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WAS Report: le utility innovano e fanno industria

L’annuale WAS Report sull’industria dei rifiuti del think tank di Althesys  evidenzia che In Italia il comparto è stato dinamico e resiliente alla crisi, con un valore della produzione nel 2020 di 12,1 miliardi solo per i rifiuti urbani (+3,4%), investimenti per 538 milioni di euro (+8,2) e acquisizioni da parte delle grandi utility di imprese attive nel settore del riciclo dei materiali.

In Italia il settore della gestione dei rifiuti urbani ha resistito bene alla pandemia: il 2020 ha visto investimenti in crescita, 538 milioni (+8,2% sul 2019), numerose acquisizioni e alleanze che hanno coinvolto nuovi player da altri mercati. Cresce l’interesse verso i rifiuti speciali, che aumentano per quantità (+3,1%) e sono sempre più spesso gestiti anche da aziende attive negli urbani (una su quattro). Le classiche utility dei servizi di “nettezza urbana” cambiano perimetro, allargandosi alle attività imprenditoriali del riciclo e dei materiali con l’acquisto di imprese industriali.

Lo evidenzia il WAS Annual Report 2021l’annuale Rapporto sull’industria italiana del gestione dei rifiuti e del riciclo del think- tank WAS di Althesys, presentato il 30 novembre 2021 nel corso del Convegno “Waste management e convergenze industriali. Il PNRR tra rifiuti urbani e specialidedicato all’analisi delle strategie industriali e delle prospettive future di un comparto in rapida trasformazione, anche alla luce degli obiettivi del Green Deal e delle opportunità del PNRR, con focus al tema dell’integrazione lungo le filiere, della convergenza tra settori e tra rifiuti urbani e speciali, favorite anche dalla crescente innovazione tecnologica.

.“La gestione dei rifiuti, tema sempre cruciale nel nostro Paese, sta arrivando a un livello di maturità nel recupero e nella valorizzazione dei materiali che attrae l’interesse di aziende, impensabili fino a pochi anni fa – ha sottolineato Alessandro Marangoni, coordinatore del WAS e Amministratore delegato di Althesys, Società professionale indipendente specializzata nella consulenza strategica e nello sviluppo di conoscenza, che opera nei settori chiave di ambiente, energia, infrastrutture e utility, sui quali assiste imprese e istituzioni – L’innovazione tecnologica e la convergenza tra settori diversi sarà spinta anche dai cospicui fondi del PNRR, dato che l’Italia è la nazione che assegna le maggiori risorse al waste management”.

L’esame delle prime 240 imprese di gestione dei rifiuti urbani evidenzia un settore resiliente alla crisi, che nel 2020 ha realizzato 12,1 miliardi di valore della produzione, di cui 9,6 nella raccolta e trattamento (+1,9%) e 2,5 miliardi nella selezione e valorizzazione. Quest’ultimo segmento è quello che cresce maggiormente (+5%) e che è più interessato da integrazione verticale e orizzontale. Gli investimenti nella raccolta-trattamento crescono dell’8,2% da 497,7 a 538,5 milioni di euro. Le grandi multiutility hanno effettuato il 65,3% degli investimenti nel 2020, contro il 50,4% del 2019.

Nel 2020 sono tornate a crescere le operazioni straordinarie, dopo un triennio in calo, con 21 transazioni, di cui 10 interessano il settore dei rifiuti speciali. Sono le grandi multiutility le protagoniste delle acquisizioni, soprattutto di imprese attive nel riciclo dei materiali.

Avanza la progressiva convergenza tra business diversi nell’ambito delle utility, con una crescente connessione tra energia, rifiuti e idrico, nonché tra rifiuti speciali e urbani, che sta rivoluzionando il settore. La ricerca di soluzioni innovative e tecnologie disruptive per gestire i rifiuti più difficili da riciclare apre le porte a nuovi player e mercati. Questa evoluzione rende meno netti i confini tra i business, avvicinando le varie fasi della filiera, rifiuti urbani e speciali, player e settori diversi.

Emergono, in ordine di tempo e di innovatività, alcune tendenze:
integrazione a valle, in particolare nella valorizzazione e nel recupero e riciclo dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata, che in alcuni casi non solo sta trasformando l’assetto della filiera, ma anche ridisegnando la fisionomia di alcune utility.;
convergenza tra business differenti e tra settori industriali diversi, come lo sviluppo nel trattamento della Forsu o delle plastiche di player energetici in ottica waste to energy o waste to fuel;
sviluppo di tecnologie innovative anche attraverso alleanze con player esterni al settore dei rifiuti, come, ad esempio, iniziative nelle soluzioni waste to chemicals.

L’evoluzione in corso tocca anche il mercato dei rifiuti speciali, che si sta progressivamente avvicinando a quello degli urbani. Crescita e maggiore redditività spingono varie utility a svilupparsi in questo settore: se gli urbani nel 2020 sono diminuiti in volume dell’1,6% sul 2019, gli speciali sono aumentati del 3,1%, sebbene molte aziende abbiano segnato un calo a causa dei lockdown. Almeno un quarto delle Top 124 aziende degli urbani gestisce, in misura diversa, anche rifiuti speciali e nel 2020 hanno trattato 4,33 milioni di tonnellate di speciali a fronte di 8,59 milioni di urbani. Le 50 maggiori imprese che gestiscono prevalentemente rifiuti speciali registrano un valore della produzione aggregato di 2,77 miliardi di euro. Larga parte dei mercati di questi rifiuti sono presidiati da aziende specializzate, in genere private e di dimensioni contenute. Alcune utility hanno acquistato imprese in questo comparto, a conferma dell’assottigliarsi dei confini tra i settori, con un crescente incrocio tra i vari segmenti di mercato e integrazione tra operatori differenti.

Il PNRR italiano riconosce un ruolo chiave all’economia circolare, assegnando 59,47 miliardi di euro, di cui 2,1 miliardi per migliorare la capacità di gestione dei rifiuti. Se, a prima vista, queste risorse possono apparire limitate, in realtà sono significative, dato che gli investimenti annui effettuati dalle maggiori aziende dei rifiuti urbani analizzate dal WAS negli ultimi anni oscillano tra i 380 milioni di euro del 2017 e i 540 milioni del 2020. Il confronto tra il PNRR italiano e quelli di Francia e Spagna evidenzia alcune differenze, sia in termini di risorse (maggiori in Italia) che di scelte rispetto alle varie forme di recupero, incluso l’energetico.

In conclusione, il WAS Report 2021 mostra un settore in rapido cambiamento, con un’accelerazione di alcune tendenze già evidenti negli anni passati: investimenti, aggregazioni e innovazione tecnologica stanno sfumando i confini tra i diversi mercati. Il brutto anatroccolo dell’industria del waste management si sta trasformando in uno dei più bei cigni dell’economia circolare”.

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