema energetico italiano, ma il nostro Paese retrocede nella classifica dal 16° al 20° posto a causa degli elevati costi energetici.
Nei giorni scorsi a Milano (8-11 ottobre 2018) si è svolta la World Energy Week, l’annuale appuntamento del World Energy Council (WEC) durante il quale ministri, accademici e manager delle più importanti aziende del settore dialogano e si confrontano sulle tematiche di maggiore attualità per il settore energetico.
L’occasione è servita per presentare il Report World Energy Trilemma Index 2018, il Rapporto che analizza le prestazioni di 125 Paesi in materia energetica.
“Trilemma” è l’insieme dei 3 aspetti fondamentali su cui il WEC basa il concetto di “sostenibilità energetica”:
– la sicurezza energetica (Energy Security), la gestione effettiva dell’approvvigionamento di energia primaria proveniente da fonti nazionali ed estere, l’affidabilità delle infrastrutture energetiche e la capacità delle imprese che forniscono energia di incontrare l’attuale e futura domanda;
– l’equità energetica (Energy Equity), ovvero l’accessibilità, la qualità e la disponibilità di rifornimenti energetici fra la popolazione;
– la mitigazione degli impatti ambientali (Environmental sustainability), vale a dire la quantità delle emissioni e l’intensità energetica, lo sviluppo del rifornimento energetico da rinnovabili e da altre fonti a basse emissioni.
Questi tre aspetti, analizzati sulla base di altri indicatori prestabiliti, hanno costituito la performance energetica di ogni singolo Paese ed hanno contribuito con il 25% ciascuno a determinarne per il 75% la posizione nella Classifica della Sostenibilità energetica; l’altro 25% è stato assegnato alle Prestazioni contestuali (Contextual performance) costituite da: punti di forza politici (8,3%), della società (8,3%) ed economici (8,3%).
Il World Energy Trilemma Index di quest’anno mostra che politiche energetiche forti e coerenti che integrano con successo le tre dimensioni non sono solo la riserva dei Paesi ricchi e possono anche guidare la performance positiva delle economie emergenti e in via di sviluppo.
Sebbene i primi 10 Paesi rimangano relativamente stabili e il podio sia riconfermato con Danimarca, Svizzera e Svezia, rispettivamente al 1°, 2° e 3° posto, vi sono cambiamenti che frenano la tendenza normale associata al PIL nazionale con Paesi, come la Slovenia, che entrano nella top ten (6° posto). Altri Paesi mostrano miglioramenti significativi e dimostrano che un sistema energetico equilibrato non è un lusso, ma un prodotto di approcci intelligenti, come hanno fatto Filippine, Costa Rica e Uruguay, che hanno avuto il punteggio più alto sulla sostenibilità.
L’Italia ha visto riconfermata la tripla AAA, per il profilo energetico molto ben bilanciato;
– le fonti rinnovabili hanno coperto il 17,7% del consumo finale lordo di energia;
– l’efficienza energetica ha continuato a crescere, con l’intensità energetica (Prodotto Interno Lordo e Consumo Interno Lordo di energia) che ha continuato a scendere, portandosi ad un livello di quasi il 17% più basso della media UE, come ha evidenziato il “6° Rapporto annuale sull’efficienza energetica” dell’ENEA;
– la dipendenza dalle fonti di approvvigionamento estere ha continuato a ridursi, con le importazioni di energia (76,5%) che sono diminuite del 6% rispetto al 2010.
Tuttavia, il nostro Paese è retrocesso nella classifica dal 16° al 20° posto a causa del maggior divario sui costi energetici (più elevati) rispetto a quelli dell’UE.